Quando una passione nasce sin da piccolo, è molto difficile smuoverla, soprattutto se con il tempo si trasforma in un vero e proprio lavoro. Mauro Suma, telecronista ufficiale e storico del Milan, si è raccontato ai nostri microfoni. Nonostante il periodo in atto non sorrida a tutti i tifosi rossoneri, lui compreso, non c'è mai da perdere la speranza nel conseguire gli obiettivi finali preposti.
Le sue parole raccontano come è scaturita questo amore immenso per i colori rossoneri, la sua carica per conquistare un posto nel palcoscenico europeo più importante e salvare la stagione c'è tutta.
Come è nato il tifo sfrenato per il Milan e la primissima telecronaca in assoluto. Quanta emozione ha provato nel poter commentare?
“E' una passione trasmessa da mio padre. I primi ricordi che ho del Milan risalgono all'annata 1969-70, avevo appena compiuto 5 anni. Io facevo le telecronache da bambino con le figurine sul pavimento di casa, poi ho iniziato nel 1991 con alcune amichevoli rossonere. Ho fatto alcune partite di Champions League nel 1992-93, e successivamente la pratica è stata sempre più assidua”.
C'è stata una cronaca che ricorda a cuore aperto e una in cui, invece, avrebbe preferito non esserci?
“Ci sono tanti episodi in tutti e due i casi. Sicuramente le telecronache esaltanti non mancano, l'ultimo derby di SuperCoppa vinto a Riyadh con rimonta da 2-0 a 2-3 è stato particolarmente emozionante. Evidentemente, le sconfitte più brucianti sono quelle più difficili da condurre in porto”.
Collegandoci proprio alla finale con rete allo scadere di Tammy Abraham, come si fa a stemperare la tensione della cronaca in un momento in cui vorrebbe davvero lasciarsi andare ad una gioia sfrenata.
“La mia telecronaca non è generalista, è rivolta ai tifosi del Milan con i quali ricerco tanto complicità quanto condivisione. Perciò, piuttosto che una cronaca in sé per sé, si rivela una compartecipazione con i fan in cui gioia, amarezza, speranza e frustrazione si fondono in continuazione a seconda di come va la squadra. Bisogna raccontare e tentare di essere sempre rispettosi nei confronti degli avversari ma, quando si tratta di dare libero sfogo o alla delusione o alla gioia, questo tipo di cronache è particolarmente indicato”.
C'è mai stato un match così intenso e coinvolgente in cui, subito dopo il fischio finale, ha pensato “Non ce la faccio più, non arrivo a fine stagione così”?
“Capita regolarmente dopo ogni match, sono sincero (ride, n.d.r.), ma poi dopo un giorno e mezzo metabolizzo quanto accaduto e riparto”.
Ha mai rivisto, su alcune clip nel web, famose affermazioni diventate virali nel corso del tempo?
“Io non amo particolarmente rivedermi e neanche la mia voce, principalmente quando diventa un pò gracchiante nell'esaltazione. Ormai, nella mia testa, quando il match finisce appartiene al passato. Preferisco riguardare un bel servizio, intervista o articolo. Le emozioni forti, fortissime nascono e muoiono in quel momento e vengono superate nel resto della vita”.
Da qualche tempo scrive per MilanistiChannel.com, nata da meno di un anno. Che obiettivo vi date come testata e c'è qualcosa di diverso rispetto alle altre?
"MilanistiChannel è una creatura molto giovane in cui tanti giovani giornalisti freschi, connessi e appassionati scrivono, io mi sono accodato volentieri. Nata a metà settembre, online da novembre: non vuol essere un notiziario lenzuolo di tutto ciò che viene detto e scritto sul Milan. Lo scopo è dare una fonte di sdrammatizzazione. Come si può constatare sul sito ogni giorno, è il foglio di approfondimento critico e analisi del tifo rossonero, tra aspetti tecnici, tattici, la storia, il glamour e la statistiche. Non è sicuramente un approccio che segue la comune onda giornalistica.
Ad esempio, quando sui giornali è nata l'affermazione “Fab4” (Pulisic, Joao Felix, Leao e Gimenez titolari, n.d.r.) io non l'ho condivisa perché non pensavo dovesse essere quella la piega".
E' soddisfatto della visione che sta prendendo con format e puntate sui vari social network?
“Mattia Giangaspero è il direttore, bravo, poliedrico e duttile che sta ottenendo grandissimi risultati a livello social, ne sono contento anche per tutti i giovani collaboratori”.
Sui Fab4 citati, dopo l'eliminazione dalla CL Joao Felix ha dichiarato che, vincendo Coppa Italia e con il 4° posto in campionato, la stagione può dirsi salva. Battibecco successivo con Boban, che non si è trattenuto nella risposta ricordando annate passate in cui quasi si bypassava la “Coppetta”. Cosa pensa delle due vicende.
"Il Milan ha vinto la SuperCoppa ed è stata una grande emozione perché ne è uscita con altre squadre come Juventus, Inter e Atalanta che erano assolutamente motivate. Certo, se i rossoneri vincessero la Coppa Italia e arrivassero 4° sarei felicissimo.
E' chiaro anche che, se si usa l'espressione “salvare la stagione” significa che durante il percorso l'hai messa a rischio con incostanza, fermento e volubità ma Joao Felix non c'entra perché è arrivato da molto poco. Ma qui dobbiamo sicuramente migliorare.
Su Zvone Boban penso che ogni periodo abbia la sua epoca. E' vero che il Milan ha vinto la Coppa più di 20 anni fa, nel 2003, ma c'erano tanti campioni e ricordo che quella sera tutta San Siro con la società era felice".
Per quale dei due obiettivi citati firmerebbe?
“Dal punto di vista sentimentale è sempre meglio vincere un trofeo anziché piazzarsi. Sul fronte economico e strategico-aziendale, nel calcio di oggi è meglio il 4° posto".
La mancata conquista del 4° posto non sarebbe visto come un fallimento che porterebbe alla cessione di pezzi importanti in rosa?
"A febbraio non ci sono trattative di mercato. Dobbiamo ancora tirar fuori il massimo e il meglio da questa stagione. La scorsa estate tutti pensavano che il Milan dovesse cedere qualche big, così non è stato e sono rimasti.
Se non viene elogiato quando i big rimangono non dovrebbe essere nemmeno criticato nel caso in cui - ma non credo succeda - i big dovessero andare via. Questo lo dico dal punto di vista della narrazione, non dei fatti. Oggi Theo, Leao e Maignan sono 3 grandi giocatori al Milan concentrati e impegnati per finire la stagione al massimo".
Crede ancora nella possibilità di arrivare in Champions?
“Le difficoltà ci sono, le vedo e non si possono nascondere. Bisogna fare il massimo da qui in avanti senza commettere errori individuali in campo per non avere rimpianti su quale sarà la posizione finale. Bologna e Lazio le prossime due partite molto dure: squadre forti e rispettabili ma dobbiamo tirare fuori 6 punti”.
Se avesse l'opportunità di acquistare un solo giocatore per rinforzare un solo reparto, su chi punterebbe?
“In questo momento non ho mire di mercato. Giocando ogni 3 giorni dobbiamo essere concentrati solo sulle partite. Ci sarà tempo debito per riflettere sul mercato e rispondere”.