Fautore di un’impostazione di gioco spesso criticata per la poca spettacolarità prodotta, il tecnico dell’Atletico Madrid, Diego Simeone, difende con le unghie e con i denti la propria ideologia calcistica.
Nell’intervista organizzata da Fox Sports, l’argentino ha parlato in lungo e in largo della propria esperienza sulla panchina dei Colchoneros, soffermandosi in particolar modo sul tanto discusso concetto di catenaccio:
“Tutti hanno buoni giocatori davanti. Tutti hanno un buon attacco perchè nelle migliori squadre del mondo ci sono sempre giocatori bravi ad attaccare. Il problema è saper difendere. In quanti sanno farlo? Ecco perchè le squadre che si difendono meglio sono quelle che alla fine vincono”.
CATENACCIO? NO GRAZIE
Certamente l’efficacia del sistema costruito negli anni da Simeone ha portato numerosi risultati, tanto in ambito nazionale quanto internazionale. La squadra ha sempre e ossessivamente cercato di rispettare la propria identità anche nelle situazioni in cui scoprirsi avrebbe potuto portare a qualche vantaggio.
Per Simeone però, questo modo di interpretare il gioco del calcio non è sinonimo di catenaccio, come dimostra lo schieramento di numerosi attaccanti durante il suo primo anno all’Atletico:
“Nel mio primo Atletico giocavano Arda Turan, Diego, Falcao e Adrian. E con due esterni come Juanfran e Filipe Luis, che attaccavano più di quanto difendessero”.
Per l’argentino la filosofia vincente è dunque una: proteggere la porta ad ogni costo, pur non rinunciando a schierare anche molti attaccanti.
Fonte immagine copertina: profilo Twitter @Atleti