Gli ultimi 5 vincitori della Coppa d’Africa

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Questa sera si giocherà Nigeria-Costa d’Avorio, finale di una Coppa d’Africa non priva di grandissime emozioni, ma anche colpi di scena. Di fronte ci sono, probabilmente, le due migliori formazioni del continente. Sicuramente le due squadre che, con i campioni in carica del Senegal, erano nel ristretto gruppo di favoritissime per diventare i nuovi vincitori della Coppa d’Africa.

Le Eagles della Nigeria, favoriti e ricchi di giocatori pescati dalla Serie A, soprattutto in attacco, è la squadra con più piazzamenti sul podio nella storia della competizione. Con 15 medaglie al collo, ma solo tre primi posti, Osimhen e compagni vorranno perfezionale ulteriormente questo record. Di fronte ci sono gli Elefanti della Costa d’Avorio, capeggiati da Aurier e Haller, che sono a quota due vittorie e possono agganciare proprio la Nigeria, nel medagliere. Inoltre, sono anche padroni di casa e quindi puntano sul tifo e la spinta del pubblico per portare a casa il bottino pieno.

In attesa di questa incredibile finale, però, andiamo a scoprire chi sono stati gli ultimi 5 vincitori della Coppa d’Africa.

2021 – SENEGAL

Nel febbraio 2022, a Yaoundé, capitale del Camerun, si è giocata Senegal-Egitto. Per tutti era soprattutto lo scontro tra due grandissimi compagni di squadra: Mohammed Salah da un lato, Sadio Mané dall’altro. La storia recente del Liverpool che si scontra.

Ad avere la meglio sarà il secondo: dopo due secondi posti, i Leoni della Teranga si laureano vincitori della Coppa d’Africa per la prima volta nella loro storia. E Mané, insieme a tantissimi altri campioni e conoscenze della Serie A (Koulibaly e Dia su tutti) entrano nella storia. Nei primi 120′ regna un equilibrio perfetto: lo 0-0 resiste fino ai rigori, quando sarà il colpo dell’attuale attaccante dell’Al Nassr a decretare la vittoria. Salah, scelto come ultimo marcatore dall’Egitto, non arriverà neanche a calciare il suo rigore: la serie si ferma proprio prima del suo penalty.

Ironia della sorte, il duello si ripropone identico a distanza di un mese e mezzo. In questo caso, il doppio scontro metteva in palio un posto per il mondiale in Qatar. Per Salah & Co. sarebbe potuta essere l’opportunità per il riscatto; invece è stata l’ennesima delusione. Dopo l’1-0 in Egitto, il Senegal ha riportato la parità in casa, vincendo 2-1. Ed ancora una volta i rigori sono stati fatali per i Faraoni.

2019 – ALGERIA

Il movimento calcistico algerino, negli ultimi anni, è stato mosso da un sentimento di rivalsa e amor patrio capace di sfondare le pareti. Dopo anni in cui tutti i giocatori franco-algerini migliori sceglievano la nazionale francese (Benzema e Zidane sono, forse, gli esempi più celebri della storia recente), inzia un percorso inverso. Naturalmente, ciò va di pari passo con la crescita esponenziale del calcio in Algeria. Il che permette di mettere su una selezione costituita da un mix di algerini autoctoni e francesi di nascita ma con origini familiari algerine.

Il mondiale del 2014 è stato la grande alba che prospettava anni migliori. La mancata qualificazione al mondiale 2018, la benzina che spingerà i magrebini a presentarsi alla Coppa d’Africa 2019 con la voglia di prendersi la scena. Si gioca in Egitto e l’Algeria sorprende tutti, partita dopo partita. Prima nel girone, con 9 punti su 9, nella fase ad eliminazione diretta supera, nell’ordine, Guinea, Costa d’Avorio e Nigeria.

In finale, a Il Cairo, c’è di fronte il quotatissimo Senegal, voglioso di conquistare il primo trionfo della sua storia. Le due squadre si sono già affrontate nella fase a gironi. E l’Algeria dà, ancora una volta, una dimostrazione di forza e resilienza incredibile. La gara si sblocca dopo solo 2′, con Baghdad Bounedjah che oltrepassa le difese senegalesi e insacca alle spalle di Alfred Gomis. Per i successivi 88′ è un assalto Senegal, con l’Algeria che però ribatte colpo su colpo. Si mette in particolare luce, più che la stella di Riyad Mahrez, quella di Ismael Bennacer, da poco approdato al Milan. Il centrocampista vincerà il premio come miglior giocatore del torneo. E la sua Algeria alzerà al cielo la seconda Coppa d’Africa della sua storia, dopo quella del 1990.

2017 – CAMERUN

Nel febbraio 2018, dopo 15 anni, il Camerun torna a vedere la luce nella competizione continentale iridata. La leggenda Samuel Eto’o sta vivendo le sue ultime stagioni da calciatore all’Antalyaspor. Ma ha già dato l’addio alla nazionale. Il peso della squadra, dunque, è equamente diviso su tutta la rosa, con la stella Vincent Aboubakar che fa ancora fatica a prendersi la scena in solitaria.

Fatica dimenticata, però, in finale contro l’Egitto. Si gioca a Libreville, capitale amministrativa del Gabon. I Leoni vedono i pluripremiati Faraoni, a secco dal 2010. Le due formazioni si incontrano a distanza di 9 anni da quel 2008, in cui ad avere la meglio furono proprio gli egiziani. Per il Camerun il messaggio è chiaro: è ora della resa dei conti.

Al 22′, però, l’Egitto va in vantaggio grazie alla rete di Elneny, tesserato dell’Arsenal. Per il Camerun l’aria si fa sempre più asfittica: se anche questa volta trionfasse l’Egitto, sarebbe la terza volta in tre finali che la bilancia pende dal lato dei Faraoni. Alla mezz’ora di gioco, inoltre, il difensore camerunense Teikeu si fa male e al suo posto deve entrare Nikolas N’Koulou. Il primo tempo finisce 1-0 per gli egiziani. E ad inizio ripresa Broos, CT del Camerun , si gioca la sua carta: dentro Aboubakar.

Come se fosse un segno del destino. O un destino già scritto. I camerunensi si laureano vincitori della Coppa d’Africa…dalla panchina.

Al 59′ N’Koulou insacca il gol del pareggio. E a 2′ dalla fine dei 90′ regolamentari, arriva l’attesissimo rete di Vincent Aboubakar, capace di essere gigante quando serve. Il 2-1 finale è servito: il Camerun è campione d’Africa per la quinta volta nella sua storia.

2015 – COSTA D’AVORIO

Se la finale di Coppa d’Africa 2015 fosse un film o un libro, si intitolerebbe “La grande beffa“. Si gioca a Bata, capitale della Guinea Equatoriale. E di fronte ci sono Costa d’Avorio e Ghana, due delle migliori nazionali nella storia del continente africano.

Le due selezioni sono reduci da un mondiale in Brasile a dir poco deludente. Entrambe eliminate nella fase a gruppi ed entrambe tornate in patria con più dubbi che sicurezze. La competizione continentale è una boccata d’aria fresca, sia per i giocatori, che per i tifosi. E la finale rispecchia fedelmente gli umori di due nazioni che sanno che non si può sbagliare.

I primi 120′ sono uno scontro fisico, tecnico e psicologico. Il risultato non si schioda dallo 0-0, nonostante spesso ci si vada vicino. Si arriva ai calci di rigore. E calciano praticamente tutti!

Bony e Tallo sbagliano i primi due per la Costa d’Avorio, il Ghana va in rete con Wakaso e Jordan Ayew. Poi si invertono gli esiti: Aurier e Doumbia in gol, Acquah e Acheampong sprecano. Si torna in parità. E da qui in poi non sbaglia più nessuno. Finchè sul dischetto ci va Brimah Razak, portiere del Ghana. Razak apre il piattone, il suo collega Boubacar Barry intuisce e para. Ora bisogna scambiarsi i compiti. E dagli 11 metri di va Barry: il colpo è perfetto, Barry è l’eroe della sua nazionale, la Costa d’Avorio è campione d’Africa.

E ritorniamo a “La grande beffa“. Se una finale decisa dai calci di rigore dei portieri non bastasse, si aggiunge un’ulteriore tassello. Un anno prima, dopo il mondiale in Brasile, Drogba lascia la nazionale ivoriana. Si ritira senza aver mai vinto una Coppa d’Africa. E nell’edizione immediatamente successiva, la sua Costa d’Avorio si laurea campione per la seconda volta nella sua storia. Più beffa di così?

2013 – NIGERIA

A distanza di 10 anni, la Nigeria torna in finale di Coppa d’Africa. Nell’edizione della Coppa d’Africa 2013, le Eagles del CT Neshi affrontano, a Johannesburg (Sudafrica), la sorpresa Burkina Faso.

Se i biancoverdi, infatti, erano una delle squadre più in forma del momento, per gli stalloni del CT Paul Put il discorso è profondamente diverso. Il Burkina Faso ha costruito i suoi successi sull’entusiasmo e sullo spirito di gruppo, unito ad un grandissimo ordine tattico. Ma il ruolo di underdog nasconde delle insidie. In primis quella che, una volta che il livello si alza, l’effetto sopresa non è più così un fattore. Gli avversari ti studiano e sanno cosa aspettarsi da te.

E questa cosa emerge, chiaramente, in finale. Il gol di Sunday Mba, al 40′, basta alla Nigeria per alzare il trofeo: è la terza vittoria nella storia della nazionale. E, quasi come fosse un cerchio, con la Nigeria che giocherà questa sera, si chiude in quadro degli ultimi 5 vincitori della Coppa d’Africa.