Vertigo è un vocabolo tornato molto attuale a Newcastle Upon Tyne. Inizialmente è stato utilizzato per descrivere l’effetto visivo riscosso da chi assiste a una partita al St James’ Park, le cui tribune, a strapiombo sul campo, danno un reale effetto di precipitazione dal seggiolino. In secondo luogo, ed è molto più attuale, il capogiro e la confusione che aleggia attorno – e dentro – lo stesso impianto di Newcastle, la cui squadra cittadina ha smarrito idee e progetti.

Il Newcastle è uno dei club più noti e storici d’Inghilterra, che vanta quattro campionati inglesi e che all’inizio del nuovo millennio è stata una delle squadre più forti del Regno Unito, spesso in Europa e più volentieri in Champions League. Invece oggi il Newcastle ha una dirigenza allo sbaraglio e un’incredibile assenza di punti di riferimento a poche settimane dall’inizio della stagione – otto agosto la prima gara ufficiale. Attualmente, la squadra è coinvolta in una redditizia tournèe asiatica insieme a Watford, West Ham e Manchester City – Asian Trophy Cup – e l’asterisco di questa partecipazione è che i Magpies si sono presentati all’appuntamento senza un allenatore ufficiale. Il proprietario Mike ashley ha già dichiarato di voler vendere la società ma, in assenza di papabili acquirenti, il club dovrebbe quanto meno prepararsi alla stagione incombente e organizzare almeno una squadra per competere per la salvezza: obiettivo oramai dichiarato per forza nelle ultime stagioni.

LA SITUAZIONE

Mike Ashley, proprietario della squadra dal 2007, è un imprenditore inglese e attuale CEO della Sports Direct, nota catena di negozi di abbigliamento sportivo la cui sede centrale è proprio a Newcastle (e i suoi punti vendita sono sparsi in tutta l’Inghilterra). Forbes nel 2018 ha estimato il suo patrimonio pari a 2,7 miliardi e negli anni si è affermato come uno degli uomini più ricchi d’Inghilterra. Eppure gli affari col calcio non sono andati bene, e dopo una gestione abbastanza in rosso del club – oltre ai debiti la squadra è retrocessa due volte in dodici anni – il proprietario ha deciso di vendere. E lo ha fatto dichiarando una situazione finanziaria piuttosto difficile, ammettendo le difficoltà del club nella formazione di una rosa di livello.

La squadra durante uno degli allenamenti della preparazione in Asia. Fonte immagine: profilo Instagram NUFC

Dopo una promozione e due tredicesimi posti in Premier League, a fine campionato Rafa Benitez ha pubblicamente affermato di non voler prolungare il suo contratto con i Magpies (in scadenza il 30 giugno) e se ne è andato in Cina, al Dalian Yifiang, portando con sé anche il forte attaccante venezuelano Rondón. Dunque, nonostante i tentativi di portare alcuni allenatori di buon livello al St James’ Park, il Newcastle non è riuscito a far firmare nessun contratto per portare un manager sul Tyne, tanto che, appunto, in tournée ad allenare la squadra ci sono andati i responsabili tecnici dell’under 23 (Ben Dawson e Neil Redfern). Eppure il nuovo allenatore è arrivato, nominato i 7 luglio dopo il pagamento di cinque milioni di sterline necessarie per liberarlo dal precedente club, lo Sheffield Wednesday. Steve Bruce è il nuovo manager del Newcastle e nelle ultime ore è stato presentato alla stampa direttamente da Shanghai. Ma Bruce, che è nato vicino Newcastle – mossa per placare i tifosi? – e ha già allenato in Premier League, deve ritrovarsi a salvare i Magpies con una squadra svuotata.

Fonte foto: profilo Instagram NUFC

Rondón è andato in Cina seguendo Benitez (e un contratto sontuoso), Joselu è andato all’Alavés, Diamé all’Al Ahli, e soprattutto Ayoze Pérez al Leicester, che ha sborsato 33 milioni di euro per portarlo al King Powel Stadium. Di acquisti neanche l’ombra. Oltretutto, il Newcastle affronterà la prima partita in casa contro il Manchester City, poi andrà a Londra contro il Tottenham e poi ancora in trasferta contro i Wolves (che disputeranno i preliminari di Europa League). Un inizio non dei migliori.

E ADESSO ?

Newcastle brucia. Di collera. Da tempo i tifosi sono in rivolta con Ashley e hanno manifestato il loro dissenso tramite ogni forma possibile pacifica. Da cori e contestazioni a sit-in e boicottaggio delle presenze allo stadio: in pratica i tifosi stanno sacrificando loro stessi per convincere la società a un gesto di abbandono. E Ashley, di fatto, si è esposto pubblicando il bando per la vendita del club, ma per ora non paiono esserci trattative in fase di conclusione. Ovviamente i Magpies percepiscono ingenti entrate finanziarie dai diritti tv e da un impianto che offre alla squadra una media ingressi che da tre anni supera i 51000 spettatori. Oltretutto il Newcastle è la squadra più quotata di una regione importante dell’Inghilterra, il nord est, che a livello calcistico presenta oltre ai Toons pure i rivali del Sunderland e il Middlesbrough – a livello di alto professionismo.

Purtroppo il calcio in questa località inglese ha perso il prestigio che aveva anni fa e adesso il difficile contesto economico rivela non solo un disagio sociale – la crisi degli scorsi anni si è fatta sentire molto – ma anche una depressione sportiva la domenica allo stadio. Soprattutto a Newcastle, dove il calcio è religione e attualmente la sede papale è vacante. E tutto questo a soli 20 giorni dall’inizio del campionato.

 

(Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram NUFC)