Roma-Milan è la gara degli ex

La 22ª giornata di Serie A si chiude con il big match tra Roma e Milan. Un classico del calcio italiano che negli anni ha regalato goal e soprattutto spettacolo. Tantissimi i motivi per seguire questa gara: dall’esordio da titolare in Serie A per Piatek con la maglia dei rossoneri al ritorno in campo dei giallorossi dopo la batosta del Franchi. Oggi però vogliamo riportare alla memoria i più interessanti scontri tra il Diavolo e la Lupa attraverso la scoperta di dieci giocatori che hanno vestito negli anni la maglia di entrambe le squadre.

BOJAN

Dopo una vita in blaugrana, il promettente canterano paragonato più volte a Messi approda a Roma il 22 Luglio 2011. L’acquisto dello spagnolo è molto apprezzato dal tecnico Zeman, da sempre fautore di un calcio totalmente votato all’attacco, che spera di coltivare il talento di questa importante scommessa del calcio moderno. Nonostante il fisico esile, Bojan mostra fin da subito un bagaglio tecnico importante e nella prima stagione in Serie A colleziona 7 reti, tutte di pregevole fattura. Indimenticabile soprattutto quello all’Inter, nella gara vinta per 4 a 0 dai giallorossi: il numero 14 salta come birilli i difensori nerazzurri e si presenta a tu per tu con Julio Cesar, superato con grande facilità.

La Serie A si rivela per lui un campionato davvero ostico e nell’Agosto 2012 la Roma decide di mandarlo in prestito al Milan, una squadra totalmente rivoluzionata dopo l’addio dei senatori e per questo in cerca di giovani talenti per rilanciarsi. Purtroppo per il ragazzo è una stagione sfortunatissima, piena di infortuni che gli permettono di giocare appena 27 gare con la maglia dei rossoneri e collezionare solo 3 goal. Uno di questi proprio contro la sua ex squadra all’Olimpico, nel match vinto dai giallorossi per 4 a 2.

JEREMY MENEZ

Da un attaccante tutto corsa e fantasia ad un altro dalle medesime caratteristiche. Il francese in Italia ha giocato solo con queste due maglie, tra giocate indimenticabili e prestazioni deludenti. Negli anni infatti a Menez è stato criticata proprio questa discontinuità che è diventata purtroppo la sua prerogativa più rilevante. Nell’Agosto del 2008 viene acquistato dalla Roma per 10,5 milioni dal Monaco e fa il suo esordio nella gara interna con il Napoli. Indifferentemente schierato come ala o trequartista, il francese non segna tantissimo ma finalizza spesso con tiri di pregevole fattura: una delle sue reti più belle la realizza proprio contro il Diavolo, saltando Favalli e incrociando sul palo destro lasciato scoperto da un incerto Dida. Nel 2014 Galliani lo convince a firmare dopo essersi svincolato dal Psg e con Inzaghi in panchina vive sicuramente una delle sue stagioni migliori, chiusa a 16 reti e 4 assist. Di quell’anno resta sicuramente negli occhi di tutti lo straordinario goal al Parma

PHILIPPE MEXES

Anche per il difensore classe ’82 una carriera esclusivamente a tinte giallo-rosso-nere. Il suo approdo a Roma è stato uno dei più controversi degli ultimi vent’anni: l’Auxerre accusa il francese di aver firmato quando era ancora sotto contratto e il caso arrivò nelle mani della Fifa che inizialmente sospese il calciatore per un mese e mezzo. I capitolini però vinsero il ricorso al Tas e la situazione si risolse con 8 milioni da versare nelle casse del club francese. In 6 anni di Roma colleziona 267 presenze e contribuisce in modo importante alla vittoria di 2 Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Proprio come Menez, nel 2011 si trasferisce al Milan a parametro zero e diventa una colonna portante della difesa del nuovo ciclo rossonero, dopo gli importanti addii di Nesta e Thiago Silva. Il francese offre ottime prestazioni in coppia con Mario Yepes e il suo unico goal nella stagione 2012/13 regala l’accesso alla Champions League ai danni della Fiorentina.

CAFÚ

Tantissimi trofei in carriera, quasi quanti i chilometri percorsi su quella fascia destra. Mai soprannome fu più appropriato ad un calciatore: il Pendolino brasiliano era un moto perpetuo, un continuo andare e tornare che lo ha reso uno dei terzini più forti della storia del calcio. L’Italia è sempre stata nel suo destino, fin dagli esordi: al Mondiale del ’94, entra nella finale contro gli azzurri e diventa protagonista della serie di rigori vinta poi dal Brasile. Da quel momento una carriera straordinaria fatta di piacevolissimi ricordi e qualche delusione, come la cicatrice sul petto lasciata da quella maledetta finale di Istanbul, persa dal Milan proprio ai rigori contro un Liverpool che sembrava al tappetto dopo il 3 a 0 dei primi 45′. Gli anni d’oro furono sicuramente quelli in maglia giallorossa, tra le mani di Zeman e Capello che lo forgiarono e lo resero tra gli stranieri più forti di quegli anni. Fece parte della rosa che nel 2001 conquistò il terzo scudetto giallorosso e le sue giocate sono tutt’ora nel cuore di ogni romanista.

ALBERTO AQUILANI

Da eterna promessa a Mister X. Il centrocampista romano e romanista è forse uno dei più grandi rimpianti della storia giallorossa. Cresciuto nel vivaio della Roma, Aquilani aveva tutte le carte in regola per ereditare il ruolo di vice-De Rossi, ma purtroppo per lui e per i suoi tifosi così non è stato. Pur non essendo particolarmente veloce, fin dalle prime partite Alberto mostra ottima visione di gioco, estro e soprattutto una grande precisione nei passaggi. Col tempo però sembra perdere quella personalità che lo aveva contraddistinto da ragazzino e finisce per smarrissi in prestazioni anonime. Dopo 149 gare con la maglia della Roma infatti, inizia un tour di trasferimenti in giro per l’Europa, tutte con squadre diverse. Nell’estate del 2011 i rossoneri lo acquistano con la formula del prestito dal Liverpool, dopo il mancato approdo di Fabregas che sarebbe dovuto essere il vero Mister X di quella sessione di mercato. Nonostante le 31 presenze stagionali, Aquilani non convince la dirigenza a esercitare il riscatto e il centrocampista azzurro torna a Liverpool.

DANIELE MASSARO

Torniamo indietro nel tempo e ripercorriamo gli anni ’80. L’attaccante viene acquistato dal Milan nel 1986 per 6,7 miliardi di lire e dopo una stagione tempestata dagli infortuni, conquista lo scudetto l’anno successivo. Nel ’88 viene mandato in prestito alla Roma dove in 32 gare mette a segno 5 reti, un discreto bottino rispetto a quello che poi avrebbe raccolto successivamente dopo essere tornato a Milano. Di certo i ricordi migliori li ha vissuti con la maglia del Diavolo con la quale ha conquistato ben due Champions League, ma questa sera non potrà non ricordare anche quella stagione da romanista, probabilmente fondamentale per migliorarsi e diventare uno dei più grandi attaccanti italiani dell’epoca.

FABIO CAPELLO

Una leggenda per entrambi i club. Un sergente di ferro che a cavallo tra gli anni ’90 e ’00 ha regalato soddisfazioni, trofei e soprattutto un bel calcio, sia alla compagine milanese che a quella romana. Da tecnico del Milan, tra il ’91 e il ’96 ha vinto ben 4 scudetti, 1 Supercoppa Uefa e 3 Supercoppe italiane. Di certo però, la gara che più è rimasta nel cuore dell’allenatore è stata la vittoria ai danni dell’invincibile armada blaugrana di Crujif: 4 a 0 in finale di Champions League e Milan sul tetto d’Europa. Nel ’99 la famiglia Sensi lo contatta per portarlo a Roma e in sole due stagioni compie l’ennesimo miracolo: mette al centro del suo progetto tecnico quella stella nascente chiamata Francesco Totti e nel 2001 conquistano assieme il terzo scudetto della storia giallorossa.

ANTONIO cassano

Genio e sregolatezza. FantAntonio arriva nella capitale a 19 anni dopo un lungo scontro di mercato con la Juve, per ben 60 miliardi di lire. Dopo aver incantato con la maglia del Bari, realizza 52 reti in 161 gare con la maglia romanista. La sua fantasia in campo e le sue giocate illuminanti non trovano però riscontro nel comportamento fuori dal rettangolo verde e man mano il rapporto con la dirigenza viene a logorarsi, fino al grande strappo nel 2006, quando l’attaccante rifiuta un rinnovo da 3,2 milioni di euro l’anno. L’esperienza in rossonero dura davvero poco ma nei primi 6 mesi del 2011 si rende protagonista della cavalcata verso il 18esimo scudetto, in particolare con il rigore trasformato nel derby che spense ogni speranza di rimonta interista. L’anno successivo, un problema al cuore lo costrinse a star lontano dai campi per molto tempo e di fatto si chiuse così l’esperienza milanista.

MARCO BORRIELLO

L’attaccante napoletano ha vissuto una carriera da giramondo, indossando numerose maglie e regalando diverse soddisfazioni ai club per cui ha giocato. Cresciuto nel Milan e formatosi nel Genoa, torna a Milano nel 2007 e vive la sua miglior stagione con Leonardo in panchina. L’allenatore brasiliano lo mette nelle condizioni di realizzare numerosi goal e il bomber, dopo aver ereditato la 22 di Kakà, non lo delude. Grazie al celebre 4-2-fantasia, Borriello e Ronaldinho incantano San Siro e a fine stagione l’attaccante è il capocannoniere dei rossoneri con 14 goal e 5 assist. Con l’arrivo di Ibra è costretto a lasciare Milano e si trasferisce alla Roma dove in 4 stagioni sembra perdere quel senso del goal che da sempre lo aveva contraddistinto. In 65 presenze, arriveranno per lui soltanto 18 reti.

MATTIA DESTRO

L’attuale attaccante del Bologna, dopo le numerosi reti realizzate con la maglia del Siena, viene acquistato dalla Roma nell’estate del 2012, dopo un’estenuante trattativa con il Genoa, proprietaria del cartellino. Il 21enne scuola Inter riesce fin da subito a mettersi in mostra con grandi goal e ottime movenze in area di rigore. Per la Roma sono però stagioni molto difficili e una rosa non particolarmente esaltante non lo aiuta a crescere secondo le aspettative createsi attorno al giocatore. Stagione dopo stagione le sue prestazioni iniziano ad affievolirsi, così come il numero di goal. Nel 2014 viene acquistato dai rossoneri che lo affiancano a Torres per provare la rincorsa Champions ma anche a Milano sono tempi bui. Inzaghi gli da fiducia ma la punta di Ascoli non lo ripaga a dovere e al termine della stagione la sua strada e quella dei rossoneri si dividerà inevitabilmente.

 

PaoloP
Scritto da

Paolo Ficara