Cosa sta succedendo al Napoli? Gattuso usa l’alibi degli infortuni per spiegare la situazione caotica e nebulosa della squadra partenopea. Gli infortuni, questi maledetti infortuni.
Da Ospina a Mertens, da Osimen (acquisto più costoso della storia del club) a Manolas, da Petagna e Lozano a Ghoulam e Demme.
Pesante anche l’assenza per sette partite di Koulibaly. Un Napoli davvero in preda a crisi e moltissima sfortuna contro la quale deve fare ancora i conti per cercare di riconquistare quel posto che garantirebbe l’accesso alla Champions League.
⏱ 94’ | Fine gara ⏹#GranadaNapoli 2-0
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— Official SSC Napoli (@sscnapoli) February 18, 2021
LA SFORTUNA PRIMA E POST BERGAMO
Dopo il tracollo in EL in campionato è arrivato un altro passo falso contro l’Atalanta del Gasp.
A Bergamo è maturata una sconfitta meritata per quanto mostrato in campo: dopo un primo tempo in cui la compattezza difensiva, esasperata, degli azzurri era riuscita a limitare le offensive atalantine, all’aprirsi del primo varco il castello di carte è venuto giù.
Un ko che ha portato con sé scorie molto spiacevoli nel finale, data la paura nell’uscita dal campo in barella di Osimhen, che sembrava non rispondere agli stimoli dopo uno scontro con Romero ma sul quale per fortuna gli esami delle ore successive hanno dato esiti tranquillizzanti, e il silenzio stampa del post-partita che forse, vista la classifica comunque non così disastrosa (se vincesse con la Juve, il Napoli sarebbe a pari proprio con l’Atalanta) racconta meglio di mille parole il momento. Giovedì la chance per invertire una rotta non più così stabile, ma anche il rischio di vedersi aprire nuove ferite: proprio per questo forse, aspettando di sapere gli esiti col Granada, il club campano ha preferito la strada del silenzio.
⏱ 94’ | Full Time ⏹#AtalantaNapoli 4-2
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— Official SSC Napoli (@sscnapoli) February 21, 2021
UNA DELLE OMBRE DI GATTUSO: MAURIZIO SARRI
Nel Napoli di Sarri, la bellezza è stata data innanzitutto dalla percezione dell’armonia visiva del gioco. Le singole giocate, il talento, la classe di ogni calciatore, si incastonano perfettamente nel tutto e nella partitura predisposta dall’allenatore, esattamente come la genialità di un grande interprete rifulge meglio nell’esecuzione di una grande opera musicale, piuttosto che in quella di un autore mediocre o minore.
Ciascun giocatore recita il suo spartito, canta la sua aria, in ogni momento della partita, senza pause: ognuno è comprimario e allo stesso tempo protagonista di una partitura collettiva che non lascia spazio alla noia.
Tecnica calcistica e sapienza tattica, armonia di gioco e sterilizzazione dell’avversario attraverso il possesso palla, a uno, massimo due tocchi. Si divertono i giocatori, si divertono gli spettatori – tutti gli spettatori: i critici onesti, gli appassionati, non solo i tifosi del Napoli.
Questa è senza dubbio stato una delle stagioni del Napoli più forte di sempre.
Sarri, come è stato già detto un milione di volte, ha rigenerato Albiol e Jorginho, portato Koulibaly e Hamsik su livelli continentali, fatto esplodere Insigne e Higuaìn, ormai un fuoriclasse davvero da Pallone d’oro. A cui si aggiungono tutti gli altri, non meno importanti nella filosofia del gioco sarriano.
Riuscirà Gattuso a salvare la stagione e, già da giovedì, rimettere sul binario giusto la partita contro il Granada? Noi siamo curiosi di saperlo, ed i tifosi e la dirigenza ancor di più.
( fonte immagine di copertina: corrieredellosport.it)