Non solo il Nottingham Forest, in Premier League a sorprendere vi è anche il Bournemouth di Andoni Iraola, autore di una stagione fuori dagli schemi. Le Cherries occupano il settimo posto in classifica, a -1 dall'Europa League e a 3 lunghezze dalla zona Champions. Sotto la guida dell'ex leggenda dell'Athletic Club, la squadra che gioca le proprie gare al Vitality Stadium è cresciuta a dismisura nonostante l'addio pesante in estate di Dominic Solanke, autore di 19 reti nella passata stagione. Il Bournemouth, tra le tante cose positive, è reduce da una striscia di 11 gare consecutive senza sconfitta.
Uno dei protagonisti della cavalcata incredibile degli inglesi è una vecchia conoscenza del nostro calcio, Dean Huijsen, arrivato proprio quest'anno al Bournemouth. Il difensore olandese naturalizzato spagnolo, oltre alle prestazioni di livello messe in campo sinora, ha realizzato anche due reti in Premier League, una decisiva contro il Tottenham e l'altra nello 0-3 di Old Trafford contro il Manchester United. Intervistato da Oggi Sport Notizie, Huijsen ha raccontato il suo addio dalla Juventus e di futuro.
Di seguito le parole di Dean Huijsen a Oggi Sport Notizie:
CRESCITA - “Come giocatore sono migliorato molto fisicamente. Ho imparato tanto da questi 6 mesi qui, voglio continuare su questa strada”.
POCA FIDUCIA AI GIOVANI IN ITALIA - "Se in Italia non si dà troppa fiducia ai giovani? Io penso che se sei un giocatore forte non conta l’età, gli allenatori devono tenere conto soprattutto di questo. Poi si parla tanto di esperienza, ma se non giochi non hai modo di svilupparla. Il progetto qui è importante per la mia crescita".
IL GOL ALLO UNITED - “Credevo di essere in fuorigioco. Tutto lo stadio è rimasto in silenzio quando ho visto la palla entrare, quindi pensavo che qualcosa non andasse. Quando mi sono reso conto che il gol era regolare sono stato molto felice. Segnare in quello stadio, contro uno dei club più importanti del mondo è qualcosa di indescrivibile”.
OBIETTIVI CON IL BOURNEMOUTH - "Dove possiamo arrivare con il Bournemouth? Perché non sognare la Champions? Siamo una squadra forte, stiamo andando molto bene. Siamo un buon gruppo, possiamo ancora crescere molto e daremo il tutto per tutto in ogni partita”.
L'APPROCCIO ALLA PREMIER - “Qui in Premier ho dimostrato di saper essere pronto fin dall’inizio. Il cambio di paese non è stato semplice, mi sono adattato presto anche perché tutti i compagni mi hanno accolto benissimo. Passo troppo lungo? Sinceramente no. Ho molta fiducia in me stesso, mi piacciono tantissimo le cose difficili. Quando affronto i giocatori più forti mi gaso: penso di esser nato per affrontare queste sfide".
RITORNO ALLA JUVENTUS? - "Di nuovo insieme a Kenan tra qualche anno? Me lo auguro davvero tanto. Eravamo sempre insieme io, lui e Muharemovic che oggi è al Sassuolo. Entrambi sono giocatori molto forti. Con Yildiz ho un rapporto davvero speciale, spero di lavorare ancora con lui. Alla Juventus? Mai dire mai”.
L'ADDIO ALLA JUVENTUS - "Sarò sincero: fin dal primo giorno che sono arrivato in ritiro mi hanno detto che mi dovevano vendere. Con il mister ho avuto un rapporto normale mentre mi allenavo con la squadra, stavo pensando più che altro a sposare un progetto che facesse per me. Se tornerei a lavorare con Allegri? Assolutamente si, perché no? Lui ha creduto in me facendomi debuttare nel calcio dei grandi. Per me è stato tanto importante, magari un giorno ci rincontreremo”.
SU ALLEGRI E MOURINHO"Cosa mi hanno lasciato Allegri e Mourinho? Anche se sono stato poco con il portoghese, ho imparato tanto, così come con Allegri. I dettagli soprattutto: come stare in campo, i movimenti di lettura del pallone, come posizionarmi. Sono grato per aver lavorato con due grandissimi allenatori, ti insegnano tantissime cose”.
SULLA ROMA - "Se sceglierei di nuovo di andare alla Roma? Sì perché ho avuto molte possibilità di giocare. Sono molto contento di quell’esperienza, ho imparato tantissimo. Sono stato molto bene in città, poi i tifosi sono a dir poco fantastici. De Rossi per me è stato un secondo padre. Mi parlava sempre, rideva tanto con me, mi ha insegnato tanto: è davvero una bella persona”.