Forza fisica, velocità, ordine tattico e letture.
In un contesto europeo sempre più competitivo e caratterizzato da allenatori sempre più esigenti, appare sempre più complicato trovare un difensore centrale che risponda a questi quattro punti cardinali, individuati da molti addetti ai lavori come essenziali per competere nel football degli anni venti del ventunesimo secolo.
IL FATTORE SUDAMERICA
Proprio per questa ragione, le cellule di osservatori sono sempre più stimolate ed incentivate a scandagliare tutto il mercato, anche, e soprattutto quello extraeuropeo, andando a pescare nell’America del Sud o nel continente africano, come dimostra, per esempio, l’oculato investimento estivo del Bayer Leverkusen, capace di accaparrarsi, a seguito di una lunga e avvincente asta, che ha coinvolto anche compagini italiane, Piero Hincapie.
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— Piero Hincapie (@pierohincapie) November 5, 2021
Difensore centrale classe 2002, strappato al Talleres, il nativo di Esmeraldas, in Ecuador, si è messo in luce con la propria nazionale nel corso delle Olimpiadi, svoltesi a Tokyo questa estate, suscitando il vivo interesse di molte società nel panorama del Vecchio Continente, unendosi, poi, in matrimonio con i rossoneri di Germania.
ITALIA PROTAGONISTA
Tuttavia, la passione per i centrali difensivi sudamericani, negli ultimi tempi, non si ferma all’aneddotica di quest’ultima estate, ma ha radici profonde, seppur recenti. Non possiamo dimenticare Cristian Romero, che gli attenti scout del Grifone hanno portato a Genova nel 2018 direttamente dal Belgrano, forse immaginando che sarebbe diventato un pilastro della nazionale albiceleste e protagonista in una big Premier League come il Tottenham Hotspur.
Il passaggio all’Atalanta lo accomuna a un altro colosso difensivo, più esperto, con un percorso più atipico, ma altrettanto dotato di quelle caratteristiche che vengono richieste al centrale moderno. Stiamo parlando di Josè Luis Palomino, classe 1990, passato per la Bulgaria e per la periferia del calcio transalpino, capace di vivere una nuova giovinezza agli ordini del maestro Gasperini, che lo ha incoronato a leader della retroguardia bergamasca, perfetto interprete della filosofia difensiva del tecnico piemontese.
IL FUTURO DELL’ALBICELESTE
A proposito di filosofia gasperiniana, anche il club rivelazione di Ligue 1, ormai da due stagioni a questa parte, ovvero il Lens di Franck Haise, portatore di principi molto simili a quelli di Gian Piero Gasperini, si avvale, nella sua linea difensiva a tre, di un centrale sinistro sudamericano.
Infatti, Facundo Medina, centrale difensivo di piede sinistro, merce rara al giorno d’oggi, arrivato nel luglio 2020, a soli ventuno anni, in Francia, direttamente dal Talleres, si è imposto rapidamente come autentico faro della retroguardia “sang et or“, aprendosi le porte per la nazionale maggiore argentina, in una scalata vertiginosa che lo ha portato anche ad essere accostato a club importanti di Premier League.
L’ASTRO CAFETERO
Tuttavia, quando si parla di difensori centrali sudamericani, oggi non si può non considerare come vero e proprio punto di riferimento il colombiano Jhon Lucumi. Strutturato, slanciato – misura 187 centimetri – dotato di forza muscolare su spalle e arti inferiori, che non lo penalizzano dal punto di vista della reattività, si è messo in luce come uno dei profili più appetibili a livello internazionale.
Dopo aver militato nelle giovanili del Deportivo Cali, squadra della città natale, Lucumi, nel luglio del 2018 viene individuato e acquistato dal KRC Genk, club storicamente dotato di una capillare struttura di scout nel continente americano, come dimostrano i vincenti innesti di Carlos Cuesta, compagno di ruolo e di nazionale di Jhon, o Angelo Preciado, terzino destro che merita attenzione.
Dopo un iniziale periodo di adattamento, il centrale colombiano si è guadagnato una maglia da titolare nell’undici biancoblù mettendo in luce le proprie caratteristiche principali, che lo hanno reso obiettivo concreto per molte big europee.
Un aspetto che lo rende unico nel suo genere è indubbiamente la capacità di unire fisicità e struttura a rapidità e reattività, tanto che non in pochi addetti ai lavori lo paragonano al primo Cristian Zapata, anche per la eccellente elasticità nel gioco aereo, elemento che lo rende protagonista anche nell’area di rigore avversaria.
A livello tattico e di letture, tornano al famoso incipit sul difensore contemporaneo, Jhon ha saputo da subito accantonare eccessiva irruenza e foga, palesando leadership e spiccata abilità nelle letture.
Capace di giocare in una linea a quattro, come nel 4-2-3-1 del Genk, o a tre, in quanto capace di coprire campo e di difendere aggredendo, Lucumi si presenta come un profilo versatile, moderno e anche utile nell’uscita palla, in quanto capace di orientare correttamente il controllo e verticalizzare senza esasperare eccessivamente la giocata.
👤Jhon Lucumí
⏰1428 minutos
🏟️15 de 17 partidos como titular-93% en efectividad de pases
-62% de éxito en duelos defensivos
-8 recuperaciones por partido
-5.6 intercepciones por partido
-67% de éxito en duelos aéreos
-0.05 goles esperados por partido📊Percentiles pic.twitter.com/bORdu5NHLJ
— XpectaSports (@XpectaSports) November 8, 2021
La situazione contrattuale – scadenza nel giugno 2023 – lo rende un profilo decisamente appetibile, opportunità concreta sul tavolo di tante corazzate, che aspettano il loro nuovo leader difensivo.
Fonte immagine di copertina: diritto Google creative commons