In settimana abbiamo assistito ad un evento che ad inizio stagione – e fino al 60′ minuto di gioco – era impensabile: il Paris Saint-Germain è stato clamorosamente eliminato dalla Champions League, da un Real Madrid capace di ribaltare il discorso qualificazione in poco più di un quarto d’ora. I francesi dunque hanno fallito l’obiettivo stagionale per l’ennesimo anno consecutivo. Questa volta però il dolore è maggiore, dopo che in estate si era costruita una super squadra proprio al fine di alzare la “Coppa dalle grandi orecchie”.
Nasser Al-Khelaifi e Leonardo non sono riusciti ad accettare una catastrofe simile, indicando l’arbitro Danny Makkelie come colpevole dell’eliminazione dei parigini. Al termine della sfida al Santiago Bernabéu infatti il patron è corso insieme al ds negli spogliatoi degli arbitri per protestare contro il loro operato.
LA RICOSTRUZIONE
Lamentele e spinte, tanto che il direttore di gara nel verbale riferisce:
“Il presidente ha rotto uno delle bandierine di un assistente, per giunta aggressivamente ed intenzionalmente”.
Per questo motivo si è aperta un’inchiesta a riguardo. Secondo quanto previsto dal Codice Disciplinare della UEFA le azioni dei due dirigenti sarebbero punibili con un massimo di 15 match di squalifica (tra competizioni europee e non). Ad essa si aggiunge anche un’ammenda fino a 100.000 euro.
Al momento sono queste le prove ufficiali che ha la UEFA riguardo al post partita di Real Madrid-PSG. Le testimonianze riguardo a minacce, urla e spintoni non dovrebbero essere valutate, purché non compaiano nel rapporto allegato alla partita. Fatto sta che sarà praticamente inevitabile una sanzione per Al-Khelaifi e Leonardo.