Il Rangers Football Club è campione di Scozia.

Una frase che non si sentiva da ben dieci anni; tanto è passato dall’ultima volta che i tifosi dei Gers hanno potuto pronunciare con fierezza queste parole.

Era infatti il 2011 quando i protestanti di Glasgow festeggiarono il loro 54° titolo nazionale, vincendo l’allora Scottish Premier League con 1 punto di vantaggio sugli eterni rivali del Celtic.

Nel mezzo un fallimento societario, la ripartenza dalla quarta divisione del calcio scozzese (all’epoca nota come Third Division e attualmente conosciuta invece come Scottish League Two, ndr) – la più bassa nel sistema professionistico nazionale -, la risalita fino alla massima serie e un dominio Celtic di ben nove anni; tanti i campionati conquistati consecutivamente dagli Hoops in questo lasso di tempo.

Il Rangers Football Club è campione di Scozia per la 55ª volta.

Un record mondiale. Nessuna altra squadra di calcio professionistico ha infatti mai vinto 55 campionati nazionali prima dei Rangers. Nemmeno il Linfield Football Club, leggendaria società di Belfast. I nordirlandesi attualmente sono infatti fermi a 54 trionfi. Numero che potrebbe però crescere nei prossimi mesi, qualora i Blues dovessero vincere ancora l’IFA Premiership, competizione nella quale oggi sono primi in classifica con 2 punti di vantaggio sul Coleraine a 11 partite dal termine.

IL MANAGER

Steven Gerrard è campione di Scozia per la prima volta.

Per la leggenda del Liverpool si tratta anche del primo trofeo in assoluto da manager.

Frutto di un’annata semplicemente perfetta di quella creatura che l’ex centrocampista inglese sta allevando con intelligenza e passione da ormai tre stagioni.

32 partite disputate. 28 vittorie. 4 pareggi. 0 sconfitte. 77 goal segnati. 9 subiti. 24 clean sheets. 88 punti realizzati. 20 punti di vantaggio sul Celtic, secondo in classifica, al momento del successo matematico. Campionato vinto con 6 gare d’anticipo.

Numeri che lasciano a bocca aperta e sottolineano la grandezza di un trionfo arrivato proprio nell’anno in cui i cugini del Celtic sognavano di fare la storia vincendo il loro decimo campionato consecutivo. Un sogno letteralmente fatto a pezzi dalla squadra di Gerrard, sotto i colpi della concretezza e del bel gioco.

Il tutto nella stagione in cui i Gers si sono ritrovati a giocare in stadi vuoti, in un mondo messo in ginocchio da una pandemia, in un Ibrox deserto.

Un trionfo di questa portata – e atteso per così tanto tempo – avrebbe meritato di essere vissuto ogni fine settimana tra l’abbraccio dei propri tifosi. Così come lo avrebbe meritato il Liverpool nel 2020, quando il ritorno dei Reds sul tetto d’Inghilterra dopo ben 30 anni fu festeggiato a porte chiuse. Così come lo avrebbe meritato il Leeds United, capace la scorsa stagione di vincere la Championship e risalire in Premier League a sedici anni dall’ultima volta.

Tre lunghe attese, tre storici successi festeggiati forzatamente davanti a tribune vuote, a seggiolini spogli, a gradinate mute.

Un distanziamento dal proprio pubblico immeritato, ma necessario (le scene d’assembramento di migliaia di tifosi all’esterno dei cancelli di Ibrox, così come in precedenza di Anfield ed Elland Road, dopo questi titoli non possono infatti essere considerati come degni festeggiamenti. Anzi, in un mondo che fatica a rialzarsi a causa del continuo diffondersi del Covid-19, scene di tale mancanza di senso civico corrispondono a comportamenti da censurare e non glorificare).

 

IL PROGETTO

Il Rangers Football Club è campione di Scozia per la 55ª volta e questo è il grande trionfo di Steven Gerrard.

Non si può infatti che partire da lui e dal grande lavoro che lui e il suo staff sono riusciti a portare avanti negli ultimi tre anni in quel di Glasgow.

“Quando ricevetti la chiamata dei Rangers, presi una decisione di pancia. Sentì subito una sensazione differente allo stomaco, rispetto a quando avevo ricevuto altre opportunità. Ebbi subito un sentore che qualcosa di speciale stava accadendo e che i Rangers erano la squadra perfetta per me”.

Era l’estate del 2018 e Steven Gerrard si presentò con queste parole nella sua prima conferenza stampa come nuovo manager dei Gers.

Qualcosa di speciale. Ciò che in Scozia, alla sua prima esperienza da allenatore di una prima squadra, Stevie G – come amiamo ancora chiamarlo tutti noi figli innamorati di quello splendido calciatore che è stato – è riuscito a fare.

Ha studiato giorno dopo giorno. Si è integrato alla perfezione nel nuovo ambiente (facilitato indubbiamente in questo rapido processo dal suo essere britannico). Ha creato un gruppo affamato, una squadra bella da veder giocare, un team vincente.

Lo ha fatto portando a Glasgow moltissimi giocatori provenienti dalle maggiori serie calcistiche inglesi (su tutti il leggendario Jermain Defoe). Pescando soprattutto talenti in Belgio, come Ianis Hagi e Kemar Roofe. Nel campionato croato, come Borna Barisic e Nikola Katic, in quello italiano (vedasi l’ex Bologna Filip Helander) e in quello svizzero (Cedric Itten). E ancora francese e messicano. Convincendo poi diversi giocatori già presenti in altri club scozzesi di Premiership a sposare il suo progetto.

Lo ha fatto gradualmente, alzando sempre più l’asticella dei risultati da raggiungere anno dopo anno. Lo ha fatto con pazienza, facendo crescere giornalmente i suoi ragazzi e nello stesso tempo crescendo con loro.

Lo ha fatto con l’aiuto di Gary McAllister e Michael Beale, suoi viceallenatori per tutto il corso di questa sua avventura ai Rangers (e con i quali aveva già avuto la possibilità di confrontarsi nella sua lunghissima esperienza di vita al Liverpool).

Il suo primo anno fu subito secondo posto in campionato, quarti di finale di Scottish Cup, semifinale di Scottish League Cup e gironi di Europa League. Il secondo anno fu nuovamente secondo posto in campionato, ancora quarti di finale di Scottish Cup, finale di Scottish League Cup e ottavi di finale di Europa League.

Il terzo – quello in corso – vittoria del campionato, quarti di finale di Scottish League Cup, un terzo turno di Scottish Cup ancora da giocare l’aprile prossimo contro il Cove Rangers FC e ottavi di finale di Europa League da disputarsi nelle prossime settimane contro lo Slavia Praga, con la possibilità dunque di accedere ai quarti.

Un miglioramento continuo. Nei risultati e ovviamente sul campo, dove i Rangers oggi sono una delle squadre più temute. In campionato non hanno infatti perso una singola gara. In Europa League neppure. Solamente il St. Mirren il 16 dicembre scorso è stato in grado di infliggere quella che fino ad ora è l’unica sconfitta stagionale per i Rangers, caduti 3-2 quella notte ed eliminati dalla Coppa di Lega scozzese.

In Premiership ha vinto entrambi gli Old Firm giocati fin qui contro il Celtic. Lo ha fatto realizzando tre goal e non subendone alcuno. E il 21 marzo prossimo, in quella che sarà anche l’ultima partita delle 33 che compongono la ‘fase regolare’ della stagione (seguita poi dai 5 incontri tra le prime sei della classifica, come prevede il format del campionato scozzese nella sua fase conclusiva, ndr), avrà la possibilità di fare tripletta.

Al Celtic Park si disputerà infatti il terzo Old Firm della stagione e gli Hoops accoglieranno sul proprio campo i neolaureati campioni di Scozia. Nemmeno il più sapiente romanziere avrebbe potuto scrivere un finale migliore per il ritorno al titolo dei Gers.

IL CAPITANO

Il Rangers Football Club è campione di Scozia per la 55ª volta e questo è il grande trionfo dei 29 calciatori che ne compongono la rosa, capaci di approfittare dell’anno in cui i rivali del Celtic si sono disuniti nello spogliatoio (tra i motivi che hanno portato all’addio in corsa del manager Neil Lennon, ndr) e sciolti come neve al sole, dopo memorabili, trionfali e indimenticabili stagioni sotto la guida di Lennon (uno e bis), Brendan Rodgers e Ronny Deila.

È il trionfo dei giocatori, a cominciare da James Tavernier, capitano, terzino destro e allo stesso tempo bomber e assist-man dei Gers.

Il natio di Bradford, città inglese che dista poco più di 100 km da quella Liverpool che Gerrard conosce molto bene, è l’uomo simbolo dei Rangers.

Arrivato a Glasgow nel 2015 dopo moltissime esperienze tra le diverse divisioni del calcio inglese, è il giocatore in rosa da più tempo e che ha vissuto più di tutti sulla propria pelle la rinascita del club.

Lo ha fatto con la fascia di capitano al braccio e la voglia di dimostrare di poter essere uno dei migliori terzini al mondo. O quanto meno uno dei terzini più moderni.

Instancabile corridore, crossatore eccellente, glaciale dal dischetto del rigore e pericolosissimo anche sui calci di punizione.

 

Dove si trova oggi un terzino capace di realizzare 17 goal e 15 assist in 41 partite? Solo a Glasgow, solo in maglia Rangers, dove Tavernier quest’anno è stato capace di mettere in sequenza questi numeri tra campionato e coppe (sia nazionali che europee).

Più attaccante degli attaccanti. Nessun altro compagno di squadra ha segnato infatti più goals di lui.

Più assist-man dei fantasisti. Nessun altro giocatore dei Gers ha offerto più passaggi vincenti in questa stagione del nazionale inglese.

“Non ci sono parole che possono descrivere quello che abbiamo fatto. Sono assolutamente entusiasta per il club, i fans, i giocatori e tutti i coinvolti. Soprattutto per i fans che hanno dovuto vivere momenti difficili per lungo tempo. Io ho vissuto come sulle montagne russe da quando sono arrivato qui e questo successo è qualcosa di monumentale”.

Così ha commentato la vittoria del titolo a Rangers TV.

Monumentale. Come il giocatore che lui è diventato sotto la guida di Gerrard.

I VETERANI

È il trionfo anche di Alfredo Morelos e Ryan Jack, unici altri due giocatori – oltre al già citato Tavernier – attualmente nella rosa dei Rangers a essere arrivati prima di Steven Gerrard nel club.

Il centravanti colombiano per la tifoseria è un vero e proprio idolo. El Bufalo, come è conosciuto da quelle parti.

Nelle ultime stagioni l’attacco dei Light Blues è sempre stato sorretto dai suoi goals. Potente, estroso, dal temperamento sanguigno (a volte fin troppo). Sotto la guida di Gerrard, stagione dopo stagione è riuscito a migliorare costantemente quel comportamento in campo che a volte lo portava a ricevere troppi cartellini rossi. Lo ha fatto con l’intelligenza di chi ha capito come controllarsi per non provocare danni alla squadra nei momenti più importanti. Mettendo il gruppo davanti a se stesso. Come solo i grandi sanno fare.

Il mediano scozzese, insieme a Scott Arfield (primo acquisto di mercato dell’era Gerrard, ndr), è invece il centrocampista più utilizzato dal tecnico inglese dal suo arrivo ai Rangers.

Veterano della categoria, grazie alla sua lunga esperienza precedente nell’Aberdeen, Ryan Jack è un altro degli uomini simbolo di questo trionfo dei Gers.

Così come lo sono Allan McGregor e Steven Davis, unici due calciatori capaci di vincere titoli con i Rangers pre e post fallimento.

Entrambi hanno infatti conquistato quattro Premiership a testa con il club di Ibrox. Gli ultimi tre campionati vinti tra il 2008 e il 2011, prima del crollo della società nel 2012 e la ripartenza dalle serie minori, e questo primo titolo post-rinascita.

Due assolute leggende di categoria. McGregor, portierone 39enne di Edimburgo. Cresciuto nelle giovanili dei Rangers, titolare nella Nazionale scozzese, un vero e proprio usato sicuro.

Davis, insostituibile centrocampista nordirlandese, nato a Ballymena 36 anni fa e diventato dal 2005 ad oggi il giocatore con più presenze (124) nella storia della Nazionale che un tempo fu di George Best.

LA REALIZZAZIONE DEL SOGNO

È il trionfo anche di Jermain Defoe, sublime centravanti londinese al suo primo campionato vinto da giocatore. Mai, infatti, nelle sue precedenti esperienze inglesi con le maglie di Charlton, West Ham. Bournemouth, Tottenham, Portsmouth e Sunderland, e quella in MLS con il Toronto FC, aveva vinto un campionato.

Motivo per cui l’orgoglio del nazionale inglese ai microfoni di Rangers TV dopo questo successo era davvero tanto:

“Ho dedicato tutta la mia carriera e la mia intera vita a momenti come questo. Ho sempre saputo che a un certo punto nella mia carriera sarebbe arrivato un successo così e questo è ciò che mi ha sempre motivato ad andare avanti a essere onesto. Poi con questo gruppo di giocatori, questo staff, le persone in cucina, le ragazze coinvolte della comunicazione, è stato davvero un lavoro di squadra. Questo è il motivo per cui si gioca a calcio, per momenti come questo. Non si dimenticheranno mai momenti del genere. È stato davvero emozionante. La prima cosa che ho fatto è stata chiamare mia madre”.

È il trionfo di Connor Goldson e di Ryan Kent, unici due calciatori ad essere scesi in campo in tutte e 32 le partite di campionato giocate dai Rangers in questa stagione. Il roccioso difensore ex Brighton & Hove Albion e la sorprendente ala d’attacco ex giovanili del Liverpool (con la prima squadra ha disputato solamente una gara in FA Cup contro l’Exeter City nel gennaio del 2016, primo anno di Jürgen Klopp alla guida dei Reds, ndr). Pedine intoccabili nel 4-3-3 di Gerrard.

È il trionfo del progetto Rangers. Il ritorno dei Gers a quella che prima del tracollo era sempre stata la normalità. La rinascita di una nobile decaduta del calcio scozzese. Audace nell’affidarsi a un tecnico che in precedenza aveva maturato esclusivamente esperienza nelle giovanili del Liverpool. Abile nel sognare, costruire e realizzare un successo indelebile.

Il Rangers Football Club è campione di Scozia. Una frase che ora può essere finalmente ripronunciata.

[Questa la rosa dei Rangers vincitori della Scottish Premiership 2020/2021: PORTIERI– McGregor, Firth, McLaughlin, Kieran Wright. DIFENSORI– Tavernier ©, Bassey, Simpson, Helander, Goldson, Patterson, Katic, Balogun, Barisic, Mayo. CENTROCAMPISTI – Hagi, Jack, Davis, Zungu, Aribo, Kamara, Scott Wright, Arfield. ATTACCANTI – Defoe, Itten, Kent, Morelos, Stewart, Roofe, Middleton. STAFF – Gerrard, McAllister, Beale, Stewart, Milsom, Culshaw].

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram ufficiale dei Rangers FC