Sebastiano Esposito, l’oro dell’Inter viaggia sulle orme di Lukaku

La storia di Sebastiano Esposito riparte dal Belgio, una terra fredda sotto alcuni aspetti, ma molto calda sotto quella del tifo. Il suo presente si chiama Anderlecht, che lo ha preso in prestito dall’Inter. Società detentrice del suo cartellino.

Il club più titolato del Belgio punta sul giovane italiano per tornare a trionfare in patria: la vittoria del campionato manca da cinque anni. A garanzia della trattativa è arrivata anche la benedizione di Romelu Lukaku: ex-giocatore dell’Anderlecht e grande amico di Esposito.

UN GIOIELLO ANCORA DA PURIFICARE

Esposito è salito agli onori della cronaca nella stagione 2018/19 quando si prese la scena a soli 16 anni nell’under-19 dell’Inter. In quell’anno registrò anche l’esordio tra i grandi e nell’estate successiva venne aggregato alla rosa a disposizione di Antonio Conte. In realtà si trattò di una soluzione di emergenza: l’Inter non riuscì a fornire al tecnico leccese la batteria di quattro attaccanti, necessaria per il suo 3-5-2 ed Esposito fu promosso in prima squadra.

Poche presenze, soltanto sette, ma condite da un gol contro il Genoa e da una fama di enfant prodige che si alimentava giorno dopo giorno. A fine stagione l’Inter decise di cederlo in prestito in una piazza meno esigente e che possa garantirgli titolarità, minutaggio e, come conseguenza diretta, fiducia.

L’anno succesivo veste le maglie di SPAL e Venezia in Serie B, mentre i neroazzurri alzano lo scudetto. Nella stagione successiva, quella appena trascorsa, lo sceglie il Basilea, che gli garantisce anche il palcoscenico delle competizioni UEFA.

L’esperienza lontano da Milano è contornata di luci ed ombre. Ottime prestazioni, ma pochi gol e qualche episodio fuori dalle righe. L’Inter lo tiene d’occhio, sapendo di avere un gioiello grezzo tra le mani. Ma, nel frattempo, ha bisogno di giocatori pronti e abituati a giocare per vincere ad altissimi livelli.

L’Anderlecht e la Jupiler Pro League si sono fatti vivi al momento giusto ed ora sono la suggestione che potrebbe condurre il classe 2002 al salto di qualità.

IL CAMPIONATO DEI GOLDEN BOYS

La Jupiler Pro League, la massima divisione del calcio belga, non è propriamente il campionato più affascinante d’Europa. Però può essere il posto giusto per Sebastiano Esposito.

Se, nel corso di questi anni, la nazionale del Belgio ha avuto una crescita tanto esponenziale, molto lo deve alla crescita del suo campionato. Le squadre hanno voglia di speriamentare, non temono di osare e accettano le sfide apparentemente rischiose. La struttura del campionato, che prevede i play-off scudetto a fine stagione, incentiva l’utilizzo di giocatori giovanissimi nel corso della stagione regolare. E con maggiore fiducia e presenze, ecco che i talenti del calcio belga sono sbocciati come fiori in primavera.

Una golden age, quella dei nati a inizio anni ’90, può essere un caso. Ma, alle spalle di Lukaku, Hazard, Courtois e De Bruyne ci sono tanti altri giovanissimi talenti che possono proseguire l’operato dei primi. De Ketelaere e Verschaeren guidano una stirpe di millennials pronti a stupire.

Inoltre, la Jupiler Pro League non dà spazio soltanto ai talenti nostrani. Tra i giocatori venuti fuori dal questo campionato ci sono, tra gli altri, Koulibaly, Milinkovic-Savic, Jonathan David, Noa Lang e Malinovskyi.

Sebastiano Esposito entra in punta di piedi in un campionato che in un solo anno potrebbe eleggerlo come una nuova pepita d’oro. La tecnica del giocatore non è in discussione, così come la voglia di mettersi in gioco. La rosa dell’Anderlecht presenta anche giocatori esperti come Van Crombrugge e Olsson, che sapranno indirizzarlo sulla giusta via. Senza scordare che, alle spalle, c’è sempre il sostegno di Lukaku, che ha reso grande l’Anderlecht e sarà pronto a dare dei consigli al bomber italiano, se serviranno.

L’IMPATTO DI ESPOSITO ALL’ANDERLECHT

Proviamo ad inserirci nella mente di Felice Mazzù, attuale tecnico dei biancoviola, per capire come far giocare Sebastiano Esposito. L’allenatore belga ha mostrato di apprezzare molto il 3-4-1-2. Lo scorso anno, con questo modulo ha sfiorato l’impresa della vittoria del campionato con la favola Union Saint-Gilloise, poi sopraffatta dal Club Brugge.

Esposito ha già disputato un match ufficiale in questo schema tattico, giocando come centro-sinistra nel duo di attacco, affianco all’esperto Refaelov. Alle loro spalle ha agito il gioiello Verschaeren, trequartista tecnico dal destro sopraffino. Mentre come esterni di centrocampo sono scesi in campo due giocatori molto rapidi e tecnici, abili nell’1vs1 e nel dribbling come Amuzu e Abdulrazak.

Il ruolo di Esposito è chiaramente quello di finalizzatore offensivo. Con maggiore libertà di movimento e di azione, rispetto al classe 1986 Refaelov, che non offriva la stessa freschezza e agilità, per ovvi motivi di età. Un discorso diverso si potrebbe fare se al posto dell’israeliano, Mazzù avesse schierato il più affidabile Raman, centravanti puro e numero 9.

Tutto lascia pensare che Sebastiano Esposito giocherà come attaccante, provando a diventare il miglior marcatore della squadra. Molto più difficile vederlo nel ruolo di trequartista, dove verrebbe esaltato maggiormente, ma allo stesso tempo avrebbe la concorrenza del golden boy Verschaeren, numero 10 e simbolo del club.

In attacco la concorrenza è più limitata, ma sicuramente da non sottovalutare. Oltre a Raman e Refaelov, dalla Premier League è arrivato anche il suo coetaneo Fabio Silva, che potrebbe diventare, alla lunga, una spina nel fianco per l’italiano.

LA SERIE A PRENDA ESEMPIO

Innanzitutto, mettiamo in chiaro un aspetto fondamentale: l’obbiettivo di quanto segue non è paragonare la Serie A alla Jupiler Pro League. Tra i due campionati c’è una grandissima differenza. Sia storica, sia tecnica, sia di competitività, sia economica.

Voglio, piuttosto, provare a fare una mia analisi su una tendenza che sta impoverendo il calcio italiano. La Serie A è uno dei campionati con la percentuale più bassa di under-23 titolari nelle proprie squadre. Ciò avviene perchè i giovani non ricevono la fiducia che meritano e chi riesce ad avere spazio, spesso, ha qualità di molto superiori, rispetto a coetanei. Tanto da essere riconosciuto a livello internazionale e richiesto in Italia e all’estero.

La Serie A è spesso costretta a vendere i suoi migliori talenti in altri campionati, senza che questi passino per le big. Vedasi Theate e Scamacca, ultimi due di una lista lunghissima, rispettivamente classe 2000 e 1999. Il primo andato in Ligue 1, il secondo in Premier League. Allo stesso tempo, i giovani profili in uscita dalla Primavera o diventano merce di scambio sul mercato, o finiscono lontano dalla Serie A.

Il calcio italiano è prigioniero dell’ideologia del “tutto e subito“. Pochisisme squadre decidono di coltivare e puntare sui giovani profili. La maggior parte preferisce pescare il prodotto finito da altre realtà. In questo ambiente ideologico diventa ancora più difficile per un giovane talento imporsi. I giocatori più giovani hanno bisogno di sbagliare e fallire, per riconoscere  il gusto del successo. Invece, la tendenza sembra essere quella di ripudiare l’errore e perseguire una perfezione che, probabilmente, non si raggiungerà mai.

Questi sono solo i motivi principali e più facilmente individuabili del perchè un giocatore come Esposito, considerato una gemma rara del calcio italiano, sia costretto ad emigrare in Jupiler Pro League per cercare consacrazione.