Gareth Bale è tornato. Un’altra volta, l’ennesima. Si pensava che la sua carriera avesse preso una flessione definitiva, e che il ritorno al Tottenham fosse stata una semplice formalità legata più al “valore affettivo” rispetto a ciò che concretamente e tecnicamente significasse. Invece, il numero 9 è riuscito a guadagnarsi un quasi insperato posto da titolare grazie alle sue prestazioni recenti.
Tutto è iniziato in Europa League: José mourinho lo schiera nella doppia sfida contro il modesto Wolfsberger, e Gareth mette a segno, nella doppia sfida, due gol e un assist. L’allenatore portoghese lo conferma in Premier League, contro Burnley e Crystal Palace, ed il gallese ricambia la fiducia siglando due doppiette.
Il bilancio delle ultime partite parla da sé: 6 gol e 3 assist negli ultimi 7 scontri. In conferenza stampa, il tecnico del Tottenham ha affermato:
“Aveva cicatrici psicologiche. […] Era il periodo giusto per rompere questa sua barriera psicologica e l’ha fatto. Merito suo e nostro. Ma tutto quello che abbiamo fatto è stato dargli una mano”
Le parole dello Special One sono molto forti, in perfetta linea con il personaggio. Tuttavia, è difficile dargli torto, in quanto la carriera del suo attaccante è una lotta continua, contro altri soggetti ma soprattutto sé stesso, quasi come se la sua personalità gli avesse impedito di poter fare il salto di qualità definitivo. Oppure, più semplicemente, il suo carattere non è riuscito a mantenere il passo del suo smisurato talento.
COLPO DA 100 MILIONI
Il percorso calcistico di Bale cambia completamente nell’estate 2013, quando Florentino Perez se ne aggiudica le prestazioni versando nelle casse del Tottenham 100 milioni di euro. L’acquisto rappresenta un vero e proprio spartiacque nel mercato calcistico: è infatti la prima volta nella storia che un trasferimento tocca le tre cifre. Le pressioni sono quindi tantissime.
Inoltre, la situazione in casa Madrid è tutt’altro che tranquilla: da oltre 10 anni si insegue la “Décima” Champions League. Il presidente dei Blancos è disposto a tutto, tanto da “scaricare” un pilastro come Mesut Ozil, venduto all’Arsenal per far spazio al nuovo arrivato. La cessione del tedesco è vista molto male da calciatori e tifosi, che quasi scatenano una rivolta.
Nonostante le difficoltà, Gareth riesce ad imporsi fin dall’inizio. Forma la BBC, con Benzema e Cristiano Ronaldo. Sebbene l’asso portoghese sia la figura di riferimento dentro e fuori il rettangolo verde, il suo compagno di reparto mette in mostra caratteristiche fuori dal comune. È un’ala in grado di fare praticamente tutto: sa saltare l’uomo grazie alla sua velocità straordinaria o mettersi in proprio calciando in porta, come nel caso dell’incredibile marcatura contro l’Elche.
In Spagna aumentano i confronti con Neymar, acquisto faraonico del Barcellona. A differenza del brasiliano, l’undici blancos acquisisce consapevolezza da subito, risultando più che mai decisivo. Risolve infatti la finale di Copa del Rey 2014 proprio contro i blaugrana, mettendo a segno un gol “da cento milioni di euro”. La realizzazione è epica: riceve un pallone da Coentrao poco prima della linea mediana del campo vicino alla panchina, parte in velocità, brucia Bartra che non riesce a fermarlo in alcun modo e trafigge Pinto.
È un sigillo fondamentale, a livello collettivo ma soprattutto individuale. Bale è così riuscito a scrollarsi di dosso ogni critica con una marcatura dal peso enorme. Ha portato alla vittoria il Real Madrid in assenza del suo leader, Cristiano Ronaldo, alle prese con un infortunio.
Il gallese si rende protagonista di un gol ancora più importante un mese dopo. Sua è infatti la marcatura del 2-1 in finale di Champions League contro i cugini dell’Atletico Madrid. Nell’occasione, raccoglie una respinta di Courtois dopo una percussione centrale di Angel Di Maria. Il suo è, di fatto, il gol che vale la Décima.
La prima stagione del numero 11 in maglia bianca è la più importante sul piano realizzativo: si conclude con 22 gol in 44 presenze tra tutte le competizioni.
Il passaggio da fuoriclasse a trascinatore arriva anche in nazionale. I “Dragoni” concludono il loro cammino nel Campionato Europeo del 2016 in semifinale, sconfitti dal Portogallo. Gareth registra 3 gol in 6 presenze ed è il miglior marcatore dei suoi.
L’IMPROVVISA DISCESA
Nonostante sembrava evidente che i primi anni di Bale al Real Madrid fossero solo uno straordinario punto di partenza, le stagioni successive si rivelano un enorme flop. In questo contesto è necessario introdurre la figura di Zinedine Zidane, con cui non è mai sbocciato un gran feeling.
Zizou esclude sempre di più l’attaccante dalla formazione titolare preferendogli Isco, in grado di ricoprire in maniera migliore il ruolo di trequartista nel suo personale 4-3-1-2. Tuttavia, le motivazioni dell’esclusione non sono riconducibili al solo piano tattico.
L’allenatore francese, subentrato a Rafa Benitez, ha cercato fin da subito di ricompattare un gruppo sfilacciato e sfiduciato dalle pessime prestazioni nelle gestioni precedenti, lavorando molto sullo spogliatoio. È proprio qui che si verifica la rottura: il gruppo squadra pian piano accantona il gallese, mai integratosi a pieno. Infatti, nonostante due anni al Bernabeu, continua a rivolgersi ai compagni in lingua inglese.
Il ragazzo di Cardiff non fa mancare tutto il proprio disappunto, con atteggiamenti sempre più fuori dalle righe. Alterna momenti di grandissima tensione a giocate da cineteca, come la spettacolare rovesciata in finale di Champions League contro il Liverpool nel maggio 2018, tre minuti dopo il suo ingresso in campo, che vale il tredicesimo successo dei Blancos.
Nonostante ciò, le tensioni con Zidane continuano, e, complici vari problemi fisici, lo spazio è sempre meno. Nell’estate 2019 sembrava chiusa la trattativa che avrebbe portato Bale in Cina, e il tecnico, intervistato nel corso della tournee, afferma:
“Gareth Bale non ha giocato perché il club sta lavorando alla sua uscita. Speriamo che se ne vada presto, sarebbe meglio per tutti. Non ho nulla di personale contro di lui, ma arriva un momento in cui le cose sono fatte perché devono essere fatte. Tutto cambierà, non so se tra 24 o 48 ore, ma cambierà. Ed è una cosa buona per tutti.”
Il trasferimento incredibilmente salta, ma la situazione al Bernabeu rimane la stessa. I rapporti con la tifoseria precipitano nel novembre 2019, quando Gareth, alla fine della partita che valse la qualificazione ad EURO 2020 del suo Galles, espone la bandiera della sua nazione con su scritto “Wales. Golf. Madrid. In that order”. La stagione 2019/2020 è l’ultima da separato in casa.
IL RITORNO A CASA
Il gallese è finalmente tornato. È andato via da un posto che non ha mai concretamente sentito suo, a cui ha dato tanto ricevendo meno di quanto si aspettasse. In un luogo dove, come lui stesso ha detto, “fanno le cose molto difficili”.
Con la maglia bianca addosso ha vissuto attimi di onnipotenza, vincendo 4 Champions League, ma non ha trovato tranquillità. La pressione che è riuscito a gestire nei suoi primi anni alla Casa Blanca ha dovuto fare i conti con una personalità troppo esuberante, caratterizzata da atteggiamenti sopra le righe ed eccessivi silenzi nei momenti in cui era necessario parlare.
Tutto questo è Gareth Bale, un calciatore straordinario fermato troppe volte da sé stesso. Per tali motivi, le forti parole pronunciate da Mourinho riassumono la carriera del suo numero 9 e sembrano quasi premonitrici.
Il periodo di forma dell’attaccante degli Spurs lascia ben sperare. Tuttavia, il suo percorso ci insegna a stare cauti. Forse solo lui è in grado di decidere se regalarsi un ultimo grande acuto, a quasi 32 anni.
E allora, mai come questa volta, non illuderci Gareth…
(Fonte immagine in evidenza: Eurosport.com)