Un progetto che sta portando i suoi quello del Bologna. I rossoblù sono senza dubbio una delle squadre più in crescita negli ultimi anni, con la qualificazione in Champions League della scorsa stagione che ha di fatto alzato il valore dell'organico. Quest'anno, nonostante un avvio un po' a rilento sotto la gestione del neo tecnico Vincenzo Italiano, il Bologna non sta deludendo le aspettative: in campo europeo non è andata benissimo, ma qualche soddisfazione è stata tolta, mentre in campionato è a 3 punti dalla zona Conference. In merito al progetto rossoblù , è intervenuto a Radio Serie A proprio l'amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci. L'AD ha toccato vari temi, dai suoi inizi sino al modello a cui si ispira la società, ovvero l'Atalanta. Di seguito le parole di Claudio Fenucci a Radio Serie A:
AMBIZIONE - "Siamo arrivati con Saputo quando il Bologna era in Serie B, abbiamo vinto il campionato, ci siamo consolidati in Serie A grazie agli investimenti della proprietà. Abbiamo avuto qualche difficoltà in una stagione risolte con l'arrivo di Sinisa Mihajlovic e progressivamente siamo migliorati riuscendo a qualificarci per la Champions League. In questa stagione, dopo un normale assestamento per una proposta di gioco nuova, abbiamo trovato una alchimia di squadra che funziona grazie al lavoro di Vincenzo Italiano, dello staff e dei giocatori. La vittoria con il Borussia Dortmund in Champions ha valorizzato il percorso. Aver disputato la massima competizione europea ci ha aiutato poi a rendere ancora meglio in campionato. Mettiamo in campo prestazioni di livello e di alta intensità. Siamo soddisfatti, ma non dobbiamo fermarci. Siamo ambiziosi".
LA DEA COME MODELLO - "C'è un impatto diretto con gli introiti della Champions League. È significativo ma per ragioni di ranking non a livello così alto come Inter e Milan per esempio. Questo ci consente di migliorare il bilancio e di chiudere in utile alla fine dell'anno. Non nascondo l`importanza di un secondo fattore: la competizione europea crea un valore aggiuntivo sui componenti della rosa. Per noi la competitività sportiva rimane centrale ma dobbiamo prendere in considerazione come questa crescita va finanziata anche da qualche trasferimento di calciatori . C`è una società maestra in questo: l'Atalanta. Un modello difficilmente replicabile; al di là della competenza della famiglia Percassi e del grande lavoro fatto da Gasperini ci sono delle condizioni legate al lavoro sviluppato nel settore giovanile e al mercato dei trasferimenti che nel tempo è cambiato anche per effetto della situazione economica del sistema. Comunque proveremo a lavorare in questa direzione confidando nel lavoro della area tecnica e della rete di osservatori che abbiamo costruito in questi ultimi anni".
SARTORI - "Conoscevo Giovanni Sartori da quasi venticinque anni. Sapevo sarebbe stata la persona giusta per il salto di qualità del Bologna. Oltre la crescita della prima squadra abbiamo fatto investimenti importanti nelle strutture, prima di tutto il Centro Sportivo che abbiamo acquisito e ricostruito. Come dicevo con Sartori e Di Vaio stiamo cercando di migliorare anche l`organizzazione del Settore Giovanile per creare talenti anche utili alla Prima Squadra. Negli anni passati non ci siamo riusciti per quanto avremmo voluto, oggi siamo molto concentrati su questo aspetto e se necessario aumenteremo il budget di investimenti nel vivaio. Ci vorrà qualche anno ma la strada è quella giusta".
DALL'ARA - "Il calcio italiano ha la necessità di dotarsi di impianti nuovi. Non c`è un progetto pilota o un modello unico. Lo snellimento delle procedure amministrative, anche con l`intervento di un Commissario, e il reperimento di risorse finanziarie possono essere dei punti comuni di partenza. Il percorso del "Dall`Ara" è relativo a una riqualificazione ed è un iter molto complesso, con costi superiori rispetto alla costruzione di uno stadio nuovo. Nel 2019 siamo partiti con un piano economico-finanziario di supporto ma è stato stravolto dopo il covid e abbiamo visto lievitare i costi di costruzione, come in tutto il settore dell`immobiliare, riducendo in maniera significativa il ritorno degli investimenti. Inizialmente i costi si aggiravano intorno alla cifra di 130 milioni di euro, oggi i milioni sono 220. 40 di questi vengono messi dal Comune di Bologna con il quale c`è una collaborazione positiva, il resto è una parte a debito e una parte finanziata da Saputo con la necessità assoluta di un contributo pubblico su cui sta lavorando il Ministro Abodi. Attendiamo segnali dal Governo pensando che si possa trovare maniera innovativa un percorso di affiancamento di capitale pubblico ai capitali privati come è avvenuto per molte operazioni realizzate sugli stadi in Europa. Noi dovremmo costruire uno stadio provvisorio quando il “Dall`Ara” sarà momentaneamente chiuso per i lavori. Il "Dall`Ara" non è solo un patrimonio per Bologna ma per tutto il calcio italiano. Quando fu costruito fu un modello per molti altri stadi in Italia e in Europa. Solo riqualificando gli impianti possiamo creare i tifosi del domani del calcio italiano. Il legame tra Club e tifoso nasce all`interno dello stadio, sono necessari impianti adatti alle nuove generazioni".