Marcus Thuram è stato uno degli assoluti protagonisti della cavalcata Scudetto dell'Inter. Nel suo primo anno da nerazzurro, il francese ha impressionato per l'impatto avuto in Serie A, a maggior ragione per il fatto di aver ricoperto un ruolo diverso rispetto quanto fatto vedere prima. Da esterno d'attacco a punta centrale, questa l'intuizione della dirigenza e dell'allenatore, valsa 12 gol e 12 assist finora in stagione. Tutto ciò ha incontrato il lavoro e il talento del numero 9, che in una lunga intervista a TF1, ha anche rivelato la motivazione della scelta di un numero di maglia molto pesante come il 9.
LE PAROLE DI THURAM
LE DUE STELLE - "È stato fantastico, sento un grande orgoglio per i tifosi, per questa maglia e per la storia del club. Sono super contento. Le due stelle simboleggiano il ventesimo titolo della storia dell’Inter, un orgoglio immenso”.
LE PRIME VOLTE DA DIFENSORE - "Quando ero piccolo ero conosciuto da tutti, quindi era facile mettermi in diesa, poi mi sono chiarito con Gilles e con l’allenatore dicendogli che non era quello il mio ruolo”.
SUL RUOLO DI PUNTA - "Il piacere nel gioco del calcio è toccare la palla. Farke (ndr, ex allenatore del Borussia M'gladbach) mi ha semplicemente spiegato che per lui avevo le qualità perfette per giocare da numero nove. Mi sono lasciato convincere, poi ho anche parlato con mio padre e anche lui era convinto di questo. Per me è come se fosse cominciata una seconda carriera, è tutto molto elettrizzante”.
SULLA MAGLIA - “È stata una mia scelta, quella del numero nove. Perché ho pensato che fosse arrivato il momento di incarnare quello che volevo rappresentare. Quando arrivo nello spogliatoio e vedo il numero nove, so già quello che devo fare”.
SU SAN SIRO - "Quando sono arrivato all’Inter la cosa che mi ha stupito è giocare in uno stadio con 75mila persone, è qualcosa di incredibile. Senti sempre la loro spinta, in qualunque azione; sentendo tutto questo, dopo aver fatto gol voglio sentirli ancora più forte”.