Nelle ultime settimane la Federazione francese è stata protagonista di polemiche nel mondo del calcio d’Oltralpe. I vertici della FFF sono entrati in contrasto con i club che forniscono all’Équipe alcuni dei punti cardine della formazione di Didier Deschamps.
Alla base delle varie querelle c’è un dato incontrovertibile: la grande abbondanza di elementi di spicco da poter convocare. La nazionale francese, infatti, vanta un roster pressoché sconfinato. Ed è per questo motivo che i club sono restii a lasciar partire i propri campioni alla volta degli impegni internazionali. A ciò si aggiungono le diverse situazioni in cui i club versano: c’è chi ha disperatamente bisogno di avere al top il proprio calciatore (come nel caso del Chelsea, che proprio non può far a meno di N’Golo Kanté), o chi preferirebbe far proseguire il processo di totale reintegro in squadra di un acquisto estivo ancora non al meglio (al Bayern Monaco stanno insistendo affinché Lucas Hernandez non prenda un aereo per raggiungere i Bleus).
Nelle ultime ore, invece, è arrivata un’altra richiesta, quella del Paris Saint-Germain, che ha ufficialmente richiesto alla Federcalcio di risparmiare l’enfant prodige Kylian Mbappé nel match contro l’Islanda. Una proposta dettata dalla non eccellente condizione fisica di Neymar – appena tornato da un lungo stop – e l’infortunio occorso a Edinson Cavani, che costringono Tuchel a poter contare unicamente su Mauro Icardi e Angel Di Maria.
Se nel caso-Kanté Deschamps ha preferito giocare con le domande dei giornalisti (“Lampard mi chiede di non far giocare N’Golo? Allora io gli dico di far giocare di più Giroud”), la stessa distensione non ha caratterizzato i rapporti tra la FFF e i dirigenti del Bayern.
Sullo sfondo di queste vicende resta un arcano che da tempo si è fatto strada: ma ai calciatori interessa davvero scendere in campo con la propria Nazionale?
(Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram della nazionale francese)