I motivi della storica stagione del Lecce

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Il Lecce rappresenta una delle principali sorprese del campionato di Serie A appena concluso.

I salentini hanno fin da subito imposto un modus operandi chiaro ed efficace, sia dal punto di vista progettuale che di gioco. Scelte divisive, che potrebbero far storcere il naso ai tifosi più superficiali, come per esempio puntare sulla rosa più economica e giovane della Serie A, ma che si sono rivelate invece essere il maggior fondamento della salvezza giallorossa.

I MERITI DI CORVINO E STICCHI DAMIANI

Uno dei massimi esponenti del sogno lucido salentino (sia nella salvezza in A che nella vittoria del Campionato Primavera) è, senza ombra di dubbio, il direttore sportivo Pantaleo Corvino.

Il dirigente leccese, che in passato ha portato alla luce talenti quali Vucinic, Vlahovic, Ledesma, Chevanton e tanti altri, è riuscito tramite un mercato attento e puntiglioso ad assemblare una squadra giovane e qualitativa, che trova in giocatori quali Strefezza, Hjulmand, Baschirotto e Falcone i pilastri principali della rosa.

Per non parlare del colpo Umtiti, magia del ds ex Fiorentina che è riuscito a portare in Salento (seppur per una sola sola stagione) un campione del mondo che aveva bisogno di fiducia e di minutaggio. Il francese si è infatti messo in mostra dopo un primo periodo di ricondizionamento fisico, e si è rivelato essere un’importante chiave di volta per la stagione dei giallorossi.

Grazie a Corvino il Lecce si ritrova una squadra costruita in modo intelligente e sostenibile, oltre che svariati patrimoni su cui poter imbastire ingenti plusvalenze trovando così i soldi per investire nuovamente sul mercato. La dirigenza non deve però correre il rischio di farsi ingolosire dalle tante opportunità di cessione, errore commesso nella scorsa finestra di mercato estiva dal Verona, che si è privata di buona parte della squadra titolare senza sostituirla a dovere.

Il Lecce andrà sicuramente incontro a un paio di cessioni importanti (uno tra tutti Hjulmand, ambito da grandi club italiani e non) che serviranno a finanziare il mercato, ma deve essere in grado di mantenere un’ossatura robusta da cui ripartire, che possa essere approfondita ed edulcorata da altri colpi in prospettiva. Lavoro che il presidente Sticchi Damiani e l’eterno Corvino potranno sicuramente svolgere con efficacia.

L’IMPORTANZA DI BARONI

Un’altra sliding door della stagione giallorossa è sicuramente Marco Baroni. Il tecnico fiorentino ha messo a regime una compagine vivace e propositiva, valorizzando giocatori inizialmente sconosciuti come Banda, Gendrey o Oudin, oltre ai già citati Strefezza, Hjulmand e Baschirotto.

Il Lecce visto quest’anno è stata una squadra aggressiva e diretta, letale nei contropiedi ma che non ha disdegnato la costruzione dal basso. Una formazione quindi completa in ogni fase della partita, solida difensivamente e tagliente nelle transizioni offensive.

L’unico vero neo dei salentini è stato sicuramente il basso tasso realizzativo rispetto alle occasioni create. Per quanto Colombo sia un giocatore in rampa di lancio e abbia poi realizzato il memorabile rigore che ha sancito la salvezza del Lecce, comunque i suoi gol per buona parte della stagione sono mancati, come anche quelli di Ceesay, giocatore fortemente enigmatico dal punto di vista del rendimento stagionale.

JacopoJ
Scritto da

Jacopo Dimagli