ESCLUSIVA – Walter Lopez: “Rammarico Benevento, il Lecce merita successo”

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ESCLUSIVA WALTER LOPEZ – Il Lecce è senza dubbio la sorpresa di questo avvio di stagione in Serie A, con 7 punti ottenuti in 3 giornate. L’ultima vittoria, in ordine cronologico, è arrivata in casa contro la Salernitana, che, invece, ha avuto un inizio a rilento con 2 punti in 3 gare.

La Nostra Redazione ha avuto il piacere di consultare l’opinione di un doppio ex, ossia Walter Lopez, ex terzino sinistro uruguaiano. Il classe ’85 ha indossato le divise di vari club italiani, oltre alle già citate Lecce e Salernitana, come Brescia, Benevento, SpeziaTernana Triestina. Nel corso della sua carriera, la promozione in Serie A è arrivata in ben 3 casi: con la maglia delle Rondinelle (stagione 2009/10), con la maglia delle Streghe (stagione 2016/17) e con la maglia della Bersagliera (stagione 2020/21). Ironia della sorte, però, il Gordo, soprannome di Walter Lopez, non ha mai avuto la chance di disputare neanche 1′ nella massima serie.

Ciononostante, il punto più alto della sua carriera è arrivato tra il 2006 e il 2009. Dopo essere sceso in campo con la maglia della Nazionale maggiore dell’Uruguay in 3 occasioni (le uniche) tra maggio e giugno 2006, nella stagione 2008/09 riuscì a giocare in Premier League in 5 gare con la maglia del West Ham.

Al giorno d’oggi, Walter Lopez ricopre una carica calcistica diversa dal ruolo di giocatore. In qualità di intermediario sportivo è il proprietario dell’agenzia Eracle Sport LTD.

L’INTERVISTA INTEGRALE A WALTER LOPEZ

SULL’ESPERIENZA AL WEST HAM – “Non c’è rammarico per non aver trovato spazio, perché quando arrivai al West Ham ero giovanissimo. Anzi, alla fine della stagione, durante l’ultimo giorno di allenamento, mister Gianfranco Zola e il direttore sportivo Gianluca Nani mi domandarono se volessi rinnovare il mio contratto e rimanere un altro anno. Io gli avevo espresso la mia volontà di andare via per giocare e per questo Nani mi portò a Brescia. Sono rimasto sempre in buonissimi rapporti con entrambi e, anzi, ho avuto la fortuna di fare 5 presenze nel campionato più importante al mondo.

Sono molto contento del percorso che ho fatto e ne vado molto fiero di essere arrivato lì. Ma, se dovessi rifare questa scelta, rimarrei in Inghilterra. Se avessi un assistito che non gioca lì e mi chiedesse consigli sulla possibilità di andare via, io gli direi di giocarsi le sue carte in Premier League”.

SUI CALCIATORI SIMILI A LUI“Mati Olivera è un giocatore di grinta e molto tecnico. Oggi non puoi giocare nel Napoli se non sei molto tecnico, perché la qualità è altissima. Lui dà sempre il 150% in campo. Sono molto contento di vedere giocatori uruguaiani che fanno bene in Europa. Penso che Nandez abbia il mio stesso stile di gioco. L’unica differenza è che lui ricopre maggiormente il ruolo di mezzala o esterno, ma ricorda molto le mie caratteristiche”.

SULLA POCA CONSIDERAZIONE IN NAZIONALE – “Ho sempre avuto un buonissimo rapporto anche con il c.t. Tabares, solo che quando mi si presentò l’opportunità di giocare allo Xerez, in Serie B spagnola, lui fu chiarissimo con me: se avessi giocato lì non mi avrebbe potuto convocare. Lui affermò più volte che io avevo tutte le carte in regola per giocare tanti anni in Nazionale, però io ho dovuto pensare a me e alla mia famiglia, decidendo di trasferirmi anche per questioni economiche. Tuttavia, sono molto contento di aver avuto quelle poche occasioni in Nazionale, siccome mi ha aperto la porta verso l’Inghilterra. Senza Nazionale, nessuno mi avrebbe notato nel Regno Unito“.

SULLA CARRIERA ITALIANA “Fortunatamente ho vinto tante volte in Serie B. Nel calcio, però ci sono molte dinamiche che la gente non conosce, come riguardo i rapporti tra giocatori, con il presidente… Nonostante tutto, ci sono rimasto male in una sola occasione per non aver giocato in Serie A, ossia quando ero al Benevento. Arrivai lì con 1200 tifosi presenti. Invece, quando andai via c’erano 35mila fan a salutarmi. Lì, più che in qualsiasi altra situazione, meditavo di disputare il massimo campionato con il club. Vedendo i giocatori che acquistarono, penso che avrei potuto giocare tranquillamente in quella squadra. Sarei rimasto al 100% con le Streghe e penso che avrei meritato la Serie A con quella maglia.

SULL’AVVIO DI LECCE E SALERNITANA – “Si tratta di due mentalità diverse. La Salernitana ha speso tanto e puntato su giocatori di maggior esperienza. Dall’altra parte, il Lecce è partito fortissimo, sfruttando il metodo Corvino di scovare talenti e rivenderli. Sono molto contento che i salentini abbiano iniziato la stagione alla grande, perché la proprietà leccese sta agendo nel modo giusto e, pertanto, meritano il successo che stanno avendo. Sono molto contento anche per i granata perché, seppur abbiano optato per una scelta più costosa, hanno una grandissima squadra”.

SULL’ATTUALE RUOLO DA INTERMEDIARIO SPORTIVO “La mia agenzia, Eracle Sport, sta lavorando tantissimo all’estero, soprattutto grazie ai contatti ottenuti durante l’anno. Durante la finestra estiva, Fabio Maistro, centrocampista della SPAL, ha rifiutato due squadre importantissime di Serie B, scegliendo personalmente di rimanere perché crede nel progetto. Anche Christian Rutjens, ex Foggia, non si è trasferito all’Ascoli, scegliendo la Serie B rumena, campionato poco conosciuto, ma meta molto gettonata per chi vuole intraprendere un’esperienza all’estero. Stiamo lavorando benissimo e sono molto contento di questa nuova avventura in una realtà diversa.

SU LINGARD – “Abbiamo contatti con Jesse Lingard ed il suo agente, che sta lavorando in società con noi. Adesso stiamo parlando molto con una squadra degli Emirati Arabi riguardo il suo trasferimento. Penso che nel giro di 3 giorni potranno esserci sviluppi. In Italia abbiamo discusso con alcuni club, ma alla fine non se n’è fatto nulla. La possibilità di un trasferimento in Italia esiste ancora, ma il calcio italiano è un mondo particolare. Lui attualmente è libero e tranquillo della sua situazione, siccome stiamo lavorando per offrirgli l’opzione migliore”.

SUI VARI STILI DI GIOCO – “Ogni Paese ha la sua particolarità. In Sud America si punta molto sull’1vs1. In Italia, invece, la tattica pura è alla base del gioco. Adesso molte squadre stanno giocando col 3-5-2, ma prima tutti utilizzavano il 4-4-2 o il 4-5-1. In Spagna si sviluppa tutto palla a terra, è un gioco “alla Guardiola”. In Inghilterra il calcio si fonda sulla forza fisica. Ogni cultura calcistica ha le proprie peculiarità. Fortunatamente mi sono ambientato bene ovunque e ho giocato quasi sempre”.

SUI SETTORI GIOVANILI – Attualmente sto girando molto per il continente e ho notato che si investe moltissimo sui settori giovanili e sui centri sportivi. Per questo dico che l’Italia deve investire di più sui settori giovanili. Finché non ci saranno sviluppi a livello giovanile, si farà fatica a produrre talenti. Il recente pareggio con la Macedonia e il rischio di non qualificarsi all’Europeo, oltre che al Mondiale, ne è la dimostrazione perfetta”.

 

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Simone Rippa