Top e flop della 29ª giornata di Serie A

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TOP E FLOP DELLA 29ª GIORNATA – Si è appena conclusa una 29ª giornata ricca di sorprese.

Pronta reazione d’orgoglio del Napoli, che sbanca il Via del Mare e riprende la sua marcia trionfale verso il tricolore. Alle spalle dei partenopei sempre più forte la candidatura Champions delle romane, che battono rispettivamente Juventus e TorinoContinua, invece,  il momento buio delle milanesi: i rossoneri pareggiano in casa contro l’Empoli ma restano inchiodati al quarto posto perché l’Inter di Inzaghi non va oltre un deludente 1 a 1 nella gara dell’Arechi contro la Salernitana. Chiude la zona europea l’Atalanta, battuta in casa da uno strepitoso Bologna.

Nella parte bassa di classifica, importantissima la vittoria raggiunta allo scadere dal Verona ai danni del Sassuolo: il gol di Gaich tiene vive le speranze salvezza e permette agli scaligeri di accorciare a 4 punti dallo Spezia. Notte fonda per la Sampdoria, sconfitta nello scontro diretto dalla Cremonese. Situazione comunque delicatissima per entrambe (a -10 e -11 dalla quartultima).

Ora però diamo uno sguardo più approfondito alle prestazioni dei singoli che più si sono distinti (nel bene e nel male) durante questo turno di campionato.

TOP

OCHOA: (voto 8)

Ormai è un dato di fatto: quando incontra le milanesi, Guillermo Ochoa è praticamente insuperabile. L’uomo dei 5 mondiali non è soltanto leggenda, ma a quasi 38 anni rappresenta una solidissima realtà del nostro campionato. Il messicano si rivela per l’ennesima volta un muro: compie ben 10 parate (di cui almeno 5 di una difficoltà estrema) e permette alla Salernitana di restare in partita fino all’ultimo secondo. Ha il merito di farsi trovare sempre al posto giusto al momento giusto: reattivo, esplosivo, dotato di grandi riflessi e di una straordinaria capacità di leggere preventivamente lo svolgimento dell’azione. Gosens, Correa, Lukaku, Barella, De Vrij: chiunque ci provi rimane inerme davanti alla performance paranormale del gatto campano. Non c’è angolo della porta dove i suoi guantoni non arrivino.

Prodigioso.

DI LORENZO: (voto 7.5)

Dopo una debacle terrificante come quella di settimana scorsa contro il Milan, chi meglio del capitano poteva tornare a suonare la carica? Nessuno. Il numero 22 partenopeo è il protagonista assoluto della vittoria rimediata dall’11 di Spalletti sul difficile campo del Lecce; corre, difende, lotta e traina letteralmente la squadra in un momento non proprio brillantissimo. Semplicemente onnipresente, lo trovi a fare la differenza in ogni zona di campo: si distingue in fase difensiva per un paio di interventi determinanti e si propone con grande qualità ed efficacia in zona offensiva, sbloccando un match che poteva rivelarsi molto più ostico del previsto. Per dinamismo, carisma e continuità senza dubbio uno dei migliori elementi in assoluto in Serie A: più che un capitano, un vero e proprio condottiero.

Spirito guida.

DYBALA: (voto 7)

Un calcio di rigore pesantissimo quello che permette alla Roma di sbancare l’Olimpico Grande Torino e di portarsi momentaneamente al terzo posto in classifica. Ancora una volta la firma è di Paulo Dybala, giocatore indispensabile nei meccanismi di Mou: crea, rifinisce, realizza. Guida tecnica capace di cambiare il volto ad una squadra estremamente solida ma mai troppo spettacolare: estro, rapidità ed eccelsa visione di gioco unite ad una straordinaria efficacia e consapevolezza nei propri mezzi. È lui il faro della manovra giallorossa, è lui ad accendere la luce quando su Roma “cala la sera”; trova sempre il modo per incidere e fare la differenza, a prescindere dalla zona di campo presidiata (stavolta addirittura da falso 9). Seppur meno “magico” del solito, ha il merito di essere tremendamente concreto e di fare sempre la cosa giusta sia nei movimenti che nelle scelte palla al piede.

Certezza.

FLOP

PETAGNA: (voto 5)

Il suo ingresso in campo cambia completamente la partita, ma in negativo. L’attaccante brianzolo appare fin da subito nervoso, manifestando un atteggiamento abbastanza molle e superficiale. Sciupa in malo modo un paio di promettenti ripartenze che avrebbero potuto tranquillamente chiudere il match, ma soprattutto si rende protagonista dell’episodio (tanto ingenuo quanto incomprensibile) che decreta il calcio di rigore del 2 a 2. Palla che atterra lentamente in area di rigore e lui che travolge con foga Nestorovski (completamente spalle alla porta) senza una particolare situazione di pericolo imminente. Chiude in bellezza rimediando anche un giallo a pochi secondi dallo scadere, giusto per porre il sigillo definitivo su una mezz’ora assolutamente da dimenticare.

Inadatto.

ORIGI: (voto 5)

Quella contro l’Empoli sembra essere a tutti gli effetti una bocciatura definitiva per l’ex bomber del Liverpool. Prova disastrosa sotto tutti i punti di vista: sempre in ritardo sulle “seconde palle”, impreciso negli appoggi, indolente, avulso dalla manovra e mai reattivo sotto porta. Ha sulla coscienza una colossale occasione da gol fallita nel secondo tempo, quando liscia di tacco il pallone a due metri dalla porta di Perisan. Non dà mai l’impressione di poter essere decisivo, complice anche una situazione fisica rivedibile. Arrivato in estate per fare la differenza ed essere il valore aggiunto del reparto offensivo rossonero, si è rivelato un autentico flop. I fischi straripanti di San Siro al momento del cambio, segnano inequivocabilmente l’insanabile “frattura” fra l’ambiente e l’attaccante belga.

Scioccante.

CUADRADO: (voto 5)

Saranno state le scorie della sfida di Coppa Italia contro l’Inter, sarà stata la difficoltà di trovarsi di fronte l’uomo più in forma del campionato, sarà che ormai lo spunto non è più quello dei tempi migliori. La certezza è che il colombiano esce a dir poco tramortito e ridimensionato dal match dell’Olimpico. Perennemente in confusione, sbanda paurosamente per tutta la gara: Zaccagni lo fa ammattire a suon di dribbling e giocate di qualità, arando sistematicamente la fascia sinistra e seminando il panico ad ogni incursione in area avversaria. Dal canto suo l’esterno bianconero colleziona un’ammonizione, una serie di interventi al limite e poco altro. Mai produttivo negli ultimi 16 metri, mai risolutivo in fase difensiva: totalmente in balia delle onde, sfodera una performance assolutamente inguardabile.

Spaesato.

A cura della redazione Fanta__Boom

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Fanta Boom