Negli ultimi 10 anni nel nostro campionato sono passati tanti campioni, che hanno scritto pagine importanti della Serie A e del calcio italiano, in particolare i record scritti dai giocatori della Juventus. Si può pensare ad esempio Buffon, Chiellini, a giocatori dal calibro di Cristiano Ronaldo. Ma uno dei giocatori più iconici e che ha fatto innamorare, non solo, i tifosi bianconeri, ed ora quelli giallorossi, è un ragazzo dal mancino fatato, con cui ha saputo incantare in diversi stadi d’Italia. Prima al Renzo Barbera, poi all’Allianz Stadium, ed ora all’Olimpico di Roma: Paulo Dybala compie 30 anni.
La Joya ha praticamente realizzato un’intera carriera nel nostro paese, arrivato giovanissimo a Palermo dove è stato nominato U picciriddu. Poi l’esplosione del 2014/2015 lo ha catapultato fra i radar dei top team italiani, con la squadra campione d’Italia e finalista di quell’anno in Champions League, che è riuscita ad aggiudicarsi le prestazioni del talento argentino. Alla Juventus prima col 21 e col 10, ha affrontato un turbine di emozioni, prima da campione e stella, poi col dramma, visto che le cose non si sono chiuse in maniera felice nel club bianconero. Anzi, potremmo dire con le lacrime.
Ora Dybala è simbolo della Roma, che grazie al lavoro della società, in primis Tiago Pinto, ed un allenatore dalla caratura di Mourinho, hanno saputo realizzare il trasferimento a zero del numero 21 giallorosso subito accolto con il delirio durante la sua presentazione ai suoi nuovi tifosi.
UN RUOLO CHIAVE
Paulo Dybala è indiscutibilmente il giocatore fondamentale per questa squadra. L’uomo che può accendere lo stadio o l’andamento di una partita con un solo tocco, che vive al centro della squadra come richiesto anche da Mourinho, che proprio lo scorso anno aveva definito due squadra differenti in base alla presenza in campo dell’argentino:
“Fino al 70′, i tifosi della Roma fischiavano e volevano andare a casa, poi in 20′ abbiamo creato più di quello che abbiamo fatto nelle ultime quattro o cinque partite. E il perché è facile: quando un giocatore come Dybala non gioca è tutto molto diverso per noi”.
Mourinho dopo Roma-Torino 1-1
Dopo una stagione dove ha fatto sognare in finale di Europa League con il suo gol che ha aperto le marcature della finale contro il Siviglia, Dybala si ritrova al fianco di un altro attaccante, legato in maniera curiosa al suo destino, visto che i due sarebbero stati protagonisti di uno scambio di mercato nell’estate del 2019 fra Juventus e Manchester United. Sono proprio loro, Dybala e Romelu Lukaku, gli autentici trascinatori della Roma.
Ad oggi, i suoi numeri alla Roma registrano 20 gol in 48 partite in tutte le competizioni.
I PROBLEMI FISICI E L’ADDIO
Nonostante l’entusiasmo e la fiducia trasmessa dal popolo giallorosso verso la Joya, ecco che rimangono sempre quei piccoli problemi che non lo vedono esprimersi al meglio del suo potenziale ormai qualche anno per i continui problemi fisici.
Dal finale di stagione del 2019/2020, dopo il suo infortunio dopo aver forzato il rientro in Juventus-Lione nel ritorno degli ottavi di finale della Champions League, Dybala ha una ricaduta sullo stesso muscolo che qualche giorno prima contro la Sampdoria lo aveva messo K.O. Dopo di questo, una serie di infortuni e ritardi di condizione che praticamente non lo vedono mai in campo nella stagione con Pirlo alla Juventus.
Invece, la sua ultima giocata in bianconero è quella della definitiva rottura che lo porterà alla Roma. Il designato capitano dopo Giorgio Chiellini, continua a vivere infatti momenti di bassi e alti, che lo vedono se al meglio della condizione al pari dei grandi giocatori del panorama europeo, ma molto fragile. Per tre volte si presentano degli infortuni muscolari che ne dimezzano praticamente l’utilizzo nella stagione 2021/2022. Di conseguenza, quell’accordo che sembrava praticamente cosa fatta per legare il suo nome per ancora tanti anni alla Vecchia Signora svanisce e il numero 10 si vede costretto ad abbandonare a zero dopo sette anni.
LA GESTIONE ALLA ROMA
Il suo passaggio alla Roma poteva essere la svolta decisiva anche dal punto di vista mentale. Ma ancora una volta, praticamente a ridosso dei Mondiali, un altro infortunio muscolare lo lascia fuori dal campo. Questa volta un calcio di rigore. Con un recupero lampo, Dybala verrà comunque convocato per il Mondiale in Qatar che lo vedrà anche protagonista in finale, visto che sarà uno degli argentini che realizzeranno i calci di rigore decisivi nella vittoria contro la Francia.
Nella seconda parte di stagione, ancora qualche acciacco lo ha visto spesso fuori, prima per qualche guaio muscolare, poi per una caviglia che gli ha permesso di rientrare in extremis proprio nella finale di Europa League.
In questa stagione, ancora un altro infortunio lo ha lasciato fuori per circa un mese. Anche per Mourinho, la condizione di Dybala è una variabile da considerare nel suo passaggio alla Roma dello scorso anno, anche in riferimento ad un altro giocatore importante come Renato Sanches, spesso infortunato:
“Un giocatore infortunato è diverso da uno che ha una storia clinica . I giocatori che hanno una storia clinica sono quelli che soffrono per problemi fisici che si ripetono nel tempo. La Roma ha diversi elementi con una storia clinica, che io sono contento di avere in determinati momenti. Ma Dybala e Sanches pensate che sarebbero qui senza una storia clinica?”.
Mourinho in conferenza stampa
U PICCIRIDDU DIVENTATO JOYA
Quasi come se fosse volato il tempo, Dybala taglia il traguardo dei 30 anni. La sua maturazione in campo e fuori, ne hanno fatto di lui un giocatore difficile da tenere fuori per la tecnica ma anche di complessa tattica, viste le sue caratteristiche tra attaccante, come dimostrato nel Palermo e nei primi anni di Juventus, ed un trequartista più avanti.
Una carriera quasi rovinata in parte se consideriamo tutte le partite perse dall’argentino, ma che non gli hanno di certo permesso di non esibire il suo talento ed i tanti trofei conquistati (5 scudetti, 4 Coppa Italia, 3 Supercoppa Italiana, 1 Serie B, 1 Mondiale, 1 Finalissima, MVP della Serie A 2019/2020).
Di certo, gli si augura una seconda parte di carriera ancora vincente, con la speranza di vederlo sempre di più in campo per la nostra Serie A.