Musiala, un futuro che sembra già scritto e una rete pesantissima inflitta al Barcellona, eliminata ai gironi. Un fatto storico, che non si verificava da oltre un ventennio.

In realtà, un altro gol pesante lo ha segnato alla Lazio, a fine febbraio scorso. Una marcatura che, a tutti gli effetti, ha rappresentato un record, perché si è trattato del primo 2003 nella storia della Champions League a scrivere il suo nome sul tabellino dei marcatori.

La più prestigiosa competizione europea sta diventando il suo habitat naturale. Nonostante abbia solo 18 anni, Julian Nagelsmann si aspetta quotidianamente grandi cose da lui. E non si può dire di certo che Musiala lo stia deludendo. 

Interessante anche il suo percorso, soprattutto la fase che gli ha permesso di sbarcare ufficialmente nel calcio che conta. Dall’accademia del Southampton, ecco il passaggio alle giovanili del Chelsea, all’età di 8 anni, con un esordio che ha sortito lo stesso effetto di una bomba atomica. Prima partita con i Blues, contro il Wigan, e 4 reti realizzate. La sua voglia di convincere e, un secondo dopo, bruciare la tappa successiva è diventata una costante dai 13 anni in su. A quell’età è stato convocato con la nazionale inglese Under15, a 15 anni ecco la convocazione con l’Under18, fino a sfruttare la grande chance nel 2019. La Brexit ha accelerato i tempi ed il trasferimento in Germania, alla corte del Bayern di Miroslav Klose, si è concretizzato.

INGHILTERRA O GERMANIA?

Già, perché Jamal Musiala ha avuto la possibilità di scegliere tra due nazionali di un certo spessore, andando poi a premiare la selezione tedesca.

Una possibilità di cui pochissimi hanno potuto disporre e che rischia sempre di lasciare un pensiero latente nel prosieguo della carriera, in base ai risultati delle nazionali in questione. Ciò che però Musiala non ha mai messo in discussione è la sua permanenza a Monaco di Baviera, anche perché si sta dimostrando già l’uomo dei record.

Il più giovane esordiente in Bundesliga con la maglia del Bayern, a 17 anni e 115 giorni. Ha spodestato Roque Santa Cruz, detentore del record dal 1999 come giocatore più giovane ad aver realizzato una rete con la maglia della squadra bavarese, avendo fatto centro a 17 anni e 205 giorni. Se non è un predestinato Musiala, allora diventa veramente complesso trovare un’alternativa.

Ha uno stile di gioco molto particolare, ma altrettanto efficace. Ha una corsa che può sembrare goffa, con la parte superiore del corpo spinta in avanti e la testa che sembra sempre bassa, anche se non lo è. Veloce con la palla tra i piedi, se la passa dal destro al sinistro, e viceversa, con una rapidità rara. Deve ancora affinare la tecnica e perfezionare l’uso del mancino, ma è in grado di calciare in porta con notevole forza e altrettanta precisione.

Ciò che forse stupisce ancora di più è la sua capacità di recuperare palla, grazie anche e soprattutto alle sue lunghe leve, che sembrano arrivare ovunque.

Flick lo ha lanciato in prima squadra senza pensarci troppo, ora Nagelsmann può godere di tutto il suo talento, consapevole del fatto che intorno a lui è presente un organico fantastico, costruito per centrare ogni possibile obiettivo stagionale.

LA VIRTÙ DEI FORTI

Musiala ed il rapporto con la pazienza. Non un binomio perfetto.

Nell’ultimo periodo, un po’ di insofferenza si è vista, perché il minutaggio concessogli dal tecnico non lo soddisfa appieno. In Bundesliga non ha ancora giocato i 90 minuti per intero e, in realtà, l’unica partita disputata dall’inizio alla fine è stata proprio quella contro il Barcellona, paradossalmente in Champions League.

È in grado di ricoprire più ruoli in campo, con il suo utilizzo da esterno che stava regalando grandi soddisfazioni al Bayern, ma che lo ha visto costretto tornare al centro del campo in virtù dei più quotati Gnabry, Sané e Coman che sulle fasce vantano esperienza e doti tecniche di livello mondiale.

Forse non sta considerando al 100% la possibilità di svilupparsi ricoprendo più ruoli tra centrocampo e trequarti, una carta in più da giocare in futuro sia con la maglia di club che con quella della nazionale tedesca. Vuole avere un impatto decisivo fin da subito, mettendo in secondo piano la questione anagrafica e la concorrenza qualitativamente elevata che trova in allenamento e in partita.

La pazienza gli servirà a questo, soprattutto con Nagelsmann, altro talento del calcio mondiale che si trova a guidare una delle squadre più competitive al mondo a soli 34 anni. I due parlano la stessa lingua e sono consapevoli di poter centrare obiettivi incredibili insieme, mettendo al primo posto il bene del club per potersi esaltare come singoli.

Immagine in evidenza presa da flickr con diritti Google Creative Commons

CarloC
Scritto da

Carlo Ferrario