Gianluigi buffon è stato il protagonista del terzo giorno della Milano Football Week, la manifestazione organizzata da La Gazzetta dello Sport, con il patrocinio del Comune di Milano, in programma dal 12 al 14 maggio a Milano. Tanti i temi affrontati quest’oggi dal portiere del Parma.
CARRIERA DA SPORTIVO – “Sono uno sportivo che ha dato tanto, anche facendo delle rinunce perché era l’unico modo per esprimermi al meglio. Non mi sento il migliore di sempre, ma sicuramente penso di non essere passato inosservato. Insieme ad altri campioni, sono un portiere che ha segnato un’epoca”.
CARRARA – “Le radici servono per darci un senso esistenziale. Ti dicono chi sei e da dove vieni”.
PASSIONE SUBBUTEO – “Da bambino potevo passare 7-8 ore al giorno a fare tornei di subbuteo, anche da solo. Da piccolo sognavo di poter diventare un calciatore di Serie A, ma mi sembrava un sogno irrealizzabile. Dentro di me non mi sentivo un prescelto”.
COME È CAMBIATO IL CALCIO DAL ’95 A OGGI – “È cambiato tantissimo in meglio: il gioco è più fluido, meno frammentato, credo possa divertire più la gente, a discapito dell’individualità e del peso specifico di certi giocatori, che all’epoca facevano più la differenza. Oggi è un calcio più fisico e veloce, in cui devi essere più preparato mentalmente e fisicamente, di certo più difficile, ma meno forte a livello individuale”.
CALCIATORI CHE LO HANNO IMPRESSIONATO – “Nel Parma Asprilla, Crespo, Chiesa, Cannavaro e Thuram. Nella Juventus Del Piero, Trezeguet, Ibrahimovic, Tevez, Higuain, Pirlo, Vidal. C’è stato qualche sottovalutato anche, come Camoranesi e Barzagli”.
RAPPORTO CON BBC – “Quella con Bonucci, Barzagli e Chiellini era una difesa unica per come si integravano l’un l’altro. Erano tre giocatori con caratteristiche differenti ma complementari. Con loro ci sarà un rapporto che durerà per sempre”.
IMPATTO CON LA JUVENTUS – “È stato forte, di grande organizzazione e serietà”.
JUVENTUS DI OGGI – “Gli infortuni sono stati un problema: il mister si è ritrovato con l’assenza di punti cardine come Chiesa e Pogba. Sopperire a quello non è facile. Insieme alla penalizzazione, sono tutte cose che creano incertezza. Mister Allegri ha dovuto far fronte a difficoltà che non avrebbe immaginato. Se dovessero vincere l’Europa League e qualificarsi per la Champions sarebbe un’annata buona”.
CAVALCATA ITALIANA IN EUROPA – “Rivedere l’Italia ai vertici a livello di club mi rende orgoglioso. Ci sono stati anche dei fattosi fortunati come i sorteggi. Pensavo potesse arrivare solo la Juventus in fondo, invece sono stato piacevolmente sorpreso. L’Europa League e la Conference sono invece i tornei che più ci rappresentano. Vincerle porterebbe dare maggiore sicurezza e abitudine alla vittoria che permetterebbe di essere più sicure in Champions”.
SEMIFINALI EUROPEE – “Siviglia-Juventus? Credo che la Juventus in trasferta si esprima
molto meglio, ma è anche vero che il Siviglia si esprime meglio in casa. Per me è un 50-50%. Inter-Milan? Mi piacerebbe emozionarmi, rimanere per 90 minuti pensando che il Milan ce la possa fare. Per il percorso fatto, il Milan merita di non dare quella sensazione che ha dato all’andata, dove l’Inter è stata straripante. Se uscisse, il Milan merita di farlo con un altro tipo di prestazione”.
EVOLUZIONE RUOLO PORTIERE – “Negli ultimi 6-7 c’è stato un cambiamento enorme, una richiesta diversa che spesso manda in confusione. Oggi se non calci 90 metri non puoi giocare a calcio. Gli allenatori ogni tanto dovrebbero ascoltare le esigenze di un portiere”.
MESSAGGIO AI GIOVANI – “Girate a testa alta, comportatevi allo stesso modo con tutti. Per fare questo, bisogna essere coerenti e fare scelte in cui si rinuncia a qualcosa. Sono andato in Serie B rinunciando a dei soldi, ma è una cosa che mi ha dato forza, libertà”.
FUTURO – “Se il Parma andasse in Serie A quest’anno, sarebbe una soddisfazione grande, una riappacificazione con me stesso. L’essere insoddisfatto mi porta a voler provare sempre ad alzare l’asticella”.
CONTINUARE A GIOCARE – “Voglio vedere come arrivo a queste ultime 4-5 partite dal punto di vista delle energie e della gioia di andare in campo e mostrare il proprio talento. Se ciò resta invariato, posso pensare di voler proseguire”.