Il Tour de France è di Vingegaard: l’ultima settimana della Grande Boucle

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La corsa più seguita al mondo, dopo tre settimane di battaglia tra la Spagna, partendo dai Paesi Baschi, e attraversando la maggior parte della Francia, è giunta al termine. L’ultima settimana del Tour de France che doveva riservare grande spettacolo, ha visto invece un colpo di scena inaspettato nella classifica generale per la vittoria assoluta. Per la maglia verde, come previsto, i conti erano già stati risolti nelle scorse settimane mentre nella maglia a pois c’è stata una gioia per il movimento italiano. Ovviamente, non sono mancate emozionanti vittorie.

IL PUNTO SULLA MAGLIA GIALLA

Al rientro dal giorno del riposo tutti si aspettavano un’incredibile duello Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. La cronometro è infatti una delle specialità dei due ciclisti ed inoltre si presentava un’ultima ascesa nella frazione che favoriva ulteriormente i due corridori, con il danese che ha avuto un incredibile aumento della performance negli ultimi anni in questa specialità. Mentre per lo sloveno, la cronometro gli è valsa un Tour de France, quello del 2020 vinto contro il connazionale Primoz Roglic a soli 22 anni.

Il duello testa a testa, però, non c’è stato. Ed è stata questa la chiave decisiva sul lato psicologico anche per quello che è stato l’esito della vittoria finale. Vingegaard, con una media oraria impressionante tenuta per 22.4 km (41 km/h di media) ha distaccato Pogacar, arrivato comunque secondo, con un minuto e 38 secondi. Una prova di forza che ha evidenziato la perfetta condizione del vincitore del Tour 2022 e quella non perfetta del doppio conquistatore della Grande Boucle per via del suo infortunio nella scorsa Liegi-Bastogne-Liegi.

Se la frazione a cronometro aveva lasciato un segno, la tappa successiva è stata ancora più significativa. Dal punto di vista altimetrico e dal dislivello il percorso più difficile della settimana è stato il punto di non ritorno per Tadej Pogacar.

IL MOMENTO DECISIVO

Nell’arrivo alpino passando per la Col de le Loze, si è trasformata sa subito in una tappa abbastanza movimentata per via di alcuni uomini, presenti nella top 10 della classifica generale, che riescono a pescare la giusta fuga di giornata. Arrivata alla salita più importante di ben 28 km, dopo aver visto anche Giulio Ciccone fare bottino di punti nelle precedenti salite di giornata per la maglia a pois, ecco che a circa 14 km arriva la sorpresa che deciderà anche il Tour de France 2023: Pogacar si stacca, esausto, da Jonas Vingegaard. Il ciclista sloveno probabilmente non si era mai visto in una situazione così difficile.

A fine giornata, il tempo perso sul danese sarà enorme per poter continuare a battagliare per la maglia gialla: circa sette i minuti persi dal capitano della UAE. E quindi, Tour de France 2023, solamente dopo due giorni dell’ultima settimana, completamente chiuso. Ad arrivare in fondo e primo al traguardo è stato Felix Gall, una delle rivelazione di questo Tour.

FUGHE DECISIVE

Nelle successive due tappe è stata pura bagarre da fuga. Nella tappa 18 sono stati 4 i corridori protagonisti di giornata: Kasper Asgreen, Victor Campenaerts, Eenkhoorn e Abrahamsen. Per tutta la tappa, i fuggitivi hanno avuto poco più di un minuto gestire. Nonostante questo, il gruppo ha fatto male i calcoli e non è arrivato a riprendere la testa della corsa per dei secondi che saranno decisivi: infatti la volata si è decisa fra questi uomini e ad avere la meglio è stato Asgreen, che in questa settimana dimostrerà di avere la gamba dei giorni migliori in stile Giro della Fiandre 2021 (da lui conquistato).

La frazione numero 19 sarà ancora più imprevedibile e simile quasi ad un classifica per gli uomini interessati alla corsa, tra i quali lo stesso Asgreen, ma si vedranno anche Mohoric, Pesersen, Laporte, Philipsen ed i nostri Bettiol e Trentin, adatti a corse di un giorno. Nella fuga decisiva partita da 65 km circa, saranno tre corridori a spuntare la fuga ristretta e decisiva: ancora Kasper Asgreen, Matej Mohoric e Ben O’Connor. Tra questi, in una volata testa a testa fino all’ultimo centimetro sono stati i due vincitori di una Monumento a giocarsi la vittoria, decisa addirittura dal photo-finish. Tra le lacrime, sarà lo sloveno della Bahrain a vincere la tappa.

ULTIMA SALITA E PARIGI

Nell’ultimo arrivo in salita sono stati i big del Tour a voler conquistare ad ogni costo la vittoria di giornata, con un ritrovato Pogacar, il solito Vingegaard ed i gemelli Yates da outsider. Una volata a due, quella fra Vingegaard e Pogacar, che ha visto la maglia bianca (miglior giovane) vincere la penultima tappa. Nell’arrivo a Parigi, nella solita volata finale, Jordi Meeus, belga della Bora, ha trovato la prestigiosa vittoria sui Campi Elisi per qualche centimetro di ruota sul dominatore di volata Jasper Philipsen (maglia verde finale).

Giulio Ciccone ha poi portato a termine l’obiettivo prefissato: conquistare la maglia di miglior scalatore, a 31 anni di distanza dall’ultimo italiano, ovvero Claudio Chiappucci.

Quest’anno il Tour non ha riservato il duello dello scorso anno, forse per via del percorso meno spettacolare e per la condivisione strepitosa di Vingegaard rispetto a Pogacar. Il prossimo anno, il duello si ripresenterà ancora in Francia o tenteranno l’approdo al Giro d’Italia?