A COSA PUÒ AMBIRE IL FROSINONE? – Una delle più grandi sorprese di questo inizio campionato è, senza ombra di dubbio, il Frosinone.

Squadra giovane, vivace e spregiudicata che in questo avvio di campionato è riuscita a rubare l’occhio di tutti quei tifosi che, oltre ai grandi nomi, da una squadra si aspettano anche una proposta di gioco avvincente e che sia in grado di ricordargli il perché del loro amore per il calcio.

Ad oggi è probabilmente tra le squadre con l’identità di gioco più netta, fattore nel calcio di oggi colmo di un valore inestimabile e che, dopo quattro giornate, ha portato i neopromossi al sesto posto affiancati da Napoli, Torino, Fiorentina e Verona.

Ma dove può arrivare questo Frosinone? Manterrà questi ritmi o calerà nei risultati? Può sognare in grande o si ritroverà risucchiata nella lotta salvezza?

Domande a cui oggi è difficile dare una risposta, se non analizzando cosa sia oggi il Frosinone, e quali siano le basi su cui pianta le sue fondamenta.

L’APPORTO DI EUSEBIO DI FRANCESCO

“La soddisfazione più grande è che la squadra crede nel mio calcio”.

Questa frase, pronunciata in conferenza stampa da Di Francesco, è di un peso e una rilevanza immensa.

Dopo le brillanti esperienze a Sassuolo e a Roma, in cui è riuscito ad esprimere il suo miglior calcio conducendo tra l’altro brillanti campagne europee, l’allenatore aternino è poi sprofondato in una voragine di esperienze deludenti e terminate anzitempo, in cui non ha lasciato che una sbiadita impronta scrostata via con freddi esoneri e successioni di allenatori più pratici e funzionali.

La figura mediatica di Di Francesco, che ha raggiunto il suo apice nella semifinale di Champions con la Roma, negli anni ha subito poi un lento ma profondo declino, fino a divenire a tratti quasi macchiettistica e ridicolizzata, per via delle sequela di esperienze poco felici in squadre di bassa classifica di Serie A e, in alcuni casi, con gravi disordini interni che ne minavano la serenità e l’equilibrio all’interno dello spogliatoio.

Il Frosinone si è rivelato per Di Francesco la luce in fondo al tunnel, e seppur la sfida non fosse per nulla semplice data la nomea e la narrazione che da anni quest’ultimo si trascina alle spalle, oltre che per le pressioni di trovarsi alla guida della squadra vincitrice dell’ultimo campionato di Serie B, l’allenatore ex Verona ha comunque accettato l’incarico.

Nell’ecosistema gialloblu, Di Francesco (oltre che la serenità) ha ritrovato un fattore che, per un allenatore come lui, è fondamentale: il tempo.

Il tempo di poter lavorare sui giovani, il tempo di poter impiantare la sua idea di gioco e soprattutto il tempo di poter sbagliare.

E, ancor più importante, si ritrova tra le mani una squadra che si fida di lui e che “crede nel suo calcio”.

IL GIOCO E LA ROSA DEL FROSINONE

Il Frosinone gioca un calcio fluido, intenso e aggressivo per larga parte della gara, e presenta negli attori della manovra alcuni interpreti davvero interessanti.

A presenziare nella porta ciociara vi è Turati, cristallino talento che molti ricorderanno per quel toccante esordio con la maglia del Sassuolo nella sfida pareggiata contro la Juve nell’ormai lontano 2019, in cui il classe 2001 sfoggiò un paio di salvataggi degni di nota.

A condurre la retroguardia di questo dinamico e spavaldo 4-2-3-1 non si può non citare Romagnoli, difensore utile e d’esperienza, oltre che il treno Paul Lirola che infiamma la fascia destra.

Ma il vero cuore pulsante di questo Frosinone è senza ombra di dubbio la mediana formata da Barrenechea e Mazzitelli.

Il primo, interessantissimo centrocampista argentino del 2001 in prestito dalla Juve, offre tempi, interdizione e palleggio alla manovra, mentre Mazzitelli (reduce da una doppietta da ex nella sfida contro il Sassuolo) è molto abile nel tiro da fuori e nell’inserimento in area di rigore.

La trequarti è tutta a base di estro e qualità.

Spicca tra tutti Soulè, guizzante esterno destro argentino classe 2003 anch’esso di proprietà della Juventus.

Il suo impatto nel Frosinone è stato devastante, ed è esattamente uno di quei giocatori che quando ha la palla tra i piedi, sembra dare la costante sensazione di poter spaccare in due la partita. Per suggellare il suo ottimo inizio di stagione mancherebbe solo il gol, oggi ancora rimandato per via di qualche palo di troppo.

Per convalidare in gol le tante azioni create, il ds Angelozzi (che tra l'altro ha già collaborato in passato con mister Di Francesco) ha pensato di portare a Frosinone il bomber del Bari Cheddira, proveniente da un mondiale da sogno col suo Marocco e da una sfiorata promozione coi pugliesi.

Il classe '98 ha già trovato il suo primo gol, è stato infatti lui a realizzare il rigore nella meravigliosa vittoria in casa col Sassuolo.

A COSA PUÒ AMBIRE IL FROSINONE?

Il progetto Frosinone è uno dei più interessanti dell'intera Serie A.

Grazie ad una campagna acquisti funzionale e intelligente, a una progettualità interessante e a delle scelte tecniche sagaci e a tratti visionarie, i campioni della Serie B possono assolutamente puntare a una salvezza tranquilla, se non addirittura osare ai primi dieci posti in classifica.

JacopoJ
Scritto da

Jacopo Dimagli