Carisma, sicurezza e leadership: Onana si è già preso l’Inter?

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L’esordio con una nuova maglia porta sempre con sé speranze, dubbi e incertezze, nel bene e nel male, da parte dei tifosi e degli addetti ai lavori. Specialmente quando questo avviene in un palcoscenico d’eccezione come San Siro, nella competizione più importante. Gli ingredienti per un potenziale flop, a livello mentale e non solo, ci sono tutti, specie nel momento affrontato in questa fase dai nerazzurri. Il pubblico interista, d’altro canto, sa amare ma anche non perdonare, se non si approccia l’impatto coi colori nerazzurri col giusto spirito di voglia e sacrificio.

Ma Andrè Onana non ha deluso le aspettative della vigilia, nonostante la netta sconfitta dell’Inter contro il Bayern Monaco all’esordio stagionale in Champions League. Non solo note negative, insomma, nella serata nerazzurra dalla quale si dovrà necessariamente ripartire. Simone Inzaghi potrà infatti ripartire dalle certezze costruite azione dopo azione dal nuovo beniamino della tifoseria nerazzurra, che ne ha promosso in pieno la serata. Com’è andata, quindi, la prima di Onana di fronte ai suoi nuovi tifosi?

BUONE PREMESSE

Una decisione ufficiale, quella di schierarlo al posto di un Handanovic rimasto per anni il titolare indiscusso in casa nerazzurra, maturata per scelta tecnica e non per problemi particolari da parte dello sloveno. Una scelta, peraltro, arrivata il giorno stesso della partita. Una decisione inaspettata per alcuni, preventivatile per altri. Il dibattito sulla titolarità fra i pali in casa Inter ha tenuto banco fin dall’arrivo dell’estremo difensore camerunese in quel di Milano e proseguirà per diverso tempo ancora.

Non c’è dubbio, tuttavia, sul fatto che non fosse scontata, per Onana ma non solo, andando a considerare il momento in casa nerazzurra, una fase in cui ogni scelta va ponderata al meglio. L’inizio di stagione dell’Inter ha infatti il sapore agrodolce di quelle annate difficili da decifrare nelle battute iniziali: 9 punti in 5 partite fin qui disputate e un salto di qualità negli incontri decisivi ancora in divenire.

La domanda, quindi, in un momento tanto delicato nella stagione dell’Inter – per quanto si sia soltanto a inizio annata – sorge spontanea: giusto far esordire l’erede del capitano nerazzurro in un match tanto delicato? 

La risposta, per quanto visto nei suoi primi 90 minuti ufficiali in nerazzurro, è nel complesso più che positiva. Fin dai numeri: 10, infatti, i salvataggi effettuati contro i bavaresi. Nessun portiere nerazzurro in Champions League aveva mai realizzato tante parate. Un biglietto da visita d’eccezione, insomma, specie in vista delle prossime uscite stagionali. 

Alla prima parata, per quanto semplice, il pubblico ha risposto fin da subito presente. Al primo, vero intervento, dopo appena tre minuti di gioco su tiro di Kimmich, ha esaltato un San Siro conscio del valore e della superiorità, almeno sulla carta, del Bayern. Ma Onana non si è fatto intimidire dalla pressione della serata e non ha fatto rimpiangere Samir Handanovic. Riflessi, senso della posizione e, soprattutto, coscienza nei propri mezzi accompagnano la serata di Onana, calatosi immediatamente nel ruolo.

INCERTEZZE…

Ai tifosi dell’Inter saranno certamente venuti i brividi al primo (e unico) errore della partita di Onana. L’estremo difensore, su un retropassaggio innocuo di Bastoni al minuto 65, ha commesso una disattenzione, dovuta più all’emozione del momento che alla mancanza di talento, col pallone sfilatogli fra le mani a scheggiare il palo destro. 

Un’incertezza che, nel complesso, non va a intaccare una prestazione convincente da parte dell’estremo difensore, ma che nel rovescio della medaglia non può non riportare alla luce i fantasmi del suo passato professionistico. Onana, d’altro canto, è sempre stato un uragano di emozioni contrastanti per i tifosi e non è nuovo a questo genere di uscite. Dalle grandi potenzialità nel panorama internazionale, ha spesso alternato prestazioni d’eccezione a errori che gli sono costati una certa continuità di rendimento. 

…E SICUREZZE

Ciò che ha realmente colpito nella sua prima apparizione in nerazzurro è stata la grinta e la sicurezza con la quale ha approcciato l’incontro fin dalle sue prime battute. Mai scomposto ne disattento, sempre sul pezzo e a disposizione della squadra sia nel parare che nel non possesso, Onana ha letteralmente aggredito la partita fin dal suo primo intervento. Un atteggiamento diametralmente opposto a quello di squadra, spesso e volentieri in balia mentale dell’avversario. 

Da un lato non c’è da stupirsi. Per lui non si è trattato infatti di un cambio radicale di dimensione: la scorsa stagione, del resto, Onana giocava in un Ajax saldamente abituato al palcoscenico più importante, quello della Champions League. Il reparto difensivo nerazzurro ha sì vacillato a tratti contro le superpotenze del Bayern, ma non certo per colpa sua. Nell’analisi dei gol subiti dall’Inter Onana è incolpevole in ambedue i casi.

Dall’altra parte resta l’impatto in un campo come quello di San Siro, con un pubblico che sa sì amare, ma anche non perdonare in mancanza del giusto atteggiamento. Un qualcosa che, però, non ha per nulla riguardato Onana, che ha anzi trasmesso quella sicurezza e quel dinamismo che saranno fondamentali per l’Inter del presente e del futuro. 

A fine partita il numero 24 nerazzurro ha caricato l’ambiente sui social con un messaggio di rabbia agonistica mista a voglia di riscatto. L’atteggiamento giusto, dentro e fuori dal campo, dal quale ripartire.

E ADESSO?

Fra i più attesi nella serata di San Siro, Onana ha mantenuto la promessa di inizio stagione di esaltarsi ed esaltare i suoi tifosi. Il portiere camerunese, adesso, dovrà fare i conti con la gestione Inzaghi, a tratti confusionaria da inizio stagione.

Da un lato, ecco Onana. Difficile tenere il giocatore calmo, deciso e sicuro di sè contro il Bayern Monaco in panchina troppo a lungo. L’ex Ajax, d’altro canto, è venuto per giocare e conquistare anzitempo la titolarità fra i pali.

Nel rovescio della medaglia nerazzurra (di lusso, considerando i contendenti) ecco Handanovic. È cosa nota che il portiere sloveno, nel complesso, abbia fatto il suo tempo in casa Inter. Difficile, tuttavia, mettere da parte di punto in bianco colui che, negli anni, ha spesso e volentieri trascinato la corazzata nerazzurra nei momenti più delicati, finendo il più delle volte col risultare fra i migliori, se non il migliore.

A Simone Inzaghi il difficile compito di gestire al meglio il passaggio di testimone, pensando al meglio per il presente e per il futuro.