La sessantottesima edizione della Primera División nella terra del D10s ha visto trionfare, nel torneo di Apertura, il River Plate sul Boca Juniors. Il 10 marzo del 1998, mentre le due compagini di Buenos Aires veleggiano a metà classifica, si appresta a vincere la Clausura il Vélez Sarsfield. In quello stesso giorno, a casa Zaracho è festa: a Wilde nasce il piccolo Federico Matias Javier. La piccola cittadina sudamericana è sitauta nel dipartimento dell’Avellanada, vicino a Buenos Aires. Da quelle parti non si tifano i colossi della capitale argentina, lì ci sono solo due club: Los Diablos Rojos dell’Independiente e La Academia, il Racing Club.
Quest’ultimi, che si identificano con i colori della bandiera argentina, hanno una grande tradizione vincente, sono appunto 26 i trofei in bacheca. Il sogno degli Zaracho’s è calcare il terreno di gioco del Juan Domingo Perón, conosciuto anche come El Cilindro. Inizia a tastare il manto erboso fin dalla tenera età e proprio con il Racing Club inizia a scrivere un libro pieno di algoritmi decifrabili solo da pochi eletti. Fin da subito inizia ad esprimersi al meglio sul terreno di gioco e non passa molto tempo prima che venga notato dagli allenatori delle categorie superiori.
LE GEOMETRIE ARTISTICHE
All’età di sedici anni, il piccolo “Mati” esordisce in Primera División con la maglia del Racing. Scenderà in campo 4 volte, non timbrando il cartellino ma facendo intravedere un talento cristallino. Quel tocco di palla è fuori dal normale ed il 22 gennaio del 2017 il tecnico Ubeda lo convoca con la nazionale Argentina under 20 per la sfida contro l’Uruguay. Il match terminerà 3 a 3 ed il trequartista giocherà appena mezz’ora, giusto il tempo per rimediare un’ammonizione. Disputerà altri sei incontri, gonfiando una volta la rete e costruendo infinite autostrade per i suoi compagni. In quella stagione diventerà uno dei perni centrali per i dettami tattici di una delle “Cinque Sorelle” e scende in campo in SuperLiga 22 volte dispensando 2 assist e siglando 1 gol. La stagione successiva sarà l’anno della conferma e sopra quel numero 28 si anela tutto il peso del gioco dei bianco-celesti. 2132 minuti in campo, con 3 assist e 3 centri lo dipingono come uno dei prospetti più illuminanti della sua generazione. Sulla trequarti del Racing si incomincia a sentire una sinfonia melodica e puntuale, come una sentenza dolce. Nel Sud-Amrica, tra un mate e l’altro ci si innamora di chi è in grado di far emozionare solamente toccando una pelota. Zaracho ha una dote particolare: quella di saper accarezzare il pallone come fosse un neonato e di colpirlo talmente forte da avere la sensazione che esploda da un momento all’altro. Nonostante la tenera età, i paragoni con i mostri sacri del calcio argentino sono innumerevoli: si cita la tecnica di Riquelme, la determinazione di D’Alessandro e la ferocia agonistica di Martin Palermo ma il piccolo Matiàs rimane con i piedi per terra.
19/20 LA MAGIA CONTINUA…
Con la sua alchimia e con la sua gioia calcistica riesce ad essere importantissimo per la conquista del campionato da parte del Racing Club. Quest’anno è già sceso in campo 18 volte dispensando un assist e segnando 4 gol. Oltre i colpi da ballerino, il classe 98 è migliorato sotto porta inserendosi in azioni pericolosissime e attirando a sè il potenziale offensivo. Da solo è “responsabile” del 20% delle reti siglate dalla squadra guidata dal tecnico Sebastian Beccacece. Da trequartista il giovane di Wilde è riuscito ad adattarsi sulle corsie esterne, giocandoci 4 volte, e adattandosi in mediana. Il 26 marzo del 2019, finalmente, arriva la consacrazione a livelli internazionale: Marocco-Argentina è il teatro adatto per far esplodere il suo talento. Lionel Scaloni schiera un 4-4-2 con due esterni alti come Pereyra e De Paul. Al 76′ esce il capitano German Pezzella ed entra Matias Zaracho. La partita diretta dall’arbitro Janny Sikazwe finisce 1 a 0 per l’Argentina con un gol di Correa 7 minuti dopo l’ingresso del trequartista. Tutte queste sue giocate hanno fatto sì che Mati entrasse nelle mire dei più grandi club europei. Il giovane argentino, però, ha anche un difetto non da poco: non riesce mai ad astrarsi dal gioco ed a rimanere freddo. In 18 apparizioni, infatti, ha rimediato ben 4 ammonizioni ed un’espulsione a causa della troppa foga agonistica che mette in campo. Qualora riuscisse a trasformare questa fame di risultati e quest’agonismo in cattiveria sportiva diventerebbe, realmente, un giocatore in grado di cambiare il calcio argentino e non solo. Il Milan ha messo occhi e, soprattutto, capitali per acquistare il trequartista. I contatti con l’entourage del giocatore e la dirigenza del Racing sono costanti. Augustin Jimenez, il procuratore del calciatore, ha una certo appeal in Europa essendo il responsabile legale di giocatori del calibro di Correa (Atletico Madrid) e De Paul (Udinese). I rossoneri sembrano aver trovato l’accordo con lui ma, per ciò che concerne l’offerta da rpesentare alla società argentina, sono fermi a 15 milioni, lontani ancora 7 milioni dalla clausola rescissoria inserita nel suo contratto. Arte e calcio al servizio di chi continua a sognare vedendo rotolare un pallone.