Nella nostra regolare quotidianità, spesso, ciascuno di noi vive il presente senza curarsi dell’immediato o lontano futuro: ogni azione che compiamo, ogni parola che proferiamo o semplicemente ogni comportamento che decidiamo di attuare porta sempre ad un’inevitabile conseguenza, positiva o negativa a seconda della tipologia di gesto che decidiamo di attuare. Ricollegandoci per un momento alla nostra personale routine quotidiana, è normale pensare che ogni giorno si differenzi da un altro per l’avvenimento di qualche evento in particolare, per essere entrati in contatto con qualche persona nuova, per aver ottenuto un risultato o per aver compiuto un errore.
Soffermandoci, in particolare, su quest’ultimo avvenimento risulta estremamente agghiacciante la prospettiva che uno sbaglio, una sola svista, possa letteralmente cambiarti la vita. Una dimenticanza, per esempio, può portarti a perdere rapporti creati con fatica, in una prospettiva tragica un colpo di sonno alla guida può portarti alla morte o a disseminare morte oppure una reazione non controllata può portarti a gesti che potrebbero consegnarti alle fredde barre del carcere. Per raccontare quello che è successo nel Second City Derby di Birmingham, tra l’Aston Villa e il Birmingham City, in particolare ci si può ricollegare a quest’ultimo tragico sbaglio: una reazione violenta nata da un momento di follia.

Mitchell, accompagnato fuori dal campo dopo lo sconsiderato gesto.
Al 10’ minuto del primo tempo della famosa stracittadina della Second City di Inghilterra, il ventisettenne (e aggiungeremmo codardo) Paul Mitchell, in un momento di ingiustificata pazzia, ha scavalcato le barriere del St.Andrews correndo verso Jack Grealish, diez e capitano dell’Aston Villa, colpendolo con un violento pugno alla testa. Un gesto di un’estrema sconsideratezza e vigliaccheria da “vero criminale” per parafrasare una celebre telecronaca di Massimo Marianella. L’incomprensibile azione del ragazzo è stata immediatamente punita con l’arresto da parte delle forze dell’ordine, con Paul che mentre usciva dispensava baci ironici a tutto lo stadio.
Pronta la reazione da parte del mondo social: se i profili ufficiali dell’Aston Villa si dicono “Indignati per quello che è occorso al loro capitano”, il Birmingham, squadra tifata dallo sconsiderato tifoso, segue a ruota i cugini “Scusandosi sinceramente per quello che è successo”. Dura la reazione anche dai colleghi calciatori di Grealish con Dennis Rice, centrocampista del West Ham, che afferma di sentirsi disgustato per l’accaduto e di non sentirsi pienamente al sicuro sul terreno di gioco. Dagli studi di Sky sport England, inoltre, arrivano Gary Neville e Alan Shearer a rincarare la dose e a chiedere la chiusura del St.Andrews per 10 giornate.

Il momento in cui il ragazzo è stato aggredito.
E in tutto questo Grealish come ha reagito? Dapprima è stato attorniato da un misto tra sorpresa e paura, simile a quella dei classici scherzi di chi urla all’improvviso, poi, aiutato a rialzarsi dagli altri calciatori, ha ripreso a giocare con un’istintiva e divertita risata, dispensando grande qualità e segnando al 67’ il gol decisivo per la vittoria dei Villans. A dimostrazione che il proverbio “ride bene chi ride ultimo” funziona, Grealish si è preso la sua rivincita e la solidarietà del mondo social che, invece, non ha risparmiato la famiglia dello sconsiderato tifoso, minacciandola di morte. Un triste e brutto capitolo del calcio è stato scritto ma l’Inghilterra è pronta a rialzarsi e a debellare, l’ha fatto in passato con la tifoseria organizzata , ed è pronta a rifarlo con questa orribile e violenta tendenza.