Gerry Cardinale, fondatore di RedBird e proprietario del Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso del Football Summit di Londra. Cardinale ha analizzato soprattutto l’importanza della figura di Ibrahimovic all’interno della società, che sta dando una grande mano ai rossoneri. Il proprietario del Milan e la leggenda svedese hanno un ottimo rapporto e la presenza di Ibrahimovic è fondamentale per ricostruire un gruppo vincente.
LE PAROLE DI CARDINALE SU IBRAHIMOVIC E NON SOLO
SUL RUOLO DI IBRAHIMOVIC – “È la mia voce nella squadra. Parla lui con giocatori e staff per me. In Italia tutti vogliono sapere chi è e dov’è il presidente. Avere Ibra mi permette di essere a Milano anche dagli Usa, è il mio sostituto a Milano. Ho un lavoro da svolgere e non posso essere coinvolto emozionalmente allo stesso modo. Voglio vincere più di ogni altro. Ibrahimovic ha una credibilità che nessun altro avrebbe avuto, ha un modo di parlare ai giocatori che vale come se parlasse la proprietà con loro”.
TIFOSI – “Portano avanti la torcia a livello emozionale. C’è sempre qualcuno come Zlatan nelle squadre vincenti, qualcuno che ha l’urgenza di vincere. Non avrei la stessa credibilità di chi ha vinto. Ci troviamo bene, abbiamo una visione simile“.
RINNOVAMENTO DEL MILAN - “Cambiamento non è una brutta parola. Sto facendo affidamento su Zlatan per i suoi consigli e la sua prospettiva. Tutto intorno al Milan ha bisogno di cambiare, anche se userei un’altra parola: “evolvere”. Cambiamento è una parola da nero o bianco, come se dovessimo buttare tutto all’aria e ricominciare. Non c’è bisogno. Evolversi è un processo migliore. Guarderemo al personale, abbiamo avuto un sacco di infortuni. Non sono soddisfatto, Zlatan non è soddisfatto, di non essere al primo posto in Serie A. Ma ci arriviamo. Siamo una squadra giovane e nuova che attualmente non sta facendo male. Ma non fare male non vuol dire necessariamente fare bene, giusto? Abbiamo del lavoro da fare”.
INFORTUNI - “Siamo delusi. Cerchiamo di essere responsabili per quanto riguarda la nostra struttura degli stipendi e come la costruiamo. Se facciamo tutto questo lavoro e poi al momento di giocare non abbiamo tutti questi giocatori a disposizione qual è il punto di tutto quello sforzo? Ma non puoi solo prendertela con lo staff medico e i fisioterapisti. I giocatori sono sotto un sacco di stress, giocano troppe partite… È un’altra cosa su cui dobbiamo lavorare e migliorare. Dobbiamo prenderci cura della salute dei giocatori”.