James Rodríguez saluta l’Everton e il calcio europeo per approdare nell’esotico – ma certamente meno competitivo – Qatar. Precisamente, la sua prossima squadra sarà l’Al-Rayyan, club in cui troverà Laurent Blanc come allenatore.
A soli trent’anni, dunque, James sceglie di percorrere la stessa strada di molti suoi colleghi (o ex-colleghi) sulla via del tramonto: farsi ricoprire d’oro. C’è da dire che lui aveva lasciato intendere tutt’altro nel 2014, quando quello strepitoso Mondiale sembrava averlo lanciato nell’Olimpo del grande fútbol.
Eppure, da quando quella stessa estate il Real Madrid sborsò 75 milioni per assicurarselo, il fantasista colombiano non si è più ritrovato definitivamente, lasciando intravedere solamente sprazzi di quella supernova che aveva incantato il mondo con la maglia dei Cafeteros.
IL 2014 COME ANNO MAGICO
Come detto, James Rodríguez si presenta al grande calcio durante il Campionato del Mondo 2014. Il numero dieci trascina la sua Colombia a suon di gol e giocate illuminanti: le tre partite del girone – contro Grecia, Costa d’Avorio e Giappone – portano in dote altrettante vittorie.
El Bandido timbra il cartellino in tutti e tre i match (fornendo anche due assist decisivi nell’ultima giornata) e, qualcuno, inizia a mettere più di un occhio sul ventitreenne. Agli ottavi di finale, in una cornice suggestiva come quella del Maracanã, i Cafeteros affrontano il temibilissimo Uruguay di Cavani e Forlan. Risultato? 2-0, doppietta di James e prima, storica qualificazione ai quarti di finale di un Mondiale per la Colombia,
A pochi passi dalla gloria, il cammino dei Cafeteros incontra una montagna troppo ripida da scalare: il Brasile. In ogni caso, James ci prova e fa quel che può, siglando il rigore del definitivo 1-2 in favore dei verdeoro. Con questo gol, El Bandido ha gonfiato la rete sei volte in altrettante partite.
Alla fine della manifestazione, nessuno gli toglierà dalle mani un meritatissimo posto nella top11 della rassegna e, soprattutto, sarà suo anche il titolo di capocannoniere. Alla fine del Mondiale (vinto dalla Germania, in finale, sull’Argentina) è facile ipotizzare che si scatenerà una super asta per assicurarsi un diez tutto fantasia, pur estremamente concreto sotto porta.
IL REAL MADRID CREDE IN LUI
A gettarsi a capofitto sul giocatore è il Real Madrid, che non bada a spese per portare in Blanco James Rodríguez. Florentino Pérez – come già detto in precedenza – stacca al Monaco un assegno da 75 milioni di euro, simbolo lampante di quanto a Madrid si creda nelle potenzialità del giocatore.
James firma un contratto di sei anni, scegliendo di indossare niente meno che la camiseta con il numero dieci. L’entusiasmo dei tifosi è alle stelle. Il giorno della sua presentazione, infatti, sono oltre 45.000 le persone ad accoglierlo allo stadio e, nell’arco di quarantotto ore, sono state vendute più di 345.000 magliette. Numeri impressionanti.
Il giocatore colombiano più costoso di sempre non delude le grandi aspettative. Al primo anno a Madrid può vantare 17 gol e 17 assist in 47 presenze, numeri che confermano l’importanza di James nello scacchiere delle Merengues. A spezzare l’incantesimo sarà proprio colei che ha dato il via a questa favola: la Nazionale colombiana.
L’inizio della seconda stagione, infatti, è più che positivo. L’otto settembre 2015, tuttavia, El Bandido si infortuna durante Colombia-Perù: lo stop non è di quelli lunghissimi (resterà ai box per circa un mese), ma è sufficiente a tarpargli le ali. Con l’arrivo di Zidane sulla panchina del Real, James scende progressivamente nelle gerarchie, trovando sempre meno spazio. La concorrenza è più agguerrita che mai e allora, dopo tre stagioni in Blanco, inizia il giro di prestiti.
A MONACO PER RITROVARE FIDUCIA
Il 12 luglio 2017 viene ufficializzato il suo trasferimento a Monaco in prestito biennale. Questa volta, tuttavia, non è la comfort zone del Principato ad accoglierlo, ma la spietata Baviera. La spesa totale del Bayern si aggira sui 13 milioni di euro (bonus inclusi), con il diritto di riscatto fissato a 35.
I presupposti per tornare a brillare ci sono tutti, a partire da quel Carlo Ancelotti che tanto aveva creduto in lui in tempi madridisti e con il quale James è riuscito a sprigionare la sua miglior versione in squadre di club.
Anche in questo caso, tuttavia, di incoraggiante c’è solo l’avvio. La discesa nelle gerarchie lo porta a collezionare 43 presenze, 14 gol e 15 assist in due anni. Meno di quanto raggiunto al primo anno al Real Madrid. Inevitabile, quindi, la scelta del Bayern di non esercitare il diritto di riscatto: il trequartista, nell’estate del 2019, torna dunque al Real.
Il colombiano vuole giocarsi le sue carte: rimane un altro anno a Madrid, ma si trova di fronte nuovamente Zinédine Zidane. In un calcio tutto tattica e pragmatismo come quello di Zizou non c’è spazio per il fragile estro di James Rodríguez, che colleziona la miseria di otto presenze e un solo gol.
JAMES-ANCELOTTI, ATTO TERZO
Quasi al disperato inseguimento del suo padre calcistico, il 7 settembre 2020 James lascia una seconda volta il Real per approdare – gratuitamente – all’Everton. Il contratto biennale con opzione per il terzo anno è forse l’ultima chiamata per provare, quantomeno, a riavvicinarsi a quel magico ventitreenne che aveva incantato in Brasile.
Come successo nelle precedenti esperienze, l’avvio è anche incoraggiante, con una serie di buone prestazioni e marcature importanti. Eppure, a fine stagione, il bottino racimolato è di 26 presenze, sei gol e nove assist. Non per forza malvagio, ci mancherebbe, ma tremendamente lontano dagli standard che avevano convinto il Real Madrid a far follie per lui. E così, dopo l’addio di Ancelotti e un feeling mai nato con il nuovo allenatore Rafa Benítez, il 22 settembre di quest’anno viene ufficializzato il suo passaggio all’Al-Rayyan.
In questi giorni, come rivelato da AS, è anche spuntata una clausola a dir poco curiosa nel contratto tra il colombiano e i qatarioti. A partire da gennaio, infatti, sarà valida un’opzione per il PSG (che, com’è noto, è di fatto controllato dall’Emirato del Qatar) per assicurarsi James gratuitamente.
Al di là della trasparenza e della legittimità della trattativa – su cui si potrebbe indagare non poco – resta il fatto che questa, eventualmente, sarebbe probabilmente l’ultima grande occasione della carriera per il trequartista classe 1991. Che, ad oggi, altro non è che una meravigliosa stella (de)cadente.
Immagine in evidenza da: Licenze Google Creative Commons