Ci avviniamo ad una delle due semifinali in programma mercoledì, Real Madrid-Chelsea, con un’analisi delle due compagini.
REAL MADRID
Inutile dire qualunque cosa quando si parla del Madrid. La squadra spagnola non solo è la regina d’Europa per Champions League vinte, ma è anche la compagine campione in carica e ha sulla panchina il Re di Coppe Carlo Ancelotti. Si dice spesso che il calcio sia uno sport nel quale due squadre si affrontano e poi a passare sia il Real, proprio a testimonianza di come il percorso attuale e il progetto messo in piedi negli ultimi anni, difficilissimi dal post Cristiano Ronaldo, facciano pendere l’ago della bilancia a favore dei galacticos.
L’unica difficoltà che potrebbero avere durante il doppio turno deriva dalle voci di corridoio che vedono Carlo Ancelotti sempre più lontano da Madrid. Solo un anno fa il tecnico di Reggiolo aveva promesso che si sarebbe ritirato dopo l’avventura di Madrid, invece l’interesse della nazionale brasiliana sembra più vivo che mai e anche diversi convocati dell’ultima uscita delle Selecao si sono espressi con fiducia nei confronti della possibilità di vedere Ancelotti Commissario Tecnico.
I Blancos hanno superato il girone da primi, davanti ad un ottimo Lipsia, un eroico Shakhtar e un deludente Celtic. Agli ottavi, invece, la sorte li ha messi davanti ad un match difficile ma al quale le merengues sono assolutamente abituate: il re-match della finalissima dello scorso anno contro il Liverpool. Dopo quattordici minuti i Reds erano avanti 2-0, ma perderanno poi quella partita prendendone cinque e uscendo sconfitti anche al ritorno al Santiago Bernabeu.
Il Real scenderà in campo con il tipico 4-3-3: Courtois fra i pali, Alaba e Rudiger centrali di difesa, con Militao adattato laterale, assieme a Carvajal. In mezzo al campo si deciderà tirando una monetina: l’esperienza di Kroos e Modric, verrà mischiata alla duttilità di Valverde e la prospettiva di Tchouameni e Camavinga, giovanissimi ma già pronti. Il trio d’attacco, destinato a diventare la nuova BBC, sarà invece la VBR: Vinicius JR, il Pallone d’Oro Karim Benzema e Rodrygo.
CHELSEA
Qualcuno traduca immediatamente questo Chelsea, capace di esonerare un allenatore dalle qualità indiscusse come Tuchel, vincitore fra l’altro dell’ultima Champions League dei Blues, per via di una sconfitta impartita al debutto in Champions League 2022-23 contro la Dinamo Zagabria, salvo poi passare il girone da primi, ma mostrando una discontinuità disumana in campionato.
Si, perché in Inghilterra la squadra affidata a Graham Potter è undicesima. Era sotto il Brighton prima che gli comprasse l’allenatore e lo è anche oggi che sulla panchina dei bianco-blu c’è il nostro De Zerbi. Nella coppa dalle grandi orecchie, però, la storia è diversa: attingendo alle grandi qualità a disposizione, da Sterling ad Havertz passando per João Felix, sono riusciti a ribaltare l’1-0 della gara d’andata in Germania, eliminando un buon Borussia Dortmund nella gara di Stamford Bridge con il risultato di 2-0.
Nonostante l’indiscusso alto tasso tecnico, la compagine ha spesso dimostrato di non esser la più forte in assoluto e, anzi, rischia di essere una delle più abbordabili possibili. Da non sottovalutare, però, l’imprevedibilità di una compagine che per riconfermare il posto in Champions è costretta ad alzare al cielo la competizione. Poi, all’improvviso, i nostri piani vengono scombussolati ancora: perché Potter viene sollevato dal suo incarico e la squadra viene affidata a Frank Lampard, come traghettatore.
Il mister inglese alternerà con grande tranquillità il 3-4-3 e il 4-2-3-1 e sebbene il primo abbia regalato le maggiori gioie a Potter, pare che, per provare a mettere in campo tutti i gioielli di una campagna acquisti da “galacticos”, il l’ex centrocampista tenderà a schierare più quest’ultimo, accantonando di fatto il suo fedelissimo 4-3-3.
In porta il titolare è Mendy, ma è alle prese con un infortunio alla spalla e non sappiamo se sarà della partita il giorno del doppio scontro; inoltre quest’anno, quando ha giocato non ha fatto così tanto bene, subendo 13 gol in nove gare di Premier e soprattutto collezionando un solo cleen sheet su quindici partite totali giocate. Per questi motivi, è probabile che in qualche modo Kepa Arrizabalaga possa confermare la titolarità. Il duo di centrali dovrebbe esser composto dall’esperto Kalidou Koulibaly e dal giovane Wesley Fofana. A destra si presuppone venga schierato James, sebbene sia un terzino molto offensivo e spesso gli venga preferito capitan Azpilicueta o da braccetto in un reparto a tre oppure a giocare da terzino bloccato.
Dalla parte opposta la staffetta è d’obbligo fra Chilwell e Cucurella. In mezzo al campo non c’è dubbio su Enzo Fernández, strappato al Benfica dopo un mese intero di trattativa. Per anzianità, vicino a lui il titolare dovrebbe essere Kanté, ma fra l’infortunio alla coscia e il ritardo di condizione, abbiamo visto per tutta la stagione alternarsi Kovacic e Loftus Cheek. Sulla trequarti ne giocano tre e per il materiale a disposizione si potrebbe tirare una monetina: Mount, Sterling, João Felix, Madueke, Pulisic, Mudryk, Ziyech e chi più ne ha più ne metta. In attacco dovrebbe giocare Havertz da falso nove, sia schierando il trio d’attacco, che optando per i quattro davanti.