Il capo delegazione dell'Italia Gianluigi Buffon è intervenuto in occasione dei WEmbrace Awards. L'ex portiere della Juventus ha avuto modo di parlare della partita di domenica scorsa tra Germania e Italia terminata 3-3 e che è costata l'eliminazione dalla Nations League per la squadra di Spalletti.
Di seguito le parole di Buffon.
I PENSIERI DURANTE L'INTERVALLO DI GERMANIA-ITALIA - "Ho pensato che al peggio non c’è mai fine e che bisognava rimanere in partita con tutte le energie e la massima attenzione. Il rischio era di andare incontro a una disfatta clamorosa, che avrebbe aggravato ulteriormente una situazione già complicata. Penso che i ragazzi, il mister e, in parte, anche il destino ci abbiano dato una mano: nella ripresa abbiamo fatto una grande prestazione e sistemato le cose".
I MONDIALI - "Non costa nulla dire "certo, ci andiamo", ma manca ancora tanto. È chiaro però che ci stiamo preparando nel miglior modo possibile: ormai dovrebbe essere arrivato il momento di qualificarsi senza troppi patemi. Speriamo di evitare quegli sforzi e quella fatica che negli ultimi anni sembrano averci condizionato. Credo che, come squadra, siamo molto validi: abbiamo un grande allenatore e tutti gli ingredienti per fare bene. L’importante è giocare come nel secondo tempo a Dortmund."
TUDOR AL POSTO DI MOTTA - "Sì, ci poteva stare. Si percepiva che c’era un po’ di "maretta" e, nel calcio, spesso le cose vanno così. Poi, su chi siano le colpe, è difficile dirlo. Chi è fuori può farsi un’idea più razionale, mentre chi è dentro conosce meglio i limiti di una stagione che, fino ad ora, ci ha fatto soffrire. Però c’è ancora tempo per concluderla nel migliore dei modi."
EX COMPAGNI NELLA SOCIETA' DELLA JUVENTUS - “Alla Juve? Certo. C’è già Chiellini, sinonimo di grande amore e senso di appartenenza. Poi ce ne sono tanti altri, da Del Piero a Marchisio, fino a Tudor, Bonucci, Barzagli… Insomma, ci sono molte persone che, per capacità, potrebbero dare una mano. Però credo anche che bisogna dare tempo ai nuovi volti e alla dirigenza per conoscere l’ambiente e operare al meglio. Prendere Buffon, Tizio o Caio non è di per sé garanzia di competenza o risultati”.
MESSAGGIO A TUDOR - "No, non l’ho fatto perché non ho il suo numero. Ma Igor è sempre stato un caro compagno di squadra. L’ultima volta ci siamo visti qualche anno fa, quando era il secondo di Pirlo, e passavamo belle mezz’ore a chiacchierare. Sono felice che abbia avuto questa opportunità di coronare il suo sogno".