Tanti auguri a Matuidi: l’ago della bilancia di PSG, Juventus e Francia

single

Ventidue trofei tra PSG e Juventus, a cui si aggiunge una Coppa del Mondo nel 2018 con la Nazionale francese. questi sono i numeri della carriera di Blaise Matuidi che oggi compie 36 anni. Centrocampista grintoso e tecnicamente non molto raffinato, il francese si è contraddistinto nella sua carriera per la sua capacità di coprire ampie zone del campo, grazie alla sua corsa. Era lui spesso a sradicare il pallone dai piedi dei giocatori avversari, per poi tuffarsi con buoni tempi di inserimento nell’area di rigore opposta. Con le squadre di club, in tutte le competizioni, Matuidi ha totalizzato 699 presenze, con 50 reti all’attivo. A questi numeri si devono aggiungere gli 84 gettoni con les blues, condite da 9 realizzazioni. Tanti auguri a Matuidi, l’ago della bilancia di PSG, Juventus e Francia.

GLI ANNI IN FRANCIA

Francese di origine angolana, Matuidi nasce come attaccante, salvo poi retrocedere sulla linea di centrocampo, per sua stessa volontà: “Da piccolo ero attaccante, solo che tornavo troppo, volevo difendere, volevo fare tutto“. Muove i suoi primi passi nel calcio che conta nel Troyes, dove esordisce ad appena diciassette anni. Dopo tre stagioni, arriva la chiamata del Saint-Étienne. Nella squadra che ha dato i natali a Michel Platini, Matuidi diventa capitano ad appena 21 anni e conquista la Nazionale francese. É lo stesso Antoine Koumbaré, allenatore del PSG nel 2011, a chiedere espressamente alla società l’acquisto di quel giovane centrocampista di tanta grinta e quantità: “Molti si opponevano al suo acquisto, in società abbiamo fatto a pugni perchè arrivasse”. E così Matuidi approda sotto la Torrre Eiffel, nella campagna acquisti che segna l’inizio del progetto PSG: nella stessa estate arrivano in Francia anche Pastore, Sirigu e Menez.

L’allenatore della svolta nella carriera di Matuidi è Carlo Ancelotti. L’attuale allenatore del Real Madrid assegna al francese il ruolo di equilibratore di un centrocampo che implementerà anche Thiago Motta, Verratti e Beckham. In questo contesto, Matuidi sperimenta per la prima volta il ruolo di falso esterno del 4-4-2. E quel centrocampista di sola rottura e poca qualità cambia completamente il suo modo di giocare. Grazie ad una squadra in grado di tenere la palla nella metà campo avversaria, Matuidi affina anche le sue capacità realizzative e di inserimento. Morale? PSG campione di Francia dopo 19 anni.

L’evoluzione di Matuidi, divenuto nel frattempo capitano nell’anno dello scudetto, viene poi completata da Blanc, l’allenatore che qualche anno prima aveva creduto in lui, convocandolo in Nazionale. In totale saranno 295 le presenze con la squadra parigina, con 33 gol e un palmares ricco di successi nazionali: cinque Ligue 1, tre coppe di Francia e quattro coppe di lega.

I SUCCESSI CON LA JUVENTUS

Dopo 6 anni di successi con il PSG, arriva la chiamata della Juventus. Nell’agosto del 2017, Matuidi passa alla Vecchia Signora, reduce dalla sconfitta di Cardiff contro il Real Madrid. Di lui Allegri dice subito che “è un giocatore internazionale e ha giocato con tutti i giocatori che ha avuto“. In una Juventus che all’inizio della stagione 2017/18 subisce troppi gol, la soluzione si chiama Blaise Matuidi. Dopo la sconfitta in casa della Sampdoria per 3-2 del novembre 2017, Allegri intuisce la necessità di cambiare qualcosa nel 4-2-3-1 che tanto ha portato bene l’anno precedente. Così il tecnico livornese vara il 4-3-3, che diventa 4-4-2 in fase difensiva.

A Matuidi viene richiesto quindi di svolgere il ruolo di mezzala per poi allargarsi spesso in fase difensiva. In questo modo, i bianconeri trovano la giusta quadra e in quella stagione sfiorano l’impresa al Bernabeu nel ritorno dei quarti di Champions League, con gol anche di Matuidi. Negli anni bianconeri, il francese è l’ago della bilancia, colui che diventa imprenscindibile per garantire l’equilibrio di una squadra con tanti giocatori di qualità. Da Dybala a Higuain, fino ad arrivare a Cristiano Ronaldo. L’ex PSG è fondamentale per la vittoria dei due scudetti con Allegri e lo diventa anche con Sarri, nonostante non sia il prototipo del centrocampista ideale dell’allenatore della Lazio. Nei suoi tre anni a Torino è quello con la percentuale maggiore di contrasti vinti, che oscilla tra il 60% ed il 7o%, garantendo spesso supporto alla manovra offensiva. Il bilancio con la Vecchia Signora dice tre scudetti, una Coppa Italia ed una Supercoppa, in 133 presenze.

MatteoM