L’Arsenal non è una squadra di calcio, è un’icona. Un club tra i più vincenti d’Inghilterra e leader nella coltivazione di giovani promesse. In tal senso, il calcio ha ricevuto in dono dall’Accademy dei Gunners nomi storici. Per dire, Tony Adams, Jermanie Pennant, Cesc Fabregas, Wojchiec Szczesny, Jack Wilkshire, Kieiran Gibbs, Hector Bellerin. Una serie di calciatori importanti – non tutti poi hanno trovato la via del riconoscimento universale – che hanno dato il loro contributo alla storia dei Gunners. Arsene Wenger è stato un padre adottivo per molti di questi, un allenatore (anzi un manager) che legge nella tecnica di un giovane le potenzialità di una risorsa per la first squad. Da ciò i successi e le fortune (poche) della squadra di North London, che negli anni, nonostante le magre vittorie finali, ha offerto agli spalti dell’Emirates giocate inaspettate e nomi sconosciuti: e per loro fortuna, questi estranei sono poi diventati fin troppo noti.

Fonte Immagine: profilo Instagram di Wilkshire
Il posto di Wenger è stato preso da Unai Emery, un tecnico ancora giovane e dal curriculum interessante. In questo senso il manager spagnolo può vantare di aver lavorato in ambienti di alto livello, prima al Siviglia e poi a Parigi, quest’ultima un’avventura che sarebbe dovuta essere il definitivo upgrade della sua carriera ma che, al contrario, ne ha limitato le aspettative. Adesso è il manager dell’Arsenal dei giovani, una squadra dall’età media di 24,9 anni (la sesta più bassa del campionato) e che anche quest’anno ha riproposto wonderkid di livello.
BUKAYO SAKA (2001)
Saka è fortissimo, e lo sarà sempre di più. In Inghilterra ha sbalordito non solo per le doti atletiche impressionanti quanto per il talento con cui, nell’ultima partita, ha soffiato il posto a mister 72 milioni di sterline Nicolas Pépé. Saka ha compiuto da pochissimo 18 anni – è nato il 5 settembre 2001 a Londra, ed è inglese, con origini ghanesi – e per il momento ha disputato 5 partite con la maglia dei Gunners. segnando un gol.

Fonte Immagine: profilo Instagram di Saka
All’Old Trafford contro il Manchester United è stato il suo esordio ufficiale con l’Arsenal e tutti, dai tifosi dell’Arsenal a quelli dello United, da Unai Emery al commentatore Jamie Carragher, hanno esaltato la prestazione del numero 77. Gioca come ala esterna e può farlo sia a destra che a sinistra (il suo piede naturale è il sinistro) e ha un controllo palla elettrizzante, pronto sempre al dribbling o alla giocata inattesa. Inattesa è stata invece la piccola polemica con l’allenatore Emery, che da buon spagnolo non ha avuto un impatto eccezionale con la lingua inglese. E a Saka questo ha creato qualche problema.
GABRIEL MARTINELLI (2001)
E’ bastata una tiepida notte di ottobre per creare, a soli 18 anni, il mito di Gabriel Martinelli. Arsenal-Standard Liegi è finita 4-2 per i Gunners: una prestazione prima convincente poi diventata lacunosa che alla fine ha portato 3 punti a Emery. Il risultato finale è maturato soprattutto grazie al giocatore brasiliano (ma di origine italiana) dell’under 23 dei Gunners Martinelli, età 18 anni. Breve recap. Fino a qualche mese fa Martinelli giocava in brasile a futsal, nella squadra del Corinthias, e solo successivamente è passato al calcio. Con l’Ituano, il suo primo club, il giocatore si è messo in mostra nel campionato Paulista, compiendo il suo debutto in prima squadra nel 2017 – “solo” a 16 anni -. Ora è all’Arsenal, che lo ha acquistato per la sua formazione under 23.
Il suo esordio con i Gunners è arrivato alla prima di campionato contro il Newcastle, ma alla fine la definitiva affermazione mediatica è arrivata solo con l’ultimo turno di Europa League. Martinelli ha segnato una doppietta e regalato un gol semplicissimo a Dani Ceballos, che ha dovuto solo spingere il pallone in rete. Nello scacchiere di Emery Martinelli può giocare soprattutto da punta centrale, e sarebbe il suo ruolo naturale, ma in ogni caso, il brasiliano ha ottimi spunti anche quando gioca come esterno sinistro per rientrare col destro.
REISS NELSON (2000)
Un altro portento estirpato dall’under 23 e messo insieme ai vari Luiz, Lacazette e Aubameyang è l’inglese Reiss Nelson, diciannove anni. Nelson ha già compiuto diverse tappe in più dei suoi precedenti colleghi della X Generation: per quanto inglese (e di Londra), il talento di Emery era sì cresciuto nell’Arsenal ma poi mandato in prestito in Bundesliga, all’Hoffenheim, dove non ha per nulla giocato male e anzi, ha rimediato un immediato richiamo alla casa-base.
In Germania Nelson ha giocato 27 partite – di cui 5 addirittura in Champions League -, aumentando il giro di presenze che aveva già archiviato nell’ultimo Arsenal di Wenger, dove in una stagione aveva giocato un massimo di 16 partite. Come per i suoi colleghi under 20, anche per Nelson si prevede un futuro abbagliante in termini di soddisfazioni: è un giocatore moderno, abilissimo palla al piede, iper veloce e con una facilità nel leggere le giocate superiore alla media degli altri giocatori. Insomma, un talento da Arsenal.
In questa stagione Nelson ha archiviato sei partite e un gol, segnato tra l’altro nel match boom di Martinelli. L’altro grande pregio di Nelson è la sua duttilità in campo, che permette a Emery di posizionarlo in diversi ambienti tattici (esterno destro, sinistro, trequartista).
JOE WILLOCK (1999)
Infine il talento meno giovane di tutti. Joe Willock infatti ha 20 anni, e rientra in questa cerchia solo per poco tempo. L’inglese (ma di origine australiana) è alla quarta stagione all’Emirates e dunque ha parzialmente esaurito l’effetto sorpresa degli altri giovanissimi. In ogni caso, visto il minutaggio sempre molto calibrato, non si è ancora assistito a una vera e propria esplosione del talento di Willock, che invece ha in sé un fuoco di possibilità a cui serve il giusto canale per essere liberato.
Questa potrebbe essere la stagione giusta, anche se, come negli altri anni, il delicato ruolo di interno di centrocampo può bloccare il suo minutaggio. La concorrenza all’Arsenal è una cosa seria, ma la delicatezza della sua posizione rimane un fardello per il giocatore, soprattutto alla luce dell’altalena di risultati dei Gunners nell’attuale torneo. Willock piuttosto può essere una risorsa, un giocatore che se esploso può essere un crack: come con gli altri, serve solo una gran pazienza.
Il resto dei talenti dell’Arsenal merita comunque una postille. L’under 23 dei Gunners è un’autentica miniera di promesse per il grande calcio. Wonderkid dall’aurea hipster che possono caricarsi il peso di una maglia importante come quella dell’Arsenal. E per questo, da segnare sul taccuino: Eddie Nketiah (in prestito al Leeds), Emile Smith-Rowe, Tyreece John-Jules.
STEFANO BORGHI
Dei quattro wonderkid ne ha parlato anche ultimamente Stefano Borghi, elogiandoli come futuro dei Gunners.
Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram di Gabriel Martinelli