Svelata la volontà di Nico Paz per il futuro, il padre: “Farebbe volentieri un altro anno a Como”

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Nico Paz è senza alcun dubbio uno dei migliori talenti di questa Serie A. Arrivato dal Real Madrid la scorsa estate, il fantasista argentino ha conquistato il cuore di tutti i tifosi ed amanti del calcio in Italia, grazie a delle prestazioni di altissimo livello e di enorme continuità. Ultimamente, si sta parlando molto del suo futuro, dato che ancora non si sa se rimarrà a Como o se tornerà a Madrid, vista la recompra che i Blancos possono esercitare sul giocatore. Un ulteriore spiraglio lo vedrebbe vestire la maglia dell’Inter, che ha manifestato più volte un forte interesse nei suoi confronti. Questa mattina, ai microfoni de La Provincia di Como, ha parlato suo padre, chiarendo la volontà del figlio in vista della prossima stagione.

Di seguito, le dichiarazioni di Pablo Paz:

COMO - "C’erano almeno altre quattro alternative, tra cui la Fiorentina e lo Stoccarda. Ma il progetto del Como c’è piaciuto molto, e poi certo Fabregas ha avuto un peso importante perché ha parlato con noi, ci ha spiegato che Nico avrebbe avuto chances di giocare come piace a lui. Parlare con Cesc è stato importante".

FUTURO - "Restare qui ancora? Io credo che se chiedete a Nico cosa vorrebbe fare, lui vorrebbe stare senza dubbio un altro anno qui, perché si trova benissimo, è felice, e con fabbrica se è come essere a un master universitario. Gli piace tutto qui, la squadra, il gruppo, la gente. Anche io sarei d’accordo. Poi certo, ci sono in ballo interessi superiori, ma un altro anno qui sarebbe ok".

INTER - "Le foto con Zanetti hanno già fatto scrivere Paz all’Inter? Ma no, io Javier siamo molto amici, eravamo compagni di camera in nazionale, figuratevi. Un ritrovo tra amici, ogni tanto ci vediamo".

ARGENTINA - "Calcolate che Nico in camera ha sempre avuto il poster di Messi. Il suo idolo. Potete immaginare cosa abbia significato per lui giocarci assieme, servirgli assist e sentire parole di elogio da Lionel. Prima del debutto dalla tensione non parlava più in casa".

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Scritto da

Lorenzo Vezzaro