ESCLUSIVA – Jarvis si racconta: il retroscena su Capello e il percorso del West Ham

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ESCLUSIVA JARVIS – Matthew Jarvis è un’icona del campionato di Premier League, avendo lasciato il segno con le maglie di club come West Ham Wolverhampton.

Nel corso di un’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di Numero DiezJarvo ha analizzato minuziosamente il percorso vincente degli Hammers, soffermandosi su figure del suo passato e del presente. Di seguito riportate le sue dichiarazioni alla nostra redazione.

ESCLUSIVA MATTHEW JARVIS: SU WEST HAM-BAYER LEVERKUSEN

Il West Ham affronterà il Bayer Leverkusen ai quarti di Europa League. Si tratta di una delle squadre più in forma in Europa, ma qual è la tua previsione del doppio scontro?

“Credo che il West Ham abbia una rosa oramai abituata a vincere in Europa. Hanno lavorato molto a livello tattico per vincere nelle competizioni europee. Il loro stile di gioco e giocatori come Paquetà, Kudus, Bowen o Antonio possono far male a ogni avversaria. La vittoria della Conference League nella passata stagione ha dato molta fiducia in ogni gara europea. Tuttavia, il Bayer Leverkusen è stato eccezionale fin qui, assolutamente impeccabile. Pertanto, credo che il West Ham adotterà una strategia di ripiegamento, lasciando il controllo del gioco al Leverkusen, per poi sfruttare i contropiedi e i calci piazzati.

Le due squadre si sono già affrontate durante il pre-campionato e il West Ham ha perso 4-0. Tuttavia, mancavano molti acquisti e a oggi la squadra è molto diversa. Dunque, credo che il match fuori casa sarà un gran test per gli Hammers, più difficile e ingannevole. Dunque, un pareggio in Germania sarebbe un ottimo risultato. Al contrario, la gara in casa potrebbe essere più equilibrata“.

In che modo mister David Moyes risponderà al sorprendente stile di gioco di mister Xabi Alonso?

“Non credo ci saranno grandi cambiamenti nello stile di gioco del West Ham. Penso che Moyes abbia uno schema ben disegnato, consistente in mentalità difensiva. Al contrario, Xabi Alonso sfrutta il possesso palla. Dunque, il West Ham dovrà sfruttare il contropiede di velocisti come Bowen e Kudus o di elementi tatticamente intelligenti come il trequartista Paquetà. Anche Antonio, nel caso in cui giocasse, sarà cruciale per i duelli fisici e la riconquista della palla. Non credo che sarà una partita molto aperta con capovolgimenti di fronte, ma più statica e concentrata sul pressing.

In base al risultato d’andata, si cambierà approccio nella gara in casa. Gli Hammers hanno dimostrato di essere versatili e, se vogliono, possono adottare un gioco molto offensivo, avendo ribaltato lo svantaggio di 1-0 con il Friburgo, vincendo poi 5-0 al ritorno. Ci sono varie opzioni e, per continuare il cammino europeo, si dovrà imitare la forma dello scorso anno. I presupposti per fare bene ci sono, ma il Leverkusen è straordinario”.

ESCLUSIVA MATTHEW JARVIS: IL POSSIBILE INCROCIO CON UN’ITALIANA

In caso di un’ipotetica semifinale di EL, il West Ham affronterà una squadra italiana tra Milan e Roma. Quale sarebbe la miglior possibilità?

“Al West Ham non importerà molto dell’avversaria, ma sarebbe più spettacolare incrociare il Milan per la sua storia e per giocare a San Siro. Se vuoi vincere un trofeo, devi affrontare le compagini più forti. D’altro lato, la Roma ha una rosa molto competitiva e sta facendo molto bene sotto la guida del nuovo allenatore (De Rossi, n.d.r.). Ovviamente priorità al Bayer Leverkusen, ma se ci fosse il passaggio del turno si affronterà sicuramente un top team. Sarebbe un’opportunità entusiasmante ma, dal punto di vista di un tifoso, affrontare il Milan potrebbe essere molto bello”.

ESCLUSIVA MATTHEW JARVIS: I BILANCI SU PAQUETÀ, SCAMACCA ED EMERSON

Proprio riguardo i rossoneri, al West Ham vi è una vecchia conoscenza del club, Lucas Paquetà. In seguito a un’esperienza italiana poco entusiasmante, ora il brasiliano è un punto fermo degli Hammers. Cosa è cambiato in lui in queste stagioni?

“Quello che è stato importante per lui è la libertà. È un ragazzo molto stimato ed è agevolato dalla presenza in un ambiente molto familiare come quello del West Ham, oltre all’ottimo inserimento dei suoi familiari, che è un fattore importante. Ovviamente l’esperienza e l’aumentare dell’età hanno consolidato il suo stile sullo stampo della Premier League, che gli appartiene alla perfezione. Ha qualità “ridicole” nella gestione della palla, mostrando il suo sangue brasiliano anche con giocate divertenti. Allo stesso tempo, l’impatto di Moyes è stato determinante, avendolo messo in riga sul piano mentale e fisico. Probabilmente in passato non si pronosticava un potenziale così importante rispetto a quel che sta facendo ora”.

Emerson dovrebbe avere maggior considerazione da parte di mister Spalletti per la Nazionale italiana, nonostante la grande abbondanza di terzini sinistri (Dimarco, Udogie, Spinazzola)?

Emerson sta disputando una stagione ottima, sfruttando ogni occasione che gli è concessa. Si è rivelato un top top player, uno dei migliori terzini della stagione. Quindi, giocatori come lui devono avere l’opportunità di giocare e mostrare le proprie capacità per rispondere alle critiche. Rispetto al passato è migliorato molto e, soprattutto, si è stabilizzato in un club dopo tanti brevi trasferimenti. È un buon giocatore e sta crescendo sempre più. Ora è un giocatore d’esperienza, avendo giocato molto in vari campionati, avendo maturato buone capacità nel controllo palla e migliorando sull’aspetto difensivo. Quindi per me merita di essere considerato dalla Nazionale, visto che sta giocando bene e con continuità”.

Al contrario, ti chiedo un bilancio su un giocatore che non ha rispecchiato totalmente le aspettative con la maglia del West Ham, ossia Gianluca Scamacca. Cosa credi non abbia funzionato durante la sua parentesi inglese?

“In realtà per me Scamacca ha trascorso un periodo molto positivo al West Ham. È un ottimo attaccante e ha una finalizzazione di alta qualità. Però, forse, quello che lo ha messo più in difficoltà è il mancato apprezzamento tattico dello stile della squadra. Così come Antonio, riesce a reggere fisicamente, ma la sua caratteristica migliore è il fiuto per il gol, anche grazie al primo controllo e a movimenti intelligenti. Ha avuto difficoltà a trovare titolarità con continuità, ma se avesse giocato qualche partita in più e si fosse ambientato meglio sarebbe stato ottimo. Ciononostante, credo che Scamacca stesso si sia convinto dell’insuccesso del suo trasferimento, decidendo di cambiare aria”.

ESCLUSIVA MATTHEW JARVIS: LA CONFERENCE LEAGUE

Riguardo la finale di Conference League dello scorso anno, il West Ham ha ottenuto una vittoria importante contro la Fiorentina, protagonista di un grande cammino. Come ha inciso questo trofeo sia a livello societario che a livello mediatico?

“Vincere qualsiasi trofeo e, ancor di più un trofeo europeo, è stato enormemente importante per il West Ham. Ciò non riguarda solo giocatori e staff, ma soprattutto i tifosi, i quali hanno aspettato molto molto tempo per assistere a un ritorno in Europa. Dunque, Moyes ha portato un risultato assolutamente incredibile, regalando emozioni e trasferte in giro per il continente fino alla finale. È importante sottolineare come gli Hammers abbiano vinto la Conference, con la rete di Bowen allo scadere. Si è scritta un’enorme pagina di storia, perché per la prima volta si è realizzata una situazione di trionfo dopo così tanti anni. Inoltre, il percorso della passata stagione ha aiutato anche i giocatori, dimostrando grande esperienza durante le gare attuali”.

ESCLUSIVA MATTHEW JARVIS: LA STAGIONE IN PREMIER LEAGUE

Qual è la tua opinione in merito alla delicata situazione che sta travolgendo la Premier League, in merito alle penalizzazioni per violazione del FFP?

“La situazione è molto difficile, perché l’Everton in un primo momento ha perso punti, per poi riaverli indietro per altre ragioni. Allo stesso modo, anche il Nottingham Forest ha vissuto una detrazione di punti a causa del Fair Play Finanziario. Dal mio punto di vista, non mi piacciono queste penalizzazioni che influenzano il campionato. Al tempo stesso, però, tutti conoscono le regole del FFP e, se non le rispetti, vieni punito, così come sta accadendo in questa stagione. Se c’è un pregio di tutto ciò, è che la situazione in bassa classifica è molto interessante e tutti lottano per non retrocedere. L’importante è che la questione si risolva entro la fine del campionato, senza prolungare il tutto”.

Al contrario, da commentatore BBC ed esperto di Premier League, ti chiedo un parere su chi potrebbe vincere il campionato.

“Se ci soffermiamo sull’esperienza e sull’abitudine a situazioni del genere a questo punto della stagione, realisticamente il Manchester City è la favorita. La motivazione è semplice: hanno vissuto più volte questo contesto e stanno attraversando una striscia di risultati ottima, vincendo ogni gara. Un gran fattore, però, è la presenza in varie competizioni, creando un divario tra rose più o meno competitive e aumentando il rischio di infortuni. Se dovessi limitarmi a una squadra, direi i Citiziens.

Ciononostante, anche il Liverpool ha giocatori eccezionali e vincere il titolo sarebbe scritto nelle stelle, visto l’addio di Klopp. Però, peccano in difesa nonostante goleador efficienti. Poi c’è l’Arsenal, che sta giocando molto bene, trascinato da Declan Rice. Lui ha cambiato il modo di giocare e, inoltre, non hanno un unico punto di riferimento come finalizzatore, ma si tratta di un lavoro di squadra. Inoltre, sono molto solidi in difesa grazie a Saliba e Gabriel. Stanno diventando più forti anno dopo anno. Sarà in dubbio fino all’ultimo ma, in questo momento, io dico che la favorita è il Manchester City”.

ESCLUSIVA MATTHEW JARVIS: SUL RAPPORTO CON CAPELLO

In merito alla tua esperienza con la Nazionale inglese, uno dei momenti più importanti della tua carriera, qual è stata la tua relazione con mister Capello, l’unico ad averti convocato?

“Essere convocato per il tuo Paese è ovviamente un sogno che diventa realtà. Si tratta dell’apice del gioco del calcio e, pertanto, è una sensazione di estasi e gratitudine. Specialmente, poi, se a convocarti è Fabio Capello, un allenatore consolidato e di successo con vari club. Ricevere la chiamata da lui è stato un grandissimo onore e l’esperienza è stata davvero strabiliante. Dunque, non potevo aspirare a nulla di più grande. Il mio rapporto con lui? Non parlava molto bene l’inglese, quindi conversavamo poco e brevemente. Ci soffermavamo prettamente all’allenamento e al lavoro tattico, ma non ho mai avuto problemi con lui. Ovviamente, ad aiutarlo c’era lo staff, che mi ha aiutato al debutto. Il suo curriculum parla da sé e, per me, essere lì è stato fantastico.

La prima cosa che mi ha detto quando sono arrivato è stata <<Sei contento di essere qui?>>Ovviamente la risposta era scontata, è stato qualcosa di fantastico. Poi mi ha parlato del gol che ho segnato nel weekend precedente, contro l’Aston Villa, affermando <<eri già vicino alla convocazione, ma grazie a quel gol mi hai convinto>>. Questo è il sunto della nostra prima conversazione. Ovviamente cercava di parlare il miglior inglese possibile ma, sfortunatamente, non ho imparato nulla in italiano da lui (ride, n.d.r.)“.

ESCLUSIVA JARVIS: LE FIGURE MEMORABILI

Chi è il giocatore che ti ha lasciato il miglior ricordo durante la tua carriera?

“Questa domanda è ancora più difficile. Ho giocato con tanti top player in momenti diversi delle loro carriere: alcuni agli inizi, altri alla fine. Ma l’unico vero giocatore con cui ho condiviso il campo al livello più alto della sua carriera è Dimitri Payet, al West Ham. Il suo impatto sulla Premier League è stato incredibile. Lo si vedeva da come gestiva situazioni morte, da come dribblava, crossava e concludeva. Era eccezionale. Probabilmente direi lui, sebbene abbia giocato con James Maddison quando era giovane, con Joe Cole. Ci sono tanti giocatori, ma li ho visti in periodi diversi”. 

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Scritto da

Simone Rippa