Marash Kumbulla è attualmente in prestito all'Espanyol, squadra con la quale ha trovato la sua dimensione, giocando 8 partite e segnando anche un gol. Intervistato dal Corriere dello Sport, queste sono state le sue parole su quelli che finora sono stati i suoi primi 4 anni alla Roma. Nel 2020, infatti, i giallorossi tra prestito e cartellino hanno speso praticamente 30 milioni per il difensore italoalbanese, che non ha rispettato le aspettative tra infortuni e prestazioni negative.
LE PAROLE DI KUMBULLA
CRESCITA - "I tifosi giallorossi semplicemente non mi ricordano come calciatore. Dà un po’ fastidio ricevere critiche dure. In Italia per un anno e mezzo non ho più espresso il mio potenziale. Ma ho sufficiente autostima per andare avanti. Se ti fossilizzi su un errore non puoi fare questo mestiere. Sapevo che prima o poi sarei tornato. Ora sto anche meglio rispetto a quando mi acquistò la Roma, perché ho acquisito più esperienza e maturità".
IL CROCIATO - "Penso che la spiegazione sia semplice: io sono un giocatore che ha bisogno di essere al top fisicamente. Dopo la rottura del crociato tanti miei colleghi hanno impiegato qualche mese prima di tornare a buoni livelli. Purtroppo nei sei mesi con il Sassuolo, anzi da febbraio, venivo dall’infortunio e non sono riuscito ad esprimermi al massimo. Mi è dispiaciuto".
RICORDI - “Il ricordo più bello è il gol alla Real Sociedad, in Europa League. Il più brutto l’espulsione contro il Sassuolo. Quel calcio a Berardi è stato un gesto istintivo del quale mi sono pentito immediatamente. Già in tempo reale. Purtroppo era troppo tardi per tornare indietro e quell’episodio ci è costato la partita”.