Gianluigi Donnarumma, 12 milioni di euro annui per 5 anni. Georginio Wijnaldum, 9,5 milioni e mezzo a stagione per 3 anni. Achraf Hakimi (in via di definizione), 70 milioni di euro di cartellino più stipendio di 8 milioni all’anno fino al 2026. Neymar, rinnovo a 36 milioni di euro all’anno fino al 2025. Sergio Ramos, offerta al calciatore di uno stipendio da 15 milioni di euro a stagione.
Questa è la campagna acquisti fatta, o meglio quasi fatta, dal Paris-Saint Germain in questa sessione di mercato. Al 27 Giugno la squadra Francese si è assicurata 3 dei migliori giocatori d’Europa a cifre esorbitanti, assurde in tempo di pandemia, sbaragliando la concorrenza avversaria. A 2 mesi dalla creazione della Superlega, subito boicottata da tifosi e soprattutto da Uefa e Fifa, in cui si difendeva la meritocrazia e il calcio del popolo, con questo monopolio di squadre ci si chiede se veramente vale la pena di proseguire sotto questo sistema.
2011, AL-KHELAIFI ALLA GUIDA DEL PSG
la fine dei primi anni 2000 e l’inizio degli anni 2010 hanno visto il forte interesse degli arabi verso il mondo del pallone. Il primo fu lo sceicco degli Emirati Arabi Mansour Bin-Zayed, che nel 2008 prese in mano il Manchester City. Nel 2010 poi anche il Qatar volle mettersi in mostra e riuscì ad ottenere l’assegnazione del mondiale 2022. Da quel momento il paese del golfo ha optato per un sostanzioso sviluppo della cultura calcistica nazionale e deciso a insediarsi anche in Europa. Così nell’estate 2011 Nasser Al-Khelaifi diventa il nuovo proprietario del Paris Saint-Germain. L’obiettivo della nuova proprietà è semplice, portare la propria squadra sul tetto d’Europa acquistando i migliori giocatori. Come acquistare i campioni? Spendendo tanto denaro. L’estate 2012 è la prima di tante campagne acquisti faraoniche dei parigini. Sotto la Torre Eiffel arrivano nientemeno che Ibrahimovic, Thiago Silva e Lavezzi, per un totale di quasi 100 milioni di euro. L’anno successivo alle stesse cifre arriveranno Cavani e Marquinhos e nelle successive due stagioni anche David Luiz e Di Maria, con la spesa totale che in 5 anni ammonta ad oltre 300 milioni di euro.
Almeno in patria i risultati del Psg sono ottimi, monopolizzando totalmente la Ligue 1, dove fino a qualche anno prima si lottava per rimanerci. In Europa però nonostante le ingenti spese i risultati arrancano e non si è mai andati oltre i quarti di finale di Champions League.
GLI ARRIVI DI NEYMAR E MBAPPE’
Dopo una fallimentare stagione 2016-17, dove in Champions è arrivata una clamorosa rimonta rimediata dal Barcellona 6-1 e anche la Ligue 1 viene persa a favore del Monaco, Al Khelaifi decide di mettere a segno due acquisti che cambieranno per sempre il calciomercato. Nell’estate 2017 infatti il Psg si porta a casa Neymar e Kylian Mbappè. Il brasiliano viene prelevato per circa 222 milioni di euro dal Barcellona, mentre il giovane francese viene acquistato in prestito con obbligo di riscatto dal Monaco a 180 milioni. Non si erano mai viste cifre così per i cartellini di un giocatore. Acquisti che hanno cambiato il calciomercato facendo sì che le cifre di ogni giocatore si elevassero sempre di più. Eppure nonostante questi acquisti faraonici i francesi in Europa non sono riusciti a imporsi. I migliori risultati sono arrivati negli ultimi due anni con una finale e una semifinale di Champions League e in questa stagione come nel 2017 la Ligue 1 viene persa.
GLI ULTIMI ACQUISTI E IL CITY CHE PROVA A EMULARE
Come detto in apertura di articolo, anche questa campagna acquisti è partita con i botti per il Psg. Donnarumma e Wijnadum già presi, Hakimi in dirittura d’arrivo, Sergio Ramos secondo diverse fonti è ad un passo. Il prezzo di cartellino è di 70 milioni per questi 4 top player, ma gli stipendi sono veramente elevati, considerando che tutto il resto delle squadre è alle prese con i tagli degli ingaggi ai propri giocatori. Perché allora il Psg può permettersi tutto ciò? La risposta è semplice e sta nel fatto di avere uno sceicco come proprietario, e sappiamo ben come le risorse economiche dei paesi del golfo siano veramente illimitate. Non a caso è di pochi giorni fa l’indiscrezione secondo cui l’altra squadra di proprietà araba, il Manchester City, sia vicina all’acquisto di Jack Grealish per 116 milioni di euro dall’Aston Villa e sia intenzionata anche a offrire 100 milioni al Tottenham per Harry Kane. Con le altre squadre che faticano e non poco a trovare la liquidità per il mercato e nella maggior parte dei casi sono costrette a ricorrere a finanziamenti esterni, ecco che la concorrenza sui migliori giocatori nel mercato si restringe a questi due club.
LA UEFA CHE FA?
La pandemia ha messo in ginocchio economicamente quasi tutte le società di calcio. Nonostante questo c’è chi ancora spende e spande, senza limiti di restrizioni e senza sanzioni. Alla luce di tutto questo i tifosi si chiedono perché la Uefa non agisca in merito e prenda provvedimenti, anziché stare ferma. Il problema sta nel fatto che il proprietario del Psg al-Khelaifi è anche patron di Bein-Sports. Questa piattaforma televisiva ha acquisito dalla Uefa stessa i diritti per trasmettere la Champions League. Il massimo organismo d’europa è anche uno degli sponsor di Qatar 2022. Questo fa sì che il Psg sia protetto dalla confederazione guidata da Ceferin. Anche la decisione di riammettere la scorsa stagione il Manchester City alle coppe europee dopo una prima esclusione per violazione del fair play finanziario destò molto scalpore. Il ffp venne introdotto dalla Uefa nel 2012 con lo scopo di evitare che i club superassero un certo limite di spesa durante le sessioni di mercato e dunque assottigliare la differenza tra i club di prima e seconda fascia. Tale scopo non è mai stato raggiunto, il ffp è stato spesso aggirato e il gap si è addirittura allungato. Il sistema calcio è dunque allo sbando, in mano a pochi. Noi qualche mese fa però abbiamo scelto di rimanerci dentro, perché l’idea della nuova Superlega era poco meritocratica e distaccata dai tifosi. In questa situazione però conviene ancora stare nel calcio della Uefa?