Superlega, parla Bosman: “Nessuno pensa ai giocatori, è solo business”

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Sul caso della nuova Superlega si è espresso anche l’ex giocatore belga, Jean-Marc Bosman, famoso per aver dato nome a quella che nel 1995 fu una sentenza rivoluzionaria per il mercato dei calciatori. Bosman ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha affermato il suo scetticismo nei confronti di questo nascente progetto. In seguito ha voluto ricordare quella che fu la sentenza che, a metà degli anni ‘90, lo rese celebre in tutto il panorama calcistico. Ecco, di seguito, le sue parole:

SULLA SUPERLEGA – “Sono molto scettico su questo progetto. La Superlega è solo business che pensa al business e a fare più soldi ancora. Sono i soliti grandi club che vogliono diventare sempre più grossi e onnipotenti, per schiacciare i più piccoli, il tutto a discapito dei giocatori che però non sono dei robot. Neanche quelli della Superlega dovrebbero considerarsi al di sopra delle leggi”. 

LA STORICA SENTENZA – La famosa sentenza Bosman pronunciata nel 1995 fu il frutto di una mia intuizione. Ero nell’impossibilità di trovarmi liberamente una nuova squadra (il Dunkerque, in Francia, ndr ), senza subire i diktat del mio club, il Liegi. Quando ne parlai con i miei avvocati, erano molto restii sul fatto di poter scardinare il controllo di società e istituzioni sui movimenti dei giocatori. Invece mi dicevo che si trattava di un’anomalia in un periodo storico per l’Europa, che nei suoi stessi statuti garantiva la libera circolazione a tutti i lavoratori, salvo che a noi calciatori. I miei avvocati mi dicevano che era un’utopia, invece fui un visionario perché permisi così di aprire in seguito il mercato anche ai giocatori extracomunitari. Oggi persino il Real Madrid che guida il progetto Superlega a volte schiera formazioni magari con un solo spagnolo in campo… “.

FilippoF