Dopo 5 anni di purgatorio la Fiorentina è riuscita nuovamente a rivedere le stelle, qualificandosi nuovamente per una competizione europea.

A Firenze durante la stagione 2021/2022 tutte le componenti hanno risposto presente, centrando un’insperata qualificazione alla Conference League: dal patron Rocco Commisso che ha messo a disposizione ingenti risorse, alla dirigenza composta da Barone, Burdisso e Pradè che è riuscita ad assemblare un’ottima squadra, all’allenatore Vincenzo Italiano che l’ha plasmata, tutti hanno svolto un egregio lavoro.

LA MANO DI ITALIANO: BEL GIOCO E CARATTERE

Il volto principale della stagione gigliata è sicuramente Vincenzo Italiano. Arrivato dallo Spezia dopo una salvezza memorabile, il tecnico di Kalrsruhe è stato certamente il vero valore aggiunto per la Viola. Nonostante quella fiorentina sia una piazza difficile ed ambiziosa, Italiano non ha avuto grossi problemi ad imporsi.

Grazie anche agli innesti arrivati durante la sessione estiva di mercato, tra cui spiccano Odriozola, Gonzalez e Torreira, l’allenatore è stato in grado di mettere in campo tutte le sue abilità tecnico-tattiche. Per tutta la stagione, la Fiorentina ha infatti giocato un grande calcio, dinamico, intenso e bello da vedere, attraverso un 4-3-3 prettamente offensivo. Inoltre, il tecnico ha valorizzato parecchi giocatori. Basti pensare all’ottima stagione dell’argentino Nico Gonzalez, capace di mettere a referto 7 goal e 7 assist al primo anno in Italia, e alla verve ritrovata di Torreira e di capitan Biraghi, responsabilizzato e completamente salito di dimensione.

L’AFFAIRE VLAHOVIC

Il gran lavoro di Italiano assume ancora più valore se si tiene conto della spinosa questione riguardante Dusan Vlahovic. Com’è risaputo, dopo aver trascinato la squadra nella prima parte di stagione a suon di goal, il serbo ha abbandonato Firenze per accasarsi alla Juventus.

In una recente intervista, il presidente Commisso ha spiegato che i comportamenti dell’attaccante e del suo entourage non sono stati propriamente corretti, ma nonostante le difficoltà da loro causate la squadra è comunque riuscita a tenere la barra dritta, mantenendo la settima piazza della classifica.

”Non abbiamo perso tanto con la vendita di Vlahovic. Quando sono tornato a Firenze per chiudere l’accordo a dicembre, i procuratori e lui non sono stati onesti con me. Ci siamo incontrati al mio hotel e dopo tre ore, ogni mezz’ora usciva perché doveva andare al bagno dove c’erano due amici. Il giorno dopo mi disse che avrebbe accettato di buon grado 8 milioni netti: sono passati da 4 a 8 in una giornata. Dopo dissero di volere 6 milioni più una percentuale sulla cessione, oltre a una ulteriore percentuale da chi avrebbe comprato Vlahovic. Da lì la trattativa è finita e ho detto ai dirigenti che non avrei tollerato una situazione simile. Nel frattempo, il signorino che ci poteva rovinare, che aveva detto che poteva firmare, ha bloccato l’acquisto ad agosto del nuovo centravanti.”

Per sopperire all’addio del goleador ex Partizan Belgrado la Fiorentina è ricorsa al calciomercato, acquistando ben due punte: Arthur Cabral e Krzysztof Piatek.

I due si sono spesso alternati, arrivando a giocare esattamente 14 partite a testa e segnando solamente 5 goal complessivi. Un bottino magro, compensato però dalle 19 marcature dei centrocampisti. Centrocampisti che hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, garantendo tutti un ottimo rendimento. Da un ritrovato Castrovilli, ad un redivivo Duncan, arrivando al solito Jack Bonaventura e senza dimenticare preziosi comprimari come Maleh e Saponara.

”Fatti non foste per viver come bruti, ma per inseguire virtute e canoscenza”

La stagione della Viola è stata caratterizzata da diverse situazioni particolari e decisamente inaspettate, che hanno fatto considerare la propria semenza alla squadra di Italiano.

Nel girone d’andata la Fiorentina infila ottime prestazioni, superando le prospettive precampionato: 10 vittorie, tra cui quelle contro i futuri campioni del Milan e contro l’Atalanta, 2 soli pareggi, arrivati entrambi a Dicembre inoltrato e 7 sconfitte, tra cui ricordiamo quelle rocambolesche con Empoli e Juventus.

Gennaio si apre con i gigliati al settimo posto. Il girone di ritorno è, però, un saliscendi continuo. Emblematiche in questo senso le prime due partite di questo periodo: ad una sconfitta per 4-0 contro il Torino, segue una vittoria per 6-0 contro il Genoa. Nonostante la squadra stenti a trovare continuità, la stagione si chiude nel migliore dei modi.

Davanti ad un Franchi gremito come non si vedeva da tempo, la Fiorentina batte i rivali della Juventus per 2-0. La cosiddetta vendetta perfetta. Rivincita nei confronti dell’ex sgradito Vlahovic e riscattata la semifinale di Coppa Italia, obiettivo sfumato proprio per mano dei bianconeri.

La vittoria del 22 Maggio significa nuovamente Europa dopo 5 anni, ma anche consapevolezza che il percorso intrapreso è quello giusto, sia sotto il punto di vista della progettualità che degli uomini. Questi ultimi, grazie al loro temperamento e alle loro qualità, sono riusciti a superare i propri limiti, migliorando la classifica dello scorso anno di ben 22 punti e 9 posizioni. Probabilmente, trattando il campo della mistica, si volle così colà dove si puote ciò che si vuole. E se questa stagione è andata in porto con non poche difficoltà (sicuramente comprensibili visto il passato recente), l’anno prossimo la Fiorentina saprà di per certo come prostrarsi dinanzi a Caron Dimonio per attraversare l’Acheronte.

Per chiudere con gli echi danteschi, la Viola ha finalmente terminato di viver come bruta e si appresta ad inseguire definitivamente virtute e canoscenza.