CHI È ALEKSANDAR PAVLOVIC – È sotto gli occhi di tutti, fin qui la stagione 23/24 del Bayern Monaco è stata pressoché un’ecatombe senza appello. Balzano all’occhio soprattutto i risultati stentanti in Bundesliga, dove il Bayer Leverkusen in vetta può benissimo dire di avere già metà campionato in bacheca. Forti dei dieci punti di distacco sui rivali bavaresi, le aspirine hanno da tempo preso il largo e si avviano dolcemente verso il primo Meisterschale della loro storia. Tutto ciò abbattendo inaspettatamente il dominio incontrastato del Bayern, che aveva dettato legge negli ultimi 11 anni. Un po’ come fece la nostra Luna Rossa nel 2000, quando nella nona e decisiva regata di Auckland affossò con una vittoria schiacciante i più quotati avversari della America One, nella memorabile finale di Louis Vuitton Cup. I nostri eroi connazionali erano stati capaci di tenere incollati al televisore, alle quattro di notte, 3 milioni di italiani. Tutti a tifare per quell’impresa titanica, che non si discosta troppo come portata da quella che si apprestano a compiere gli uomini di Xabi Alonso.
CHI È ALEKSANDAR PAVLOVIC – IL MOMENTO DEL BAYERN MONACO
CHI È ALEKSANDAR PAVLOVIC – Oltre a questo, bisogna annoverare la figuraccia al secondo turno di DFB Pokal. La sconfitta per mano del modestissimo Saarbrücken, club che si trova a metà classifica della terza divisione tedesca, non è rimasta inosservata presso i vertici del club più titolato di Germania. Infatti il mister Thomas Tuchel, che già non aveva esattamente un rapporto idilliaco con la dirigenza, è stato informato dalla stessa che l’anno prossimo non siederà più sulla panchina dei bavaresi. Una scelta inusuale per questi tempi, con DS e allenatori che solitamente sviano la domanda con risposte diplomatiche. Insomma, un’insolita situazione caotica in quel di Monaco di Baviera, abituato al rigore e alla tranquillità delle costanti vittorie.
Non è tutto nero però, c’è anche qualcosa di positivo in questa annata nefasta. In primis, nonostante un ottavo di finale non esattamente scintillante, è arrivata di pura forza la qualificazione ai quarti di Champions, mantenendo ancora vivo l’ultimo obiettivo stagionale rimasto. In secondo luogo, si è registrata tra le fila della rosa un inaspettato colpo di scena, che corrisponde alla crescita esponenziale di uno dei talentini della seconda squadra, Aleksandar Pavlovic.
CHI È ALEKSANDAR PAVLOVIC – INIZIO CARRIERA E SLIDING DOOR
CHI È ALEKSANDAR PAVLOVIC – Storicamente il Bayern Monaco ha sempre avuto degli interpreti considerati tra i migliori in circolazione. Soprattutto nella zona nevralgica del gioco, ovvero il centrocampo. Da Matthäus a Ballack, passando a tempi più recenti con Kroos e Schweinsteiger, la mediana bavarese è sempre stata presidiata da dei veri e propri professori del ruolo. Negli ultimi tempi però questa egemonia è andata via via affievolendosi, vacillando sempre più in balia delle onde. Per fortuna che, dopo le ultime convincenti apparizioni, si prospetta una nuova e inattesa ascesa al trono, con il prescelto che addirittura è cresciuto nelle giovanili dei Die Roten. Si tratta proprio di Aleksandar Pavlovic, tedesco classe 2004 che si è preso con autorità e a suon di prestazioni quel posto che era rimasto vacante per fin troppo tempo.
Nasce e cresce a Monaco di Baviera da genitori serbi, ed entra a far parte del vivaio bavarese alla precoce età di sette anni. Respira sin da subito aria di successi e disciplina, due principi fondamentali della filosofia del club. Prosegue la scalata sino ad arrivare alla seconda squadra, dove milita con regolarità.
Poi, proprio nell’ultimo giorno di calciomercato estivo, ecco la sliding door che cambia radicalmente il suo percorso. Il trasferimento del portoghese Joao Palhinha, promesso sposo del Bayern, salta sul più bello dopo un’estenuante trattativa. La mediana è così con la coperta corta, dando l’occasione al ragazzino di rimanere aggregato ai grandi. Pavlovic è una spugna e apprende alcuni segreti del mestiere dalle chiocce Goretzka e Kimmich. Poi, complici numerosi infortuni, arriva anche il suo momento di gloria. Il 28 ottobre 2023, contro il Darmstad, è finalmente ora dell’emozionante esordio in Prima Squadra.
CHI È ALEKSANDAR PAVLOVIC – NUMERI E CARATTERISTICHE
CHI È ALEKSANDAR PAVLOVIC – Mister Tuchel rimane incredibilmente stregato da quel breve spezzone interpretato dal giovane tedesco. Tanto che da quel momento ne resta folgorato e innamorato, promuovendolo a titolare inamovibile. Talmente fondamentale per gli equilibri di squadra che, al completo rientro della coppia titolare di inizio anno Goretzka-Kimmich, ha rispedito quest’ultimo nel suo ruolo originale di terzino destro. L’apoteosi della sua ascesa vertiginosa è la partita di ritorno degli ottavi di Champions contro la Lazio, dove sforna una prestazione da vero leader.
I numeri raccontano che ha raccolto sinora 14 presenze complessive tra campionato e competizioni europee, numero destinato a crescere a vista d’occhio. Tra i suoi punti di forza il posizionamento, pressoché perfetto in ogni situazione. Oltre a questo ha un piede ben educato, e lo si evince anche dal fatto che i calci piazzati, da quando è titolare, sono tutti di sua esclusiva proprietà. Gestisce i tempi di gioco e i palloni che transitano nelle sue zone di competenza in maniera impeccabile e con una sicurezza da veterano. Per finire possiede propensione all’attacco della porta e all’inserimento senza palla, da cui sono nati i due gol e due assist siglati finora. Insomma, il wonderkid ha le carte in regola per diventare un tuttocampista a tutti gli effetti.
CHI È ALEKSANDAR PAVLOVIC – L’INIZIO DI UNA NUOVA ERA
Le colonne portanti Manuel Neuer e Thomas Müller si avviano a braccetto sul viale del tramonto, e il Bayern necessita di un ricambio generazionale. Di gente tosta e irriducibile, che raccolga l’eredità lasciata dai due campioni per riaprire un nuovo ciclo da dominatori in Germania e in Europa. Musiala è il capostipite, seguito a ruota da Tel e Upamecano. Ora però c’è anche un Pavlovic in più, e chissà cosa può combinare il Bayern Monaco nei prossimi anni con questi ragazzi terribili. Come dice il grande Lucio Battisti in Con il nastro rosa, “lo scopriremo solo vivendo”.