Mercato 2020. Sintesi e pagelle. Parte 1

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Si conclude uno dei mercati più strani del calcio moderno nostrano. Dopo un campionato sconvolto dalla pandemia, la finestra di mercato è stata spostata. Abbiamo visto le notizie sotto l’ombrello anziché sotto l’ombrellone e questo fa un po’ strano. Davanti a noi una stagione che parte zoppicante con rinvii e polemiche. Una certezza però c’è: le squadre sono al completo. Alla griglia di partenza molte novità, nessun grande botto, ma diversi cambiamenti decisamente interessanti in prospettiva. Procediamo con ordine, meramente alfabetico.

Atalanta 7,5. I tifosi della Dea, viziati da tre anni di crescita esponenziale che ha portato Bergamo da piccola realtà provinciale sempre a rischio retrocessione a bellissima protagonista tra i top club europei, hanno inizialmente storto un po’ il naso. Niente fuochi d’artificio. Dopo molteplici risultati da fiaba forse ci si aspettava un pezzo da novanta, come ciliegina gustosa. Niente di tutto ciò, ma in pieno stile Atalanta si è fatto un altro, piccolo, capolavoro di mercato. I big rimangono: il Papu rifiuta una proposta faraonica dagli Emirati Arabi e fa capire che a Bergamo non si sta solo sognando, ma costruendo una solida realtà. Il fronte cessioni annovera, tra gli altri, un buon giocatore come Castagne, ai ferri corti con Gasperini da tempo. Oltre a lui Czyborra e Colley (in prestito). Contando anche le cifre di altre due operazioni Traorè allo United (avverrà a Gennaio, ma già è sicura) e quella recente di Kulusevski, l’Atalanta ha racimolato un gruzzolo di quasi 100 milioni. Assolutamente niente male, soprattutto se si conta che si tratta di giocatori ancora acerbi (seppur dalle grandissime potenzialità) o non titolari fissi. Inoltre ci sono stati degli arrivi, non altisonanti, ma che danno profondità ad una rosa già tremendamente competitiva. Miranchuck, Lammers e Romero su tutti, poi anche Mojica, Piccini e Depaoli, vanno a rimpinguare le seconde file con tanto talento, senza assolutamente snaturare l’efficacissimo modulo di Gasperini. Un altro piccolo gioiello di Sartori.

Benevento 7: Le Streghe tornano in serie a con una consapevolezza completamente differente. Non sono più la timida, impacciata, neo-promossa di due anni fa. Il progetto a lungo termine del presidente Vigorito sta entrando in funzione e, come ogni disegno ben fatto, molto probabilmente comincerà a dare i suoi risultati. Benevento potrebbe diventare una Sassuolo del Sud. Dopo aver dominato il campionato cadetto i campani arrivano in Serie A consapevoli del salto che stanno facendo. Si rinforzano con l’esperienza dell’immarcescibile Glik, granitico difensore ex Torino e Monaco. In avanti c’è Lapadula con Caprari a iniettare gambe e colpi nell’attacco giallorosso. Il centrocampo viene rinforzato con giocatori rocciosi come Dabo e Ionita. Il colpo dell’ultima ora poi alza ancora di più la fiducia dei sanniti nei propri mezzi. Si tratta di Iago Falque: l’ex Genoa, Roma e Torino può essere la gallina dalle uova d’ora di Mister Inzaghi. Sicuramente ha già ampiamente dimostrato di essere un giocatore determinante in Serie A ad altissimi livelli, persa un po’ la strada ora ha una gran voglia di riscatto. Non si tratta di una completa rivoluzione, che spesso denatura il gioco, ma di una oculata e decisa campagna di rafforzamento. Il mercato ci dice che tra le neopromosse il Benevento è sicuramente la più accreditata a rimanere nella massima serie. Promossi, almeno nel mercato.

Bologna 5: Deludente il mercato del Bologna. Arriva De Silvestri, prode destriero di Sinisa Mihailovic, rientra il promettente Vignato, lo scozzese Hickey pare una bella scommessa. Ma a bocce ferme vien da dire: tutto qui? Il Bologna rimane sostanzialemente immobile, anzi perde una certezza in difesa come Bani. Pare davvero troppo poco per i felsinei che gli anni passati ci avevano abituato ad un costante miglioramento. In attacco ci sono si Barrow e Orsolini (quest’ultimo spesso in rotta col vulcanico allenatore), ma Palacio non può salvare le sorti degli emiliani in eterno, soprattutto se si guarda la carta d’identità. Manca anche un sostituto affidabile in difesa accanto all’asso giapponese Tomiasyu. Un po’ poco, un po’ male. 

Cagliari 6: I colpi principali sono Marin, talento ondivago scuola Ajax, l’eterno colosso difensivo Godin dall’Inter e proprio al suono della campanella Ounas dal Napoli, giocatore interessante in Ligue 1, ma che in serie A ha dimostrato ancora pochissimo. Non male se sommato all’arrivo dal Sassuolo del giovane scuola Juventus Tripaldelli, di Sottil, buon prospetto in crescita dalla Fiorentina e Zappa terzino rivelazione dello scorso campionato cadetto col Pescara. Le uscite, d’altrocanto, abbastanza pesanti. Pellegrini Luca dopo aver dimostrato di essere un terzino di notevole spinta, un po’ grezzo, ma molto efficace è tornato alla Juve ed è stato nuovamente girato in prestito al Genoa. Cigarini e Ionita salutano senza troppi rimorsi da parte del club, stesso non si può dire del Ninja Nainggolan. Vera e propria stella della squadra, responsabilizzato e maturato da ogni punto di vista ha trascinato il Cagliari nella scorsa, sorprendente stagione. La trattativa per riportarlo a casa era ampiamente imbastita, poi qualcosa è andato storto e cosi Radja è rimasto alla corte di Conte, di cui però non è certo un pupillo. Un vero peccato, con il Ninja tra le linee la squadra sarebbe stata decisamente più competitiva dello scorso anno, ambendo seriamente ad una poltrona in Europa. Marin, Godin e Ounas  sono tre ottimi rinforzi, ma manca ancora qualcosa, specialmente in difesa. Difficile, inoltre, colmare il vuoto lasciato dal belga in mezzo al campo. Bene, ma non benissimo.

Crotone 5,5: Tornati in A i calabresi hanno una gran voglia di sorprendere, come due anni fa. La campagna acquisti c’è stata, ma è stata un po’ confusionale. Tanti giocatori, nessuno decisivo. Serviva esperienza e fantasia, per affrontare un campionato che si preannuncia complessissimo per i pitagorici. Cigarini è il pezzo da novanta: giocatore maturo, affidabile, non certo colui che ti cambia il campionato. Torna in serie Pedro Pereira, cometa ai tempi della Samp. Poi tanti altri, il sempreverde Rispoli, Petriccione dal Lecce, Luperto dal Napoli, Siligardi dal Parma e Djidji dal Toro. Poi Dragus, Vulic, Eduardo Henrique come colpi internazionali, rispettivamente da Standard Liegi, Stella Rossa e Sporting. C’è tanta carne sul fuoco, effettivamente, a meno di sorprese, però, molti dei titolari saranno quelli della scorsa ottima stagione in B, da Cordaz a Simy passando per Benali e Messias. Col tempo qualcosa cambierà, sicuramente. Di certezze però gli ionici ne hanno poche. La strada per la salvezza è irta. Sarà fondamentale (anche se pare poco probabile) che gli innesti alzino il livello. Lavori in corso.

Fiorentina 6,5: Lo stravagante presidente italo-americano Rocco Casalino è arrivato alla guida dei gigliati promettendo molto. Dallo stadio per poi passare ad un rilancio della squadra, da qualche anno in lapalissiana difficoltà. Senza voler strafare sembra che siano stati assestati dei buoni colpi in ottica futura. Giocatori solidi e precisi come Amrabat ce ne sono pochi. Il centrocampista avrebbe fatto gola a quasi tutte le squadre della massima serie, ma Casalino l’ha voluto subito in Toscana. Bonaventura può trovare qui le prestazioni e la serenità di un tempo. Biraghi è tornato da una stagione in chiaro scuro con l’Inter responsabilizzato e con il posto da titolarissimo. Dalla panca entra il maestro Yoda del calcio italiano, Borja Valero: nonostante le numerose primavere sulla schiena può sempre tornare utile, si sa la classe non invecchia. La rosa, poi, è stata sfoltita in uscita: via Ceccherini, Sottil, Badelj e Agudelo. Molto bene. Capitolo a parte per Chiesa, fulcro della fase offensiva viola oltre che già giovanissima bandiera della tifoseria. La Juve chiama e spesso è difficile dire di no, se sarà la destinazione giusta per Federico lo scopriremo solo col tempo. Mentre si sa con certezza che il sostituito c’è ed è extralusso: Josè Maria Callejon. Dopo tante stagioni ad alti livelli col Napoli è pronto a tornare. Infine, Martinez Quarta è un difensore poco conosciuto in Italia, ma ha un estimatore d’eccezione, Zanetti, che ne certifica le grandi abilità. Staremo a vedere, ma le premesse per la Viola sono più che buone.

Genoa 6+: Dopo la scorsa, disastrosa, stagione il Grifone si lancia in modo cannibalesco sul mercato. Sembra chiaro a tutti che per restare stabilmente in Serie A serva una rosa ben più competitiva. Arrivano rinforzi molto variegati, in ogni reparto, giovani, esperti, molte le scommesse. Per la difesa Czyborra dall’Atalanta, che come si sa, spesso pesca talenti sparsi per il mondo, Pellegrini Luca, ottimo prospetto scuola Juve classe ’99 in corso di maturazione, ma con già una stagione da titolare in serie A ad alto rendimento alle spalle. Inoltre è arrivato Zappacosta in prestito dal Chelsea, veterano che non ha bisogno di presentazioni e Bani affidabile difensore ex Bologna. Il centrocampo si arricchisce con Melegoni, in prestito sempre dalla Dea. Esploso insieme a Bastoni era in prestito al Pescara, ora cerca il salto di qualità. Badelj espertissimo metronomo della Fiorentina, perfetto per dettare i tempi di gioco e Zajc, trequartista gioiello del Fenerbache, ex Empoli, se esplodesse definitivamente potrebbe davvero fare la differenza. In attacco due giocatori cercano riscatto: i redivivi Destro (arrivato a Gennaio) e soprattutto Pjaca proveranno a dare una mano a buttarla dentro all’instancabile Pandev. Insomma si è fatto tanto, ci sono tanti giovani, tante scommesse e giocatori mai compiuti in cerca di redenzione. Le intenzioni sono le migliori il campo ci dirà la verità. Quantità e qualità (?).

Inter 7,5: Capitolo a parte per l’Inter. Conte vuole solo vincere e la dirigenza cinese ha fatto il possibile per accontentarlo. Le fasce, già rinforzate a gennaio con Young, sono il punto focale del gioco contiano ed è qui che arriva probabilmente il miglior colpo dell’Inter. Achraf Hakimi, esterno di origini marocchine del Real Madrid, dopo una stagione sontuosa in prestito al Borussia (5 gol, 10 assist) è pronto per diventare una stella planetaria. Velocità impressionante, da centometrista, ottima tecnica e precisione millimetrica nel cross. Acquisto più oneroso dell’Inter e colpo, in prospettiva, più interessante di tutto il mercato italiano. A centrocampo arriva Vidal. Non servono certo troppo descrizioni per il cileno, stella assoluta, ha vinto tutto col Barcellona, ora torna a Milano per finire alla grande la carriera. Con Conte siamo certi che le motivazioni non gli mancheranno. In seguito sono arrivati anche Kolarov, esperienza da vendere e piede fatato, Darmian, riserva di lusso e il portiere di riserva Radu dal Parma. Capitolo a parte per Perisic e Nainggolan. Non entrano nel taccuino dei desideri di Conte, la società ha provato a piazzarli altrove, senza successo. Non sono congeniali agli schemi del tecnico salentino e sappiamo come egli sia intransigente riguardo alla tattica. D’altro canto sono due giocatori di livello altissimo, sicuramente potranno dare un contributo enorme, se ne avranno la possibilità. I big sono rimasti, gli innesti ci sono stati. Questa stagione ha un solo imperativo: vincere. Win or go home.

Juventus 6+: La Vecchia Signora vive di luce riflessa. Il suo impero oramai non conosce rivali, è chiaro, ma ogni anno sembra erodersi quel vantaggio con le altre. Vero è anche che fine dopo aver detto così a trionfare sono i bianconeri. Quest’anno, però, potrebbe non essere così facile. Sfoltita la rosa da (quasi) tutti gli esuberi (Higuain, Matuidi, Rugani Douglas Costa, De Sciglio, Pjanic), il mercato in entrata è stato piuttosto modesto, per una squadra del calibro della Juve. Non c’era bisogno di chissà che cosa, chiaramente, ma per una squadra che punta a vincere tutto un mercato del genere potrebbe non essere all’altezza. Arthur dal Barcellona porta quel brio a centrocampo che mancava. Giocatore dinamico, veloce e preciso si candida per un posto da titolare sulla affollata mediana bianconera. McKinnie arriva da underdog, ma sfoggia una cattiveria agonistica che lo farà sicuramente apprezzare da Pirlo e dai tifosi, quindi occhio al suo minutaggio. Arriva infine sul gong anche Federico Chiesa. Il figlio d’arte ha dimostrato di essere un signor giocatore a Firenze, analizzando bene il suo gioco pare poco funzionale alla Juve. Contropiedista, veloce, abile negli inserimenti. La Juve, soprattutto in campionato, gioca con difese arcigne e schierate e l’abilità nel dribbling non è certo tra le migliori doti di Chiesa. Certo giudicare ora è sbagliato, starà a Pirlo lanciare l’ottimo esterno scuola Fiorentina in un sistema a lui congeniale, contando anche la giovane età del giocatore e i pressoché illimitati margini di miglioramento. Ci si augura solo non diventi Bernrdeschi 2. Un altro, fondamentale, rinforzo della Juve è stato fatto lo scorso anno, ma solo questa stagione lo vedremo in bianconero: Dejan Kulusvski. Dopo una stagione a livelli stellari col Parma, dove il classe 2000 dell’Atalanta ha incantato tutti per personalità e tecnica fuori dal comune, Kulu è già pronto a prendersi il suo posto da protagonista nella Juventus. Con Ronaldo già c’è feeling. Sia il gruppo che l’allenatore ripongono piena fiducia nell’asso svedese. Che sia lui il vero colpo da novanta del mercato juventino?

Lazio 5: Diciamocelo, il mercato della Lazio è stato parecchio sottotono. Ci si aspettava di più la stagione del ritorno in Europa. Nessuna cessione dei big, questo è vero, Lotito blinda i suoi assi. La prospettiva di salire di livello, però, si fa attendere a causa di un mercato un po’ spento e bizzarro. Muriqui è stato annunciato come partner di Immobile. In attacco se la giocherà con Correa, essendo però un giocatore completamente differente. Gigante di 193 centimetri, è molto bravo nel gioco aereo e nel lavorare per la squadra, lo dimostrano i 15 gol conditi con 6 assist con il Fenerbache lo scorso anno. Immobile attacca più gli spazi, Correa svaria su tutto il fronte, inventando, l’attaccante kossovaro è più una boa a cui girare intorno. Da vedere come verrà gestito dall’allenatore nel corso della stagione. Dopo di lui, poco altro. Pereira dallo United, Fares dalla Spal, Reina, Hoedt ed Escalante. Riserve che allungano la rotazione, ma che non rispettano gli standard di Inzaghi. Hoedt è parso un ripiego dopo aver perso di vista obiettivi ben più alti. Anche un rinforzo a centrocampo sarebbe stato tanto agognato dal mister per affrontare una triplice competizione. Tutto è, tuttavia, rimasto una chimera ed ora si aprono le danze. Si poteva e doveva fare sicuramente meglio.

 

(Fonte immagine in evidenza: profilo IG @seriea)

NiccolòN