Top e flop della 30ª giornata di Serie A

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TOP E FLOP DELLA 30ª GIORNATA – Si è appena conclusa una 30ª giornata ricca di sorprese.

Rallenta ancora una volta il Napoli che, distolto dall’imminente impegno europeo contro il Milan, incappa in un pareggio a reti bianche nel match casalingo contro il Verona: tuttavia il vantaggio sulle inseguitrici resta ampiamente rassicurante. Continua il momento positivo delle romane (seconda e terza) che schiantano rispettivamente Spezia e Udinese con un perentorio 3 a 0.

Milanesi in picchiata: la squadra di Pioli strappa solo un punto nella delicata trasferta del Dall’Ara e resta quarta grazie all’ennesimo passo falso dell’Inter (sconfitta in casa dal Monza di Palladino). Chiude la zona europea l’Atalanta, che pareggia per 1 a 1 in casa di una Fiorentina in netta crescita.

Nella parte bassa di classifica Spezia che al momento resta quartultimo ma vede il Verona avvicinarsi a sole 3 lunghezze di distanza. Da registrare poi la seconda vittoria consecutiva della Cremonese, che non molla e prova ad alimentare una rincorsa salvezza che avrebbe del clamoroso. Chiude la graduatoria la Sampdoria che, nonostante il pareggio del Via del Mare, resta quasi definitivamente spacciata.

Ora però diamo uno sguardo più approfondito alle prestazioni dei singoli che più si sono distinti (nel bene e nel male) durante questo turno di campionato.

TOP

F. ANDERSON: (voto 7.5)

Alla vigilia del suo trentesimo compleanno, non poteva che regalarsi una serata da assoluto protagonista. Quella maturata ai danni dello Spezia è l’ennesima prestazione magistrale da parte del gioiello brasiliano. Quando attacca la profondità, il numero 7 biancoceleste è praticamente inarrestabile: guadagna il rigore del vantaggio, pone la sua firma personale sulla strepitosa azione corale che vale il raddoppio e chiude la gara mettendo lo zampino persino nell’occasione del coast to coast di Marcos Antonio. A suon di prove convincenti è diventato un elemento imprescindibile nei meccanismi di mister Sarri e sembra aver fatto un upgrade soprattutto per quanto riguarda la mentalità. Mai così incisivo negli ultimi 16 metri ma allo stesso tempo generoso in fase di copertura: agisce indifferentemente da ala o falso 9, risultando sempre uno dei più positivi e propositivi nelle file biancazzurre.

Trottola.

PELLEGRINI LO.: (voto 7)

Dopo un digiuno lungo ben 13 giornate, il capitano giallorosso torna a timbrare finalmente il cartellino in Serie A. La gara dell’Olimpico contro l’Udinese è quella che restituisce certezze e serenità al numero 7 della Roma, ponendo fine ad un periodo contrassegnato da innumerevoli errori e prove opache. Dopo l’errore dal dischetto in Europa contro il Feyenoord, lascia il tiro dagli 11 metri a Cristante, ma per il resto fornisce segnali incoraggianti per tutti i 90 minuti. Gioca una gara all’altezza delle sue qualità, dando imprevedibilità alla manovra e supporto costante in fase di contenimento. Corre, inventa e combatte senza mai tirare indietro la gamba. Il lieto fine arriva appunto al minuto 55 quando, con una sentita esultanza, si prende l’abbraccio virtuale di tutto il suo popolo. È il gol che può sbloccarlo a livello mentale e cambiare l’inerzia di una stagione fin qui troppo deludente.

Bentornato.

SANABRIA: (voto 7)

Voto 7, come i gol da lui realizzati nel 2023: solo Osimhen ha fatto meglio del bomber granata in questa seconda parte di stagione. Quella contro la Salernitana non è una delle sue performance più scintillanti, ma certifica inequivocabilmente lo straordinario stato di forma, la ritrovata letalità sotto porta e la centralità assoluta della sua figura all’interno del progetto del Torino. Nonostante non venga servito a dovere per buona parte del match, ha il merito di non sbagliare mai una sponda o un’apertura, dimostrando la sua utilità anche in fase di raccordo: dopo un primo tempo opaco, sale nettamente di giri nella ripresa. È proprio durante i secondi 45 minuti che riesce a mettersi in luce, venendo incontro con maggiore continuità e creando spazi interessanti per gli inserimenti dei trequartisti. Ovviamente la “ciliegina sulla torta” è la splendida girata da attaccante navigato che vale il gol del pari.

Cecchino.

FLOP

PEREYRA: (voto 4)

Serata davvero pessima per il Tucu, una delle più sfortunate e rocambolesche della sua lunga carriera. Nella gara dell’Olimpico contro la Roma, l’argentino risulta essere di gran lunga il peggiore in campo. Nel primo tempo regala un calcio di rigore totalmente gratuito ai giallorossi, deviando col braccio un’incornata (senza troppe pretese) del Gallo Belotti. Nella ripresa riesce addirittura a far peggio, cestinando (in malo modo) il tiro dagli undici metri che avrebbe potuto riaprire il discorso a 20 minuti dalla fine. La sua prova è un mix di imprudenza, tensione e disastri: sarà meglio dimenticarsene alla svelta. Al netto dell’intensità mostrata e di quanto effettivamente prodotto all’interno del terreno di gioco, gli episodi sono fin troppo decisivi nell’economia del match e, di conseguenza, influiscono pesantemente sulla sua valutazione globale.

Catastrofico.

TOLOI: (voto 5)

Per dedizione, concentrazione ed aggressività il capitano bergamasco non fa mai mancare il suo apporto; in tal senso, i primi 55 minuti di Fiorentina-Atalanta ne sono una chiara testimonianza. Tuttavia, come accaduto due settimane fa in quel di Cremona, il numero 2 della Dea si dimostra ancora una volta goffo ed ingenuo nella propria area di rigore, causando la massima punizione da cui scaturisce il pareggio viola. Gomito largo e dinamica che, nell’epoca VAR, lascia spazio a pochissimi dubbi. Errore marchiano, che da un profilo del suo calibro e della sua esperienza non ti aspetti. Di lì in poi il nervosismo prende inevitabilmente il sopravvento ed il difensore italiano rimedia soltanto un’ammonizione, qualche altro intervento fuori tempo e poco altro. Sicuramente, per il classe ‘90, non uno dei momenti più brillanti in maglia nerazzurra.

Contraddittorio.

FAGIOLI: (voto 5)

Se il Sassuolo riesce nell’impresa di strappare i 3 punti nel pomeriggio del Mapei contro la Juventus, buona parte della complicità è proprio del numero 44 bianconero. Sua la colossale leggerezza sul gol partita di Defrel, con un gesto tecnico tanto rivedibile quanto superficiale che si trasforma in un vero e proprio assist per l’attaccante neroverde. A dire il vero qualche segnale negativo già lo si era percepito, in quanto la sua prestazione non era stata un granché fino a quel momento. Pochi, infatti, gli spunti degni di nota evidenziati dal talento italiano nei primi 64 minuti di gioco e fin troppo compassato il ritmo impartito alla manovra rispetto a quanto mostrato nelle precedenti uscite stagionali. Deluso per quanto accaduto, esce dal campo in lacrime qualche istante dopo; tuttavia il tempo è dalla sua parte e le chances per dimostrare il potenziale a disposizione non mancheranno.

Pasticcione.

A cura della redazione Fanta__Boom

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Fanta Boom