Quasi 4000 persone nella serata di ieri hanno riempito le tribune del Gewiss Stadium di Bergamo – appena un giorno dopo il 7-1 casalingo rifilato dall’Atalanta all’Udinese – per sostenere i ragazzi della Primavera impegnati nella finale di Supercoppa italiana contro la Fiorentina. La squadra bergamasca si è dimostrata più forte degli avversari sotto molti punti di vista, ha condotto la gara per tutti i novanta minuti e, alla fine, ha portato a casa con merito il primo trofeo della stagione.
LA PARTITA, LE DUE SQUADRE, I SINGOLI
Il copione è chiaro già dall’inizio: l’Atalanta fa la partita, la Fiorentina aspetta e prova a ripartire in contropiede, ma difficilmente ci riesce. La squadra toscana affida le proprie ripartenze alla velocità e all’estro di Christian Koffi, sicuramente il più ispirato dei suoi, ma troppo spesso predicatore nel deserto in un attacco che nel primo tempo riesce a superare la propria metà campo forse tre o quattro volte. Merito di un’Atalanta ben messa in campo, decisa nel cercare il gol del vantaggio che, un po’ per leggerezza sotto porta, un po’ per bravura dei centrali viola, tarda ad arrivare. La squadra bergamasca però macina gioco e ripropone alcuni movimenti che siamo abituati a vedere con la prima squadra. Okoli e Guth dietro sono insuperabili, non ne lasciano una agli attaccanti avversari e, quando possono, si staccano dalla linea difensiva per proporre verticalizzazioni direttamente sugli attaccanti, ricordando a tratti le scorribande di Toloi.

Fonte: profilo Instagram di Rodrigo Guth.
Davanti invece gli esterni, Cambiaghi (gioca da vero capitano, non mollando nemmeno un pallone) e Traore, sono autori di un lavoro costante ed efficace: vengono incontro per ricevere il primo pallone in fase d’impostazione, entrano spesso dentro al campo per favorire le sovrapposizioni di Ghislandi e soprattutto di Brogni, molto attivo nel primo tempo. Sono dunque fondamentali per la costruzione offensiva, e infatti vanno ripetutamente vicino al gol nella prima frazione, quando rientrano sul piede preferito e calciano verso la porta o quando, dopo aver guadagnato campo, mettono in mezzo per l’inserimento dei centrocampisti. Alla mezz’ora infatti l’occasione per passare in vantaggio è limpida, Traoré mette un gran pallone in mezzo per Gyabuaa, che però non trova la porta (si rifarà nel secondo tempo). Di opportunità nette invece non ne avrà fino al 54′ Roberto Piccoli, ariete dei bergamaschi che lotta e si sacrifica per tutta la prima frazione, ma non riesce a lasciare il segno grazie anche all’attenzione dei centrali viola Dutu e Chiti. L’attaccante bergamasco aspetta, sbaglia anche qualcosa nel primo tempo, ma dopo aver accarezzato il gol nei primi minuti della seconda frazione, riesce a portare la sua squadra in vantaggio con un gran movimento che elude la marcatura di Dutu e la chiusura (tardiva) di Pierozzi. Traoré premia il suo inserimento e l’attaccante della Dea insacca di testa. Gol da centravanti vero per Piccoli, 1-0 meritato per l’Atalanta. L’attaccante della Primavera è già l’idolo dei tifosi, che gli dedicheranno anche un coro alla sua uscita dal campo.
Fino al momento del vantaggio la squadra bergamasca era stata l’unica squadra in campo: come detto, i difensori sono insuperabili, giocano con personalità e tengono alta la linea della squadra, gli esterni invece vanno ripetutamente vicini al gol. Traoré, poi, è di un’altra categoria: il ragazzino classe 2002, galvanizzato dal primo gol in Serie A del giorno prima, gioca leggero, mette in mostra le sue qualità palla al piede, si destreggia magistralmente nello stretto, ma non manca di ripiegare in fase difensiva quando serve. Tutta l’orchestra, però, è ispirata e sostenuta da un centrocampo completo in ogni ruolo, che gestisce la gara con grande capacità tecnica e attenzione tattica. Da Riva è il metronomo della squadra, gioca con grande sicurezza, è l’uomo che dà ordine, che pulisce le giocate, il perno centrale che invece la prima squadra non utilizza. Gyabuaa, oltre a siglare il gol vittoria, è l’elemento che garantisce ritmo e fisicità per tutta la partita, vero numero 8 di corsa e quantità. E poi c’è Colley, che completa il reparto in un ruolo per lui inedito, ma soprattutto che ispira tutta la squadra con i suoi movimenti tra le linee, la sua capacità di creare superiorità numerica e la grande visione di gioco quando si tratta di imbucare per le punte. Se si dovesse trovare un giocatore che spicca su tutti fino al gol dell’iniziale vantaggio bergamasco, questo è proprio Colley, calciatore probabilmente già pronto per il salto di categoria, eccellente nel suo modo di stare in campo, oltre che nella tecnica individuale.

Fonte: profilo Instagram di Ebrima Colley.
Al 54′ però, minuto del vantaggio atalantino, la Fiorentina, che fino a quel momento si era vista solo nella quantità e nella corsa dei suoi interni di centrocampo e in qualche giocata di Koffi, ha uno scatto d’orgoglio e un po’ fortunosamente rientra subito in gara. L’arbitro Paterna decide di sanzionare un contatto dubbio in area tra Okoli e Lovisa (il rigore, in realtà, non sembra proprio esserci): Duncan con freddezza trasforma dagli undici metri e al 57′ siamo di nuovo sull’1-1. L’Atalanta però non può accettare questo risultato e trova nei suoi uomini migliori la capacità di tornare in vantaggio, dopo nemmeno dieci minuti. Al 62′ Lovisa non riesce a controllare un pallone proveniente da un rinvio sbagliato del portiere atalantino e Gyabuaa è magistrale nella capacità di ribaltare l’azione da difensiva a offensiva: si fa trenta metri palla al piede, al limite dell’area serve Traore che si dimostra ancora una volta altruista, chiude l’uno-due con il compagno per il quale insaccare è un gioco da ragazzi.
L’Atalanta torna in vantaggio, Mister Bigica prova a cambiare la sua Fiorentina ma il risultato rimane lo stesso fino al 90′. Protagonista in negativo ancora Lovisa, che al ’74 potrebbe riportare i suoi sul pareggio alla prima vera disattenzione della retroguardia atalantina, ma sbaglia un gol fatto a due metri da Gelmi. La squadra bergamasca vince dunque meritatamente una partita condotta dall’inizio alla fine, e conquista la prima Supercoppa Primavera della sua storia. Dall’altra parte invece la Fiorentina, seppur assente per larghi tratti della gara in fase offensiva, è stata brava a non farsi travolgere dalle qualità tecniche superiori dell’avversario, è rimasta in partita per tutti i novanta minuti crescendo nel secondo tempo, e per poco non è riuscita a portare la gara ai supplementari.
LE PAGELLE
ATALANTA: Gelmi 6; Brogni 6.5, Guth 6.5, Okoli 6, Ghislandi 6 (dal 94′ Sidibe s.v.); Colley 7, Da Riva 6.5, Gyabuaa 7; Traore 7.5, Piccoli 7.5 (dall’89’ Bergonzi s.v.), Cambiaghi 7.
FIORENTINA: Brancolini 6.5; Pierozzi E. 5.5, Chiti 5.5, Dutu 5.5, Simonti 5; Hanuljak 5.5 (dal 70′ Gorgos 5.5), Fiorini 5 (dal 70′ Bianco 6), Lovisa 5.5 (dal 79′ Kukovec s.v.); Pierozzi N. 5 (dall’85’ Milani s.v.), Duncan 5.5, Koffi 6.
Migliori in campo: Piccoli (ATA), Brancolini (FIO).
Fonte immagine di copertina: Profilo Instagram Atalanta B.C.