Siamo ormai alle battute finali della stagione, tra chi è sempre più vicino al proprio obiettivo, chi deve ancora lottare e chi ha già perso le speranze (Juve e Chievo sembrano ormai destinate ad occupare rispettivamente il primo e l’ultimo posto, mentre la lotta Champions e la lotta per la retrocessione sono ancora aperte). Anche negli altri campionati si sta su questa linea d’onda, con una vittoria già scritta da mesi del PSG e del Barcellona (che con la vittoria di sabato sull’Atletico Madrid ha allungato a +11 proprio sui Colchoneros), e un finale di stagione tutto da scrivere in Premier tra Liverpool e City, e in Germania tra bayern monaco e Borussia. Vediamo ora il meglio e il peggio di questo weekend calcistico, a poche giornate dal termine della stagione.
TOP
ANCORA LUI
5 gol nelle ultime 5 partite giocate in campionato, decisivo contro Udinese, Empoli e, adesso, Milan: Moise Kean non si ferma più. Il gol segnato ai rossoneri a completamento della rimonta è l’ennesimo tassello di una crescita che è sotto gli occhi di tutti: questo ragazzo classe 2000 continua a stupire e ad incidere nella Juve dei campioni; con l’infortunio di Cristiano Ronaldo, Kean ha trovato più spazio ed è riuscito a ricavare il massimo dal minutaggio accumulato: oltre ai cinque gol in campionato, Kean ha trovato spazio anche per due gol nelle due partite di Qualificazione agli Europei con l’Italia, giocate entrambe per 90 minuti. Insomma, ultimamente Moise Kean è l’arma in più della Juve, devastante quando entra a gara in corso con la sua freschezza e la sua imprevedibilità, chissà che non possa aiutare la propria squadra anche ad andare lontano in Champions League.
TUDOR, CHE SVOLTA!
3 partite, 2 vittorie, 1 pareggio, 7 punti e retrocessione più lontana: da quando Igor Tudor è tornato sulla panchina dell’Udinese, la squadra ha cambiato passo, senza subire sconfitte e convincendo sul piano del gioco. Le vittorie in casa contro Genoa ed Empoli e il pareggio a San Siro contro il Milan fanno ben sperare i tifosi friulani, uniti alle sconfitte di Spal e, appunto Empoli, dirette avversarie per la lotta salvezza. L’Udinese è a quota 32 punti (con una partita da recuperare), a +5 sul Bologna terzultimo (che, però, è in risalita e deve ancora giocare contro il Chievo questa sera), alla pari con la Spal e a +4 sull’Empoli. Restano 7 partite da giocare per rimanere in serie A e gli uomini di Tudor dovranno dare il massimo, anche se il calendario non è dalla loro parte (scontri in trasferta contro Roma, Lazio e Atalanta e in casa con l’Inter); con ogni probabilità le sorti dell’Udinese si decideranno nelle ultime tre giornate, contro Frosinone, Spal e Cagliari, dirette interessate della lotta salvezza.
BAYERN, SPALLATA AL CAMPIONATO
Sembrava partita malissima quest’anno la stagione per il Bayern Monaco, con le prime prestazioni non convincenti e con il conseguente e progressivo distacco dal Borussia Dortmund, lanciato verso il titolo; ma poi è iniziata una rimonta che ha portato la squadra bavarese ad arrivare allo scontro diretto a -2 punti dai rivali, e la partita ha fatto il resto: 5-0 secco e rimonta completata. Borussia Dortmund completamente annichilito dalle geometrie del Bayern e dai gol di Lewandowski (sono 201 in Bundesliga), che hanno dato una scossa al campionato dimostrando, ancora una volta, la loro incredibile supremazia. Vedremo se nelle partite che rimangono il Borussia avrà la forza di tenere il passo del Bayern, che non dovrà sbagliare nulla.
FLOP
FIORENTINA, PERIODO NERO
Con la clamorosa sconfitta di ieri in casa contro il Frosinone, salgono a 7 le partite senza vittoria della Fiorentina (l’ultima io 17 Febbraio contro la Spal), con 4 pareggi e 3 sconfitte. La squadra viola ultimamente fa fatica a tirare fuori la propria identità, fornendo prestazioni anonime e non all’altezza delle avversarie, che, infatti, l’hanno staccata lasciandola a -10 dalla zona Europa League. L’unica nota positiva è che la squadra viola è ancora in corsa per la Coppa Italia (il 25 Aprile affronterà l’Atalanta per la partita di ritorno, dopo il 3-3 dell’andata), la cui vittoria garantirebbe l’accesso in Europa League. La squadra di Pioli dovrà quindi invertire la rotta e provare a salvare la stagione in queste ultime partite, anche se dovrà vedersela con avversari parimenti motivati. Proprio il tecnico, Stefano Pioli, è in bilico dopo le recenti prestazioni, e sembra che, in ogni caso, lascerà la squadra; resta da vedere se ciò accadrà a fine stagione o, in uno scenario difficile ma non impossibile, a campionato ancora in corso.
ERRORE INCREDIBILE
Come detto all’inizio, il PSG è, da mesi, praticamente certo della vittoria del titolo (ha un vantaggio di 20 punti sul Lille secondo in classifica e una partita da recuperare) e ieri sera aveva la possibilità di festeggiare la vittoria con 7 giornate d’anticipo. Tuttavia lo Strasbourg ha dato più filo da torcere del previsto ai parigini, che non sono andati oltre il 2-2, rimandando i festeggiamenti. Tuttavia le occasioni non sono mancate, e la più clamorosa è stata quella capitata a Eric Choupo-Mouting sul risultato di 1-1, che ha sbagliato un gol praticamente già fatto: impossibile da commentare, guardare per credere.
ANCORA POLEMICHE
Questa giornata di Serie A ha visto, ancora una volta, polemiche e discussioni sull’arbitraggio, con due episodi in particolare: il fallo di mano di Alex Sandro in Juve-Milan e quello di Manuel Locatelli in Lazio-Sassuolo. In entrambi i casi i giocatori hanno colpito la palla con il braccio su cross di un avversario e, in entrambi i casi, l’arbitro è andato a rivedere l’episodio al VAR; la differenza è che, nel primo caso, Alex Sandro intercetta il pallone con il gomito, impedendogli di entrare in area (intervento sì involontario, ma comunque determinante), ma l’arbitro Fabbri, una volta rivisto il video, ha deciso di non assegnare il rigore; nell’altro caso, Locatelli colpisce il pallone con il braccio (scomposto, questo sì) dopo che gli è rimbalzato sul fianco, prendendo una traiettoria imprevedibile, e l’arbitro Abisso (lo stesso del discusso rigore di Fiorentina-Inter) ha valutato falloso l’intervento, concedendo il rigore ai biancocelesti. Questa ambiguità dimostra che non c’è uniformità nel giudizio del tocco di mano in area di rigore (non si capisce mai se sia volontario, se aumenti lo spazio del corpo, se sia possibile togliere il braccio o entrare in maniera più composta), e questo andrebbe cambiato, se si vogliono evitare continue ed estenuanti proteste.

Tocco di mano di Alex Sandro in Juve-Milan: braccio largo e pallone stoppato, ma niente rigore

Fallo di mano di Locatelli: il pallone dopo aver preso il fianco del giocatore gli finisce sul braccio, tocco involontario e imprevedibile ma calcio di rigore assegnato