L’Opportunista. Così è stato soprannominato Louis Saha nel corso della sua carriera. Abile nel farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. In campo come nella vita, dove l’ex attaccante francese ha imparato presto ad apprezzare il raggio di sole che si fa spazio tra le nuvole dopo la tempesta. Opportunista appunto. Davanti ai portieri avversari quando si trattava di renderli inermi difronte a una stoccata che aveva come logica conseguenza quella di unire pallone e rete in un abbraccio. Davanti all’orologio quando i tanti infortuni gli hanno ‘regalato’ infinite giornate di riposo che ha saputo trasformare nei primi mattoni sopra ai quali costruire il proprio futuro.

Due volte vincitore della Premier League con il Manchester United, nonché trionfatore nell’edizione 2008 della Champions League vinta sempre dai Red Devils sul Chelsea a Mosca (gara in cui non scese in campo per infortunio, ndr), Saha il trofeo più importante della sua carriera lo ha però conquistato fuori dal rettangolo verde.

IL PERICOLO

Annunciato ufficialmente il proprio ritiro l’8 agosto 2013 – giorno del suo trentacinquesimo compleanno – l’ex punta transalpina nel 2014 ha infatti lanciato una piattaforma online che negli ultimi cinque anni ha aiutato migliaia di atleti e personaggi dello spettacolo a costruirsi una nuova vita al termine delle rispettive carriere. Lo ha fatto con l’aiuto dello specialista digitale Kate Hamer (il quale detiene il 20% della società. L’80% è di Saha) e l’ha chiamata Axis Stars.

Si tratta di un’applicazione che permette a calciatori, cantanti, attori, procuratori, allenatori e star di vario genere, di entrare direttamente in contatto con aziende, sponsor ed esperti dei diversi settori attraverso quello che può essere definito un vero e proprio social network. Su Axis Stars ogni iscritto può infatti parlare direttamente con gli altri utenti, potendo così ricevere consigli utili per la propria carriera e stringere anche accordi commerciali. L’obiettivo è quello di evitare che tutte queste star possano sperperare i soldi guadagnati durante la propria vita, raggiungendo la bancarotta. Un progetto pensato soprattutto per aiutare gli atleti più giovani.

“Bisogna capire la pressione alla quale i giocatori sono sottoposti. Quando giochi il tuo unico pensiero e come essere sempre più performante in campo. Non pensi ad altro. Per molti ragazzi che giocano ad alti livelli è difficile gestire i propri soldi. Non hai tempo di pensare agli investimenti, alle tasse. Io ho comprato una moto e non avevo nemmeno la patente. A un certo punto però mi sono accorto che avevo avuto così tanti infortuni che era tempo di pensare a cosa dovessi fare dopo la fine della mia carriera. Voglio aiutare gli altri sportivi, così che non perdano tutto. L’obiettivo è quello di ridurre la statistica che vede il 50% degli sportivi andare in bancarotta dopo il ritiro. Sono più orgoglioso di questo progetto che di tutti i traguardi che ho raggiunto in campo”.

Parole pronunciate da Saha dopo il lancio della piattaforma, e riportate da Real Business, che fanno capire perfettamente quale fosse l’idea del campione di origini guadalupensi quando decise di lanciarsi in questo progetto. Un’idea sviluppatasi nel tempo e che ha trovato la sua origine nella finale di Champions League vinta dal Manchester United nel 2008. In quell’occasione Saha non scese infatti in campo per infortunio, un fatto che segnò un momento molto duro per il giocatore.

Il francese decise di iniziare a scrivere una sorta di diario personale nel quale mettere nero su bianco idee ed emozioni. Un diario che si è poi evoluto in un libro dal titolo ‘Thinking Inside the Box’ e nel quale Saha ha raccolto anche le opinioni di altri sportivi da lui stesso intervistati. Lo scopo era quello di creare un contenuto che potesse fornire consigli ai colleghi più giovani, come raccontato al Guardian.

“Mi piace quando le persone capiscono davvero cosa scrivi. È fantastico, anche se ho la sensazione che lo abbiano letto in pochi. È piaciuto alla maggior parte dei lettori ma avrei voluto che fosse stato letto da più persone. Volevo davvero aiutare i più giovani e allora ho pensato che diventare un procuratore o un allenatore potessero essere delle strade. Alla fine la mia strada invece è stata quella di creare una piattaforma digitale. Così ho esteso l’idea del libro, dove raccontavo la mia storia e quella di altri atleti. Axis Stars è un libro virtuale in qualche modo”.

Fonte: profilo Instagram ufficiale di Louis Saha

LA MISSIONE

Da un campo di calcio, a una penna, a uno smartphone. Uno strano percorso sapientemente creato da chi ha saputo trasformare in utile ciò che di negativo la vita gli ha dato.

“Ho sempre amato fare il calciatore e giocare mi usciva naturale, ma questa è la sfida più entusiasmante della mia vita. Avere degli infortuni mi ha permesso di avere del tempo in cui pensare e scoprire il piano più grande della mia vita. Se posso aiutare 100.000 persone, è la cosa migliore. Questo progetto penso sia qualcosa destinato a rimanere”.

Opportunista. In campo come nella vita. Lo ha dimostrato con gli scarpini ai piedi quando al suo esordio da professionista con la maglia del Metz nel 1997 ha impiegato solo un minuto per mettere a segno il suo primo goal contro il Bordeaux. Lo sta dimostrando ancora oggi con giacca, cravatta e ventiquattro ore ben salda tra le mani.

“Vogliamo che ci sia un contatto diretto tra gli sponsor e gli sportivi. Che le offerte non vengano filtrate dagli agenti che chiedono prima delle commissioni. Tanti giovani atleti potrebbero andare alle Olimpiadi ma non trovano degli sponsor. Noi offriamo una piattaforma dove mettersi in mostra e promuovere loro stessi”.

È in questo modo che i giocatori possono essere realmente padroni dei propri guadagni, senza permettere che terze parti possano finire per influenzarli e diventare i gestori dei loro capitali. Axis Stars spinge infatti i diversi utenti a mettersi in contatto direttamente tra di loro, trattenendo solamente l’1.5% di commissione sugli affari che riescono a essere stipulati sull’app. Una fonte di entrata della quale il 10% viene poi donato a organizzazioni benefiche scelte dagli utenti. Un circolo filantropico che rende Saha ancora più orgoglioso della propria creatura.

Una creatura nata da idee e occasioni. Quelle che l’Opportunista ha dimostrato di saper cogliere nel corso di tutta la sua carriera. In campo come nella vita.

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram ufficiale di Louis Saha