UOMINI FORTI…

Fonte: Archyde.com
“Uomini forti destini forti, uomini deboli destini deboli. Non c’è altra strada.” Spalletti sarà pur stato banale nel pronunciare questa frase, ma la verità che emerge da tali parole pare aver validità eterna. Soprattutto se a rinforzare la tesi intervengono certi signori che nella vita, come nel calcio, non riescono proprio a passare inosservati.
Uno è lui, Jorge Sampaoli, il quale risponde presente all’appello di coloro che per dirla in maniera romantica, hanno preso la vita di petto. Certo, non sempre la giocata si è conclusa con rovesciata e goal sotto al sette. Ma almeno ci hanno provato, con carisma e tenacia. E l’ex CT dell’albiceleste rientra in questo gruppo: uno del popolo, come ama definirsi, pronto a guidare una piazza che sembra coincidere alla perfezione con il suo carattere.
Dopo l’addio così tumultuoso di una figura pacata come Villas Boas, del tutto antitetica con il clima marsigliese, ecco che all’OM arriva un’immagine tanto opposta quanto affascinante: dal Sudamerica, non a caso, terra dove calcio e passione si incrociano nelle strade della vita. Quella per Marsiglia è stata lunga, Jorge ha dovuto sorvolare l’Oceano, in tutta la sua vastità e profondità. Lasciare la costa di Belo Horizonte, per approdare su quella della Provenza. E pensare che il tecnico si era espresso così pochi anni fa:
Mi piacerebbe guidare un gruppo di giocatori tipo in Iran, in Iraq, nel Medio Oriente. Perché sono culture nelle quali la gente si immola per un ideale, sbagliato o meno. Quello che voglio dire è gente che dà la vita per una causa.
Nonostante sia tornato nel Vecchio Continente, Sampaoli potrà stare tranquillo perchè i marsigliesi per quei colori, il bianco e l’azzurro, darebbero qualsiasi cosa pur di tornare alla ribalta. Ecco come coincidono il culto del pallone marsigliese e quello della vita del tecnico argentino
Due destini che sembrano fatti l’uno per l’altro. Stili molto simili, sempre sopra le righe, schietti e provocatori. Paura di fallire? Mai. Voglia di rivoluzione? Tanta.
Non si potrà ripartire da zero, il tempo stringe e ciò che serve sono punti e risultati. Jorge sarà in grado di guidare un popolo che vuole risorgere? Nel calcio di oggi sembra impossibile fare pronostici, ma qualsiasi sarà l’esito di questo affascinante esperimento, di certo resterà l’atmosfera caotica che rende unici i due poli di questo nuovo progetto: da una parte il tecnico argentino, dall’altra la città di Marsiglia. Due bombe ad orologeria.
Mister Spalletti l’aveva detto, di strada ce n’è una e Sampaoli l’ha scelta: ora bisogna percorrerla. Non senza insidie, ma con una salita che potrebbe quantomeno diventare rampa di lancio. Verso l’Europa, desiderano i tifosi dei Focesi. Verso la rivoluzione, spera il nuovo tecnico sudamericano.
PASSATO E PRESENTE

Fonte: Goal.com
Negli ultimi anni l’Olympique Marsiglia ha viaggiato tra alti e bassi. Non solo per quanto riguarda i risultati, ma anche per ciò che concerne la situazione ai vertici della società, non sempre stata serena.
Sampoali, allo stesso modo, si può reputare un esperto in fatto di montagne russe, basti osservare l’ultimo decennio di carriera. L’animo argentino del focoso tecnico ha trovato una seconda casa in Cile: prima con l’Universidad, club che ottiene la sua prima e storica conquista di un trofeo continentale grazie alla vittoria della Copa de Sudamerica del 2011. Poi ha deciso di esagerare, portandosi un popolo sulle spalle, proprio quello cileno. E anche qui non senza stupire il mondo.
Ormai nota la celebre vittoria della Copa America nel 2015, in finale contro l’Argentina. Quella di Messi, ma soprattutto quella dello stesso CT Sampoali, il quale ha trascinato un popolo per sconfiggerne un altro. Il suo. Ma quando si è professionisti, anche il cuore va messo da parte. O almeno ci si prova.
Il calcio è lo specchio della vita e come essa riflette quelle personalità che non possono subordinare gli istinti alla ragione, è più forte di loro. Ecco che allora l’ormai ex commissario tecnico della Roja decide di porsi un nuovo obiettivo, quello di fare il conquistadores, con rotta inversa rispetto a quella storia che ci ha raccontato. Ora sarà lui ad andare a casa di coloro che secoli prima avevano espiantato la loro cultura nella sua cara Argentina.
Sampoli parte così per l’Andalusia, destinazione Siviglia: sarà “vittima” del Real Madrid di Ronaldo, che lo eliminerà dalla Copa del Rey, facendogli anche assaporare l’amarezza di una finale persa, quella di Supercoppa Spagnola. Tuttavia l’esperienza spagnola non sarà una totale disfatta, dato che con i biancorossi riesce a raggiungere un posizionamento valido per i play off di Champions League. Ma evidentemente il cuore batteva per un’altra donna, di nome Albiceleste: matrimonio intenso ma molto breve, che terminerà con una rottura inevitabile dopo l’eliminazione dai Mondiali di Russia 2018 Non come Jorge Sampaoli e la sua nazione avrebbero voluto.
Dopo una parentesi brasiliana tra Santos e Atletico Mineiro, ecco che i colori bianco azzurri ritornano: non vi è più quel Sole del Mayo ad illuminare la bandiera, ma una città pronta a resuscitare. Anche lei vuole tornare a brillare, ma serve cuore, passione, tenacia.
NON BASTA IL CUORE, MA…
Premier entrainement pour notre nouvel entraineur 𝗝𝗼𝗿𝗴𝗲 𝗦𝗮𝗺𝗽𝗮𝗼𝗹𝗶 🇦🇷 pic.twitter.com/TOATv07Yc0
— Olympique de Marseille (@OM_Officiel) March 8, 2021
Voglio che i miei giocatori sentano la mia filosofia ma anche l’amore per questa maglia. Ciò deve unirci, dato che l’attaccamento alla squadra è sempre più dimenticato nel calcio di oggi
Unione e passione: ecco i pilastri del nuovo Marsiglia di Jorge Sampaoli. Tuttavia, nonostante la perseveranza possa portare a traguardi inimmaginabili, oggi all’OM serve anche una nuova base solida su cui sviluppare una ricostruzione. Un nome come quello di Sampaoli, associato a una società prestigiosa come quella de les Phocéens, fa presagire che vi sia la volontà di innescare un progetto a lunga durata, e non un breve traghettamento per poi ripartire da zero in estate.
Payet e compagni vengono da una serie di risultati deludenti: 9 punti in 8 partite sono numeri che non possono coincidere con l’ambizione di un club che mira all’Europa, ma che ora la può solo osservare dal basso. Più precisamente, a 13 punti dal Monaco, quarto e in zona Europa, mentre la vetta dista ben 20 lunghezze. Inoltre, ha destato molto stupore la clamorosa uscita di scena dalla Coppa di Francia di domenica scorsa: una sconfitta per 2-1 rifilata da un club di quarta divisione francese deve aver fatto riflettere la dirigenza marsigliese, tanto che il giorno dopo è stato annunciato l’arrivo di Sampaoli.
Il tecnico si è presentato come lui ama fare: maglietta attillata e bicipiti ben in vista. Serviranno sì i muscoli, ma quelli del suo centrocampo, il quale tra assenze e inesperienza dovrà trovare un nuovo assetto. Magari quello che si è visto nella partita di Mercoledì scorso contro il Rennes, partita che ha decretato la nuova era targata Sampaoli. Il match si è concluso con la vittoria allo scadere dll’OM, progettato e ridimensionato dall’hombrecito ex Siviglia, che nonostante il poco tempo ha disposizione ha cercato di dare una scossa tattica all’ambiente.
Dal 4-3-3 o 4-2-3-1 di Villas Boas, si è passati infatti ad una difesa a 3 già sperimentata dall’allenatore in carriera. Tuttavia la vera novità risiede in mediana, dove il talento di Thauvin, arretrato di qualche metro rispetto al suo solito raggio d’azione, è stato affiancato da una vecchia conoscenza del nostro calcio, Yuto Nagatomo. Posizione insolita per il giapponese – nonostante abbia già ricoperto questo ruolo in carriera- che in questa stagione era stato impiegato soltanto come laterale difensivo da Villas Boas.
Che sia una delle prime mosse sampaoliane? Probabile, anche se il centrocampo non sarà l’unico reparto su cui agire: davanti mancano i goal di Dario Benedetto- solo 4 reti in 24 presenze– il quale contro il Rennes è partito dalla panchina, lasciando spazia all’ex Napoli Milik, in coppia con Dimitri Payet. Anche il francese sarà chiamato ad un salto di qualità, cercando ciò che gli è spesso mancato, la continuità.
Il 3-1-4-2 visto Mercoledì potrebbe essere il nuovo scheletro dell’OM, ma con il neo tecnico meglio astenersi da pronostici azzardati. Le novità potrebbero essere dietro l’angolo.
PIANI ALTI

Fonte: World Today News
Novità è sicuramente la parola più accostata alla realtà marsigliese in questi giorni. Ma i cambiamenti non riguardano solamente la panchina, dato che anche ai piani alti della società c’è stata una svolta in una nuova direzione, quella che porta al nome di Pablo Longoria. L’ormai ex direttore sportivo del club, a soli 34 anni si ritrova a capo dell’Olympique Marseille in veste di presidente, succedendo al tanto criticato Jacques-Henry Eiraud.
Aria di freschezza, che abbinata a quella primaverile e alle nuove fragranze sudamericane portate da Sampaoli, dovranno convergere verso un rinnovamento. Panchina e società sono state ridimensionate, ma in un club del genere un altro tassello imprescindibile è quello costituito da tifosi. Proprio quelli che hanno a lungo criticato l’ex leader del club, bersaglio delle proteste dello scorso Febbraio.
Quella fu la goccia che fece traboccare un vaso già in frantumi, soprattutto dopo l’addio di Villas Boas. Oggi l’obiettivo sarà costruirlo, ma il neo presidente francese ha messo subito in chiaro i nuovi piani societari:
All’OM non si possono avere solo giocatori di 20 anni. Serve equilibrio e per questo dovremo trovare giocatori d’esperienza
Non sarà facile, tuttavia, dato che gli investimenti in era COVID saranno sempre più difficili a causa della grave contrazione economica che ha colpito anche il mondo del calcio . Nel frattempo si cercherà di mettere in campo il cuore, sperando che Jorge Sampaoli sia in grado di trasmettere la conoscenza e passione per questo sport. Sembra poco, ma il Velodrome, per tornare ad essere il palcoscenico delle grandi notti, dovrà passare per step. Umore, coesione e risultati. Ricordandosi sempre una cosa: la mente guida i muscoli, ma il cuore la rivoluzione.
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