Il cambio generazionale inglese

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Gioventù, progettazione, unità d’intenti e grande spirito di rivalsa. L’Inghilterra nelle ultime due decadi calcistiche ha probabilmente vissuto uno dei suoi peggiori periodi: nessuna spedizione, europea o mondiale, è riuscita a far intravedere gioco o risultati, nonostante la grande mole di talento a disposizione (soprattutto nei primi anni 2000).

Da circa tre anni a questa parte, tuttavia, la federazione ha intrapreso una nuova strada, affidando la panchina a Gareth Harold Southgate. L’ex allenatore della nazionale U21 ha da subito testimoniato di credere nella forte presenza giovanile inglese, attribuendo ruoli principali a giocatori che prima della sua venuta, in nazionale, erano stati solamente di contorno.

Una rivoluzione ideologica, che ha portato l’Inghilterra al 4° posto nel mondiale russo 2018 e al 3° posto in Nations League. Risultati importanti ma figli di un percorso.

UNA FEDERAZIONE IN ROVINA

Come detto poc’anzi, l’ex giocatore di Crystal Palace e Aston Villa ha ereditato una federazione completamente in rovina, che faticava ad imporsi a livello internazionale. La rosa, pur avendo comunque al proprio interno profili di indiscussa qualità, mai era riuscita ad amalgamarsi al punto tale da diventare una vera corazzata. Undici titolari che però non riuscivano a formare una squadra vera e propria, con un principio di identità. Solamente calciatori, individualità, che da soli inevitabilmente mai hanno fatto la differenza.

Le rovinose cadute, dunque, sono state solamente una logica conseguenza di una mancanza di progettualità precedente e neanche i continui cambiamenti apportati alla guida tecnica della squadra hanno migliorato questo fenomeno. Ad Euro 2016 la squadra fu buttata fuori agli ottavi di finale dalla modestissima ma assai compatta Islanda. L’Inghilterra non aveva comunque mostrato un calcio spumeggiante neanche ai gironi, pareggiando con Russia e Slovacchia e vincendo di misura solamente con il Galles. In Brasile, nel 2014, la squadra non riuscì neanche a superare la fase ai gironi, eliminata insieme all’Italia a favore di Uruguay e Costa Rica. Come non ricordare poi l’europeo 2012 tenutosi in Polonia e Ucraina dove fu proprio l’Italia, ai quarti, ad eliminare la rappresentativa di Roy Hodgson. Futile probabilmente allungare il discorso ad altre manifestazioni, dove comunque la rosa inglese ha continuato a non brillare particolarmente.

La problematicità maggiore risiedeva comunque nel non utilizzo di giovani elementi, che sin dal 2014 (ma soprattutto nel 2016)  hanno iniziato a bussare alle porte della nazionale.

UNA LINFA NUOVA

Per valutare il lavoro apportato da mister Southgate, estremamente intrigante è l’analisi di un dato. L’età media dell’ultima Inghilterra vista in Nations League presentava un numero pari a 25,6 anni. Una media estremamente interessante se rapportata soprattutto a nazionali ritenute estremamente giovani a livello europeo. Prendendo in esame Francia e Olanda si può notare come entrambe posseggano un’età media superiore a quella inglese (rispettivamente 26,5 e 26,8).

Fonte: profilo Instagram ufficiale di Jadon Sancho

Non si pensi tuttavia che il lavoro del tecnico inglese sia venuto in maniera eccessivamente studiata. I campioncini che il mister ha pian piano fatto interfacciare con la realtà della prima squadra sono individualità cristalline da un punto di vista calcistico. Profili che negli ultimi anni hanno, a tutti gli effetti, incentrato su di loro l’interesse dell’intero panorama calcistico europeo. Si tratta di elementi che già ad oggi, nei rispettivi club, fanno profondamente la differenza, come Marcus Rashford (21 anni), Jadon Sancho (19 anni), Dele Alli (23 anni), Trent Alexander-Arnold (20 anni), Raheem Sterling (24 anni). Giocatori che già da anni sono assidui frequentatori del calcio internazionale e che hanno alzato in maniera indiscussa la qualità della propria nazionale.

Si può quindi agevolmente intendere come il tecnico Southgate si sia ritrovato in mano giovani di sicuro avvenire. Gareth doveva “solo” avere il coraggio di dargli maggiore spazio.

I “VETERANI” DELLA SQUADRA

Parlare di veterani inevitabilmente suscita qualche sorriso nei più informati, questo perché l’unico attuale over 30 dell’Inghilterra, cercando tra le convocazioni più recenti, è il terzo portiere Tom Heaton. I veterani di questa rosa sono calciatori aventi un’età compresa fra i 26 ed i 29 anni, ma che già da tempo disputano competizioni nazionali ed internazionali da assoluti protagonisti. La punta di diamante della rosa è di certo Harry Kane, che ha fatto il suo esordio in nazionale il 27 marzo 2015 contro la Lituania ed è, appena 26enne, anche capitano della squadra. Altri due calciatori rappresentativi sono Eric Dier e Jordan Henderson, rispettivamente di 25 e 29 anni, mentre in difesa un grande punto di riferimento è ancora Kyle Walker, anche lui 29enne.

Fonte: profilo Instagram ufficiale di Harry Kane

Si può facilmente notare come si tratta di elementi nel pieno della loro carriera agonistica e non più di assolute bandiere della squadra, over 30 e con un incedere prossimo al ritiro. Come detto precedentemente comunque, tutto ciò è frutto di una scelta parecchio naturale. Solamente negli ultimi anni l’Inghilterra ha iniziato a produrre giocatori degni di poter rappresentare in maniera altisonante la propria nazione. Purtroppo la federazione non è riuscita ad avere un ricambio generazionale adeguato a seguito del mondiale 2006 e ha dovuto attendere quasi 10 anni prima di riassistere alla venuta di un’altra formazione dorata.

NUOVI TALENTI PRONTI AD ESPLODERE

Sono numerosi anche i talenti inglesi che si stanno approcciando al mondo della Premier League. Sicuramente il principe di questi è Declan Rice. Il mediano del West Ham ha già disputato una stagione da protagonista con il proprio club e 3 presenze con la nazionale maggiore, a solamente 20 anni.

Tra i protagonisti dell’Under-21 nelle ultime competizioni, ma in rampa di lancio per la selezione maggiore, c’è sicuramente Aaron Wan-Bissaka, terzino destro 21enne del Manchester United, che per prelevarlo quest’estate ha dovuto versare nelle casse del Crystal Palace ben 55 milioni di euro. Altri elementi di totale strappo tecnico presenti nella zona centrale del campo sono Phil Foden, 19enne centrocampista del Manchester City; Ryan Sessegnon, nuovo volto del Tottenham anch’egli 19enne e James Maddison, trequartista del Leicester di 22 anni. In zona offensiva c’è anche il nome di Reiss Nelson, ala dell’Arsenal che tanto bene ha fatto la passata stagione in prestito all’Hoffenheim, così come i nuovi volti del giovane Chelsea di Lampard, Tammy Abraham e Mason Mount.

Un ruolo sempre più importante, forse un po’ a sorpresa, se lo stanno ritagliando anche Joe Willock, trequartista titolare nelle prime due uscite dell’Arsenal, e Kyle Waker-Peters, terzino destro che sembra aver scalzato Aurier per la fascia destra del Tottenham.

(Fonte immagine copertina: profilo Instagram ufficiale della nazionale inglese)