Tanti tentativi e tante occasioni da gol nella gara di oggi, 8 novembre 2024, conclusasi con risultato di 1-1 tra Lecce ed Empoli allo stadio “Via del Mare”. Sblocca il match, per la compagine toscana, Pietro Pellegri. Alla ripresa i cambi effettuati dal tecnico dei salentini, Luca Gotti, ribaltano il ritmo della gara: un Sansone “on fire” si rende pericolo in più di un'occasione, poi Pierotti regala la rete del pareggio. L'allenatore della squadra azzurra, Roberto D'Aversa, ha parlato ai microfoni di Sky Sport dopo il pareggio. Ecco, di seguito, le sue parole:
LE CONSIDERAZIONI SULLA PARTITA – «Bisogna considerare che in panchina mancavano i centrocampisti. I ragazzi si sono comportati bene per 60-70 minuti, ma il discorso è sempre che se non la chiudi poi rischi anche di perderla. Ma per come siamo partiti e anche per le assenze non rimprovero nulla ai miei, se non appunto questo discorso del cercare di chiudere le partite. I ragazzi erano a testa bassa nello spogliatoio, questo mi fa piacere perché volevano di più. Abbiamo però 15 punti, impensabile a inizio stagione: merito del presidente, del club e di questi ragazzi che stanno lavorando. Siamo felici anche per i tifosi che erano qua»
COLOMBO-PELLEGRI – «Possono giocare insieme. La scelta iniziale era quella di cercare di vincere la partita, per questo ho messo i due attaccanti. Sapevamo che aveva nelle gambe 60-70 minuti, peccato non averla vinta anche se bisogna essere onesti sul fatto che nel finale abbiamo anche rischiato di perderla”.
ERRORE DIFENSIVO – «Intanto è stata una problematica di centimetri… Poi Ismajli si è trovato in mezzo a due, è questione di letture immediate. Sicuramente qualcuno ha lasciato la marcatura, ma non me la sento di colpevolizzare i miei ragazzi. Ora avranno tre giorni di riposo strameritati»
SU SOLBAKKEN – «Solbakken ha caratteristiche offensive, di gamba. Ho ragionato sul fatto che potesse giocarsela su Gallo, che è uno che spinge molto. Per me può fare meglio perché è forte e ha qualità importanti, anche se stasera è entrato in campo con dei problemi. Lui come Viti. Tanti ragazzi che sono legati alla squadra e alla maglia, vedo un senso d’appartenenza difficile da trovare. E poi venire qua con 8 assenti non era semplice»