Tra pochi giorni entreremo ufficialmente negli anni ’20 del 21° secolo. Un’occasione per ripercorrere i ricordi più significativi delle più grandi squadre di Serie A relativi al decennio 2010-2019, andando alla ricerca delle partite che sono rimaste maggiormente impresse nella memoria e nei cuori dei tifosi.
È il turno dell’Inter, che in questo decennio ha vissuto il punto più alto della propria storia per poi attraversare anni di discesa libera, da cui si sta risollevando grazie all’avvento della proprietà cinese.
9/1/2010: INTER 4-3 SIENA
È l’ultima giornata del girone d’andata: nell’anticipo serale del sabato, l’Inter di José Mourinho deve vincere per tenere a bada il Milan di Leonardo, distante 5 punti e impegnato, la sera successiva, a Torino contro la Juventus. Il Siena – avversario ricorrente di alcuni dei momenti più significativi della storia nerazzurra – è il fanalino di coda del campionato, ma non regala nulla e, anzi, come già accaduto il più delle volte, tiene i tifosi dell’Inter con il battito a mille fino al fischio finale. Al 18′ Maccarone ammutolisce San Siro con uno splendido sinistro da fuori area su azione di contropiede. Milito e Sneijder rimettono la situazione a posto con due prodezze individuali (l’argentino con un destro chirurgico da posizione defilata e l’olandese su punizione), ma prima dell’intervallo Ekdal riporta la situazione in parità. Al 65′ la squadra di Malesani si porta addirittura in vantaggio ancora con Maccarone e il punteggio di 3-2 permane fino a pochi minuti dal 90′. All’88’ Sneijder mette a segno un’altra punizione e regala un finale di fuoco a tutto San Siro. Al 93′, Samuel si improvvisa centravanti: raccoglie l’assist di Pandev e fulmina Curci con un sinistro a incrociare da vero nueve, fissando il punteggio sul 4-3.
🇦🇷 | HAPPY BIRTHDAY
Walter Samuel turns 4⃣1⃣ today! 🎂
Remember this goal? Well, it'd be hard not to! 😍#InterForever 🖤💙 pic.twitter.com/iKrk5gdqj3
— Inter (@Inter_en) March 23, 2019
20/4/2010: INTER 3-1 BARCELLONA
Una delle serate più indimenticabili del decennio nerazzurro. A San Siro arrivano i marziani del Barcellona – senza dubbio una delle formazioni più forti di tutti i tempi – guidati, là davanti, da Zlatan Ibrahimovic, passato in blaugrana in estate per rompere la sua personale maledizione con la Champions League. Dalla sponda opposta c’è Samuel Eto’o, uno che di Champions ne ha già vinte due con Rijkaard e Guardiola. Non è solo una partita, ma uno scontro con il destino.
Il destino quella sera sorride ad un’Inter che, a tratti, riesce ad imporsi sul dream team spagnolo sul piano sia delle occasioni che del gioco. Un’Inter che si vede annullare l’1-0 – o meglio, quello che lo sarebbe quasi certamente stato – per un fuorigioco inesistente su Milito e che rischia di compromettere tutto in un contatto tra Sneijder e Dani Alves in area di rigore nerazzurra. Un’Inter che va in svantaggio, trafitta da Pedro, che deve appellarsi sempre e comunque ai guantoni di Julio Cesar. Un’Inter che però rimonta e, anzi, lascia il Barcellona con due reti da recuperare al ritorno al Camp Nou: nel primo tempo Sneijder, poi Maicon e Milito nei secondi 45′ con due splendide azioni corali. Quel 20 aprile rimarrà negli annali come la sera in cui, come raccontò Maurizio Compagnoni, la squadra più forte del mondo si inchinò all’Inter.

Fonte: profilo Twitter @Inter
22/5/2010: INTER 2-0 BAYERN MONACO
Si potrebbero ripercorrere tante altre giornate di quella storica stagione 2009-2010: l’epico ritorno al Camp Nou, la finale di Coppa Italia vinta per 1-0 contro la Roma o la trasferta di Siena decisiva per il 18° Scudetto. Ma è la notte di Madrid che, inevitabilmente, è rimasta nella memoria di tutti al punto da ricordare ogni azione, ogni occasione, ogni fotogramma del prima, del durante e del dopo-partita. L’Inter della notte di Madrid è una squadra che ha un appuntamento col destino impossibile da prorogare. È un’armata che a tratti deve retrocedere, concedere metri di campo all’avversario ma che, ormai, sembra impossibile da scalfire perché quella sera, per la differenza che c’è tra le due squadre nei valori in campo e nel percorso che le ha portate alla finale, per tutto quello che deve succedere dopo il fischio finale, sembra non poter finire diversamente. Milito, che può riassumere in quell’anno e in quella notte i più grandi successi della sua carriera, ne segna uno per tempo e regala all’Inter la sua 3ª Champions League, il suo terzo trofeo stagionale e una pagina di storia nel calcio italiano ed europeo.
Un successo che a pochi minuti dopo il fischio finale è sul punto di dissolversi e perdersi, nelle lacrime di Mourinho e nel suo abbraccio con Marco Materazzi, che a 37 anni ha raggiunto il perfetto epilogo della sua carriera. Da quella notte, l’Inter non è stata più la stessa.

Fonte: profilo Twitter @ChampionsLeague
15/3/2011: BAYERN MONACO 2-3 INTER
Nella turbolenta – seppur vittoriosa – stagione post-Triplete, il ritorno degli ottavi di finale di Champions League è uno dei ricordi più dolci per il tifo nerazzurro. Per avversario, risultato e andamento della gara. L’Inter è da qualche mese nelle mani di Leonardo, si sta riprendendo da un difficile avvio di Serie A e ha già in tasca la Supercoppa Italiana e il Mondiale per Club. I sorteggi hanno messo di fronte ai nerazzurri – secondi dietro al Tottenham nel proprio girone – il Bayern Monaco di Louis Van Gaal che non aspettava altro che l’occasione per vendicare la finale di Madrid.
E la vendetta, a dire il vero, sembra pronta per essere servita. Mario Gomez (sta vivendo una delle sue migliori stagioni in carriera, che si concluderà con 39 gol segnati) ha freddato i nerazzurri a San Siro indirizzando la qualificazione verso la Baviera. L’Inter riesce a ripristinare la situazione di parità dopo 4 minuti del ritorno, con la firma – l’ennesima stagionale – di Samuel Eto’o. I nerazzurri dietro però tremano – sia per la filosofia del suo allenatore che per la pesante assenza di Walter Samuel – e subiscono la rimonta di Gomez (complice, come all’andata, una brutta respinta di Julio Cesar) e Müller. Il passivo rischia anche di essere più pesante: tra le tante occasioni per i bavaresi, è clamorosa quella in cui un salvataggio sulla linea di Ranocchia, a dir poco rocambolesco, fa rimbalzare la palla sul palo per poi uscire dallo specchio. L’Inter nel secondo tempo prende coraggio e il Bayern, forse, prende un po’ di paura dopo le occasioni sprecate. Un lampo di Sneijder da fuori infila Kraft e dà speranza ai nerazzurri, che da quel gol in poi assediano l’area di rigore avversaria. Fino a quando, al minuto 88, si palesa il più improbabile degli eroi, quel Goran Pandev che fino ad allora aveva faticato non poco ed era stato sommerso dalle critiche: il macedone, assistito da Eto’o, piazza un sinistro infermabile sotto l’incrocio che rimane forse il ricordo più dolce della sua carriera in nerazzurro. Una rimonta degna della pazza Inter.
Da noi sei cresciuto, da noi hai vinto: buon compleanno Goran! 🎂🎉 #FCIM pic.twitter.com/HcUduaYuT1
— Inter (@Inter) July 27, 2018
6/5/2012: INTER 4-2 MILAN
Nella sera del 6 maggio 2012, l’Inter affronta il Milan da 6ª in classifica. In panchina c’è Andrea Stramaccioni, che dopo i buoni risultati conseguiti con la primavera si è guadagnato una chance in prima squadra. È il terzo allenatore della stagione, dopo Ranieri e Gasperini. Una sferzata di cambiamento per una squadra che, negli interpreti, dovrà cambiare parecchio nei mesi estivi. Una squadra che però, tra mille vicissitudini e difficoltà, ha ancora un barlume di speranza per la qualificazione in Champions League: deve vincere però contro il Milan di Ibrahimovic.
Nell’ultima di Juan Ramiro Córdoba, l’Inter di Stramaccioni si gioca alla pari (a tratti, con grande autorità) un derby in cui accade di tutto. Milito sblocca il match sugli sviluppi di un calcio di punizione e va subito ad abbracciare il difensore colombiano insieme a tutta la squadra. Sul finire del primo tempo Rizzoli assegna un rigore al Milan per un’uscita di Julio Cesar, che anticipa Boateng in maniera pulita, ma che il direttore di gara dichiara illegale. Prima del calcio, Julio Cesar scambia un paio di parole con Ibra e tira fuori una linguaccia, forse un modo per distrarlo o una semplice scaramuccia tra ex compagni. Sta di fatto che Ibrahimovic dal dischetto è glaciale.
Lo svedese replica ad inizio della seconda frazione, dopo una combinazione perfetta con Boateng. L’Inter non demorde, prende un palo clamoroso con Sneijder da prima della metà campo e recrimina per un sandwich su Samuel da parte di Muntari e Yepes. Dopodiché due rigori, causati da Abate e da un fallo di mano di Nesta, vengono realizzati magistralmente da Milito. La contemporanea vittoria della Juve a Cagliari abbatte il Milan, che nel finale lascia campo per l’iniziativa personale di Maicon: il brasiliano avanza, carica il destro dai 30 metri e fa partire un siluro che s’infila sotto l’incrocio. Un 4-2 che ribalta le premesse e costituisce l’unico, grande ricordo di una stagione da archiviare.

Fonte: sito ufficiale dell’Inter
3/11/2012: JUVENTUS 1-3 INTER
Da archiviare senza dubbio lo è anche la stagione 2012-2013, la seconda con Stramaccioni in panchina. Di quella stagione vanno però “salvate in memoria” alcune partite, tra cui senza dubbio la sera in cui l’Inter inflisse alla Juventus la sua prima sconfitta allo Stadium (e che ad oggi è anche l’unica vittoria dell’Inter tra quelle mura).
Il vantaggio dopo appena 18 secondi firmato da Vidal (viziato da fuorigioco di Asamoah), viene ribaltato completamente nel secondo tempo. Prima Milito su calcio di rigore (trattenuta di Marchisio sull’argentino), poi ancora il 22 ad infilare Buffon approfittando della respinta su un tiro da fuori di Guarín. Infine, Palacio a sigillare il 3-1 finale. Dopo quella vittoria, l’Inter poteva guardare la Juventus capolista in faccia, a una sola lunghezza di distanza. La classifica finale, invece, registrerà un distacco di 33 punti.

Fonte: profilo Twitter @Inter
10/5/2014: INTER 4-1 LAZIO
Il 10 maggio 2014 si gioca la penultima giornata di campionato, ma per alcuni è l’ultima a San Siro con la maglia dell’Inter: Samuel, Cambiasso, Milito e, soprattutto, capitan Javier Zanetti. Un blocco di storia che se ne va. L’Inter di Walter Mazzarri si regala un poker contro la Lazio (Palacio, doppio Icardi e l’ex Hernanes) e raggiunge la qualificazione ai preliminari di Europa League. Poi la serata è tutta per il numero 4.
15/10/2017: INTER 3-2 MILAN
Salto temporale di 3 anni. In questo lasso di tempo l’Inter ha cambiato allenatori, giocatori e, soprattutto, proprietà. Dall’estate 2016 è l’Inter del gruppo cinese Suning, che sta lavorando per fare dei nerazzurri, oltre che una squadra competitiva, un’azienda e un brand riconoscibili in tutto il mondo. Da qualche mese la squadra è in mano a Luciano Spalletti, chiamato dopo anni di alti e bassi a portare a termine una missione: il piazzamento in Champions League, che da quella stagione prevede nuovamente 4 posti disponibili in Serie A.
L’Inter arriva al derby da seconda della classe, dietro al Napoli. Il Milan, che ha investito quasi due centinaia di milioni in estate, è chiamato alla riscossa dopo i soli 12 punti accumulati in 7 giornate. Il derby come sempre sa andare oltre i distacchi in classifica e anche questo non fa eccezione. La differenza è che in una delle due squadre gioca Mauro Icardi, nell’altra no. L’argentino ne sigla tre: prima su cross di Candreva, infilandosi tra Romagnoli e Bonucci; poi su cross di Perisic, esibendosi in una splendida volée che non lascia scampo a Donnarumma; infine al 90′, dopo che il Milan era riuscito a rimanere in partita grazie alle reti di Suso e Bonaventura, spiazza Donnarumma dagli 11 metri – cinturata di Rodriguez a D’Ambrosio sugli sviluppi di un corner – e poi mostra la maglia al suo pubblico come Messi al Bernabéu pochi mesi prima.

Fonte: profilo Twitter @Corriere
20/5/2018: LAZIO 2-3 INTER
Di quella stagione è ancora più indelebile l’ultima giornata di campionato. Lazio e Inter, 4ª e 5ª in classifica, divise da 3 punti, si giocano un posto nei gironi della prossima Champions League. Nella giornata precedente la Lazio ha sprecato il match point pareggiando a Crotone, dopo che l’Inter aveva perso a San Siro contro la sua bestia nera, il Sassuolo (e i guantoni di Consigli). I giorni prima della partita sono stati anche ricchi di discussioni: De Vrij, che a marzo ha firmato il contratto che lo porterà a Milano a parametro zero, gioca titolare.
L’olandese a dire la verità gioca una partita praticamente impeccabile, come tutta la Lazio: almeno nel primo tempo. L’Inter fa fatica sia a costruire che a contenere le volate in contropiede dei biancocelesti: dopo 9 minuti Perisic devia in rete una conclusione di Marusic. Con tanta fatica la squadra di Spalletti riesce a rimettersi in carreggiata grazie all’arma più preziosa che si ha a disposizione nei momenti di difficoltà: le palle inattive. Ne sfrutta una D’Ambrosio in girata di destro. Il vento però non sembra soffiare a favore dei nerazzurri, perché Felipe Anderson al 41′ fulmina Handanovic con un destro chirurgico in pieno contropiede: all’Inter servono 2 gol nella ripresa. La Lazio, forse conscia di questo, progressivamente si abbassa e lascia campo all’Inter, che prova e riprova ma non buca Strakosha, finché non inizia il marasma. De Vrij atterra Icardi in area di rigore: dagli 11 metri il nueve nerazzurro è glaciale. Un minuto dopo (siamo al 79′) Lulic compie una follia: già ammonito, stende Brozovic con una scivolata da dietro. Doppio giallo e Lazio in dieci. All’81’, su un’altra palla inattiva, Vecino svetta su tutti: 3-2, delirio nerazzurro ed incubo per i biancocelesti, a cui basta un gol per rimettere tutto a posto, ma mancano pochi minuti da giocare in inferiorità numerica contro una delle difese più solide del campionato. Nell’Europa che conta ci va l’Inter, 6 anni dopo l’ultima volta.
Gol della stagione: il vincitore è…
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🥁@Vecino vs Lazio! 🙌🏼⚽💥 #ForzaInter #InterIsHere pic.twitter.com/V2X1tQukdf— Inter (@Inter) June 16, 2018
18/9/2018: INTER 2-1 TOTTENHAM
Obbligatorio chiudere con un’altra serata batticuore. L’Inter di Spalletti accoglie il Tottenham con voglia di rivalsa per quella notte d’Europa League del 2013. Voglia di regalare una serata indimenticabile al ritorno in Champions League, per una stagione che fino ad allora, di indimenticabile, aveva avuto ben poco: la squadra di Spalletti ha appena perso, sempre a San Siro, contro il Parma e in campionato ha raccolto appena 4 punti dopo 5 giornate. Il morale è sotto il livello del mare ma c’è l’occasione per svoltare la stagione. Battere il Tottenham vuol dire battere il probabile avversario per il 2° posto nel girone (la prima urna ha detto Barcellona, che da una decina d’anni il girone lo vince) e dare una sterzata umorale ad una squadra che, sulla carta, vale più dei risultati raccolti.
Si nota però, sin dai primi minuti, una differenza sostanziale tra le due squadre: l’Inter aggredisce, rincorre, ci mette il cuore ma non arriva pericolosamente in porta; il Tottenham invece, con fare quasi sornione, quando arriva nei pressi di Handanovic mette tanta paura. La partita scorre senza particolari scossoni, finché al 53′ una conclusione innocua di Eriksen incontra la gamba di Miranda e si deposita in rete. È il classico periodo in cui, quando piove, diluvia a dirotto. La squadra di Pochettino flirta anche con il raddoppio ma non lo trova, finché, come accade spesso in questi casi, gli Spurs si dedicano all’attesa e lasciano il pallino all’Inter, che ormai attacca a testa bassa. L’illuminazione all’85’: cross di Asamoah con effetto a uscire, conclusione al volo di Icardi (un fantasma, fino ad allora) e palla che va dove Lloris non può arrivare. È un gol bellissimo e potentissimo, per l’effetto che ha nei minuti finali. Il Tottenham, spaventato, regala possessi e cerca di non prendere il ribaltone, che però arriva inesorabile: corner al 92′, sponda di De Vrij e Vecino, ancora una volta, ci mette la testa. Quando il gioco si fa duro, l’Inter tira fuori il lato più pazzo e, forse, più bello di sé.
🇺🇾 #Vecino l'uomo del destino
⏱ Ribalta il #Tottenham al 92'
🏟 Ed esplode l'urlo di #SanSiro#SkyUCL pic.twitter.com/QNcXBl0bVO— Sky Sport (@SkySport) September 19, 2018
(Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram @diegomilito)