A volte le scelte di cuore non pagano, ne sa qualcosa Alberto Gilardino, esonerato (in attesa del comunicato ufficiale) dal Genoa. Una scelta poco chiara se si considera il recente andamento del Grifone in campionato: una vittoria pesante, in trasferta, contro una pretendente dichiarata per la permanenza in Serie A, il Parma, e il pari tra le mura amiche maturato col Como, una delle sorprese del campionato corrente.
IL MOTIVO DELL'ESONERO DI GILARDINO
Gli animi tesi e l'aria pesante vissuti nel capoluogo ligure avevano lasciato presagire che potesse bastare davvero poco per ribaltare la situazione sulla panchina. L'avvio non idilliaco, i recenti risultati utili, poi l'esonero. Cronologicamente qualcosa non torna se si bada ai meri risultati di campo.
Ma la questione fonda le proprie radici tempo addietro, precisamente in estate. Lo suggerisce, attraverso il proprio profilo ufficiale di X, Nicolò Schira, che aggiunge alcuni dettagli, alcuni passati in sordina:
- il rinnovo “a scatola chiusa” con tanto di promesse fatte dalla società riguardo la partenza di un solo big (Retegui, Gudmundsson e Martinez hanno salutato Genova in estate);
- il mercato scarno compiuto dal fondo d'investimento 777 Partners.
Il resto è un'ovvia conseguenza. I risultati che stentano ad arrivare, la mancanza di gioco, e di mezzo anche i tanti infortuni (che attribuisce ai metodi dello staff di Gilardino).
L'acquisto di Mario Balotelli, tanto voluto dal tecnico di Biella, nonostante Andres Blazquez (parte straniera della società) avesse molto da ridire sulla trattativa.
Alla fine, proprio lo stesso Blazquez, così come Johannes Spors, hanno optato per la decisione di sollevare Giardino dall'incarico di allenatore della prima squadra in favore di Patrick Vieira. Per giunta, senza sfruttare pienamente il vantaggio della sosta.