La Spal: un progetto vincente e in crescita

La vittoria di ieri pomeriggio contro il già retrocesso Chievo ha sancito, per la Spal, la matematica permanenza in Serie A. La seconda in due stagioni, un risultato che i ferraresi non raggiungevano dalla fine degli anni ’60. Un successo, o un doppio successo, che è il frutto di un progetto vincente non solo dal punto di vista tecnico, ma a tutto tondo. La Spal è una società sana, economicamente forte, che pensa in maniera moderna e con una squadra dagli evidenti valori tecnici: un esempio da seguire.

L’IMPORTANZA DELLA VETRORESINA

Il Big Bang della rinascita della Spal risale al 2013, quando il marchio della società è stato acquisito dalla famiglia Colombarini, fondatrice della Vetroresina S.p.a., azienda che vende i propri materiali in tutta Italia e, dall’inizio del 21° secolo, anche all’estero. La famiglia Colombarini ha sostenuto economicamente la Spal contribuendo al doppio salto dalla Lega Pro alla Serie A. Ma non si tratta solo di mero supporto per coprire le perdite, si tratta anche di investire. E se c’è una cosa che una società di calcio deve valorizzare, per ambire in grande, sono le proprie strutture. Nel dicembre 2016 è stato inaugurato l’ammodernato centro sportivo, su cui sono stati investiti 1,2 milioni di euro. Mentre ben più recente, e più importante, è l’intervento che è stato attuato nei confronti dello storico Stadio Mazza.

Campo di gioco, illuminazione, ampliamento della curva Ovest, mantenimento della copertura della Curva Est e, soprattutto, i posti a sedere, che dagli 8500 dell’ultima stagione in Serie B sono passati ai 16.000 di oggi. Vengono più persone a vedere le partite e sono ben disposte a pagare di più per uno stadio al passo coi tempi, il che comporta, quindi, maggiori entrate per la società. Il giro è semplice.

Nel frattempo, lo Stadio Comunale “Paolo Mazza”, in Ferrara.
Orgoglioso di aver contribuito a scrivere un’altra bella pagina per la nostra città.
Lunedì alle 20.30, qui. A tifare Spal
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#ForzaSpal
#NelfrattempoalMazza
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Con Simone Merli, Roberto Serra, Tiziano Tagliani

Pubblicato da Aldo Modonesi su Mercoledì 12 settembre 2018

RAFFORZARE LA BASE

Gli investimenti non sono, ovviamente, mancati neanche per quanto riguarda il lato tecnico. Ma anche in questo caso, in maniera mirata. Molte delle squadre che salgono nella massima serie sono poi sottoposte ad un massiccio restyling nelle sessioni di mercato successive. La Spal ha cambiato, sì, ma senza stravolgere. Tutti gli elementi chiave che hanno portato la squadra al salto dalla B alla A si sono guadagnati la permanenza al primo anno e, con qualche piccola eccezione, anche al secondo. Tanto che ad oggi, della squadra che arrivò prima nella serie cadetta, sono in squadra ancora ben 7 elementi: Vicari, Bonifazi, Costa, Schiattarella, Lazzari, Antenucci e Floccari. Oltre ovviamente alla guida, la stessa dal 2014: Leonardo Semplici, che insieme ad Allegri, Spalletti, Gasperini e Giampaolo compone il quintetto di allenatori rimasto invariato dall’inizio della scorsa stagione.

Ovviamente, la base è stata rafforzata: senza però esborsi economici troppo elevati (sempre sotto la soglia dei 5 milioni di euro) ma, allo stesso tempo, con un grande apporto tecnico e di esperienza. In difesa si sono rivelati decisivi gli apporti di esperienza di Felipe e Cionek, così come anche, a centrocampo, quelli di Missiroli e Kurtic, titolari per anni di Sassuolo e Atalanta. In attacco è arrivato lo scorso anno Paloschi, che ha avuto modo di dare il suo contributo soprattutto entrando a gara in corso, mentre quest’estate la grande aggiunta di Petagna, che è stato valorizzato da una squadra maggiormente al suo servizio rispetto a quanto non accadesse nella Dea di Gasperini, dove invece era lui a mettersi a completo servizio del collettivo. La porta ha avuto tre proprietari differenti, ma tutti di buon livello: da Meret, prestato dall’Udinese per due stagioni, passando per Gomis e terminando con Viviano, un’occasione in prestito sfruttata subito a gennaio.

In totale, la rosa attuale della Spal è costata 20,6 milioni di euro, cifra che la mette al 17° posto in Serie A come spesa effettuata per costruire la squadra. E se non lo aveste già notato, i biancazzurri sono anche molto fedeli al made in Italy: il 72% della rosa è composta da italiani (7 gli stranieri, solo il Frosinone ne ha di meno).

LA SOLIDITÀ

In sintesi, la Spal è una realtà solida. Anche difensivamente, entrando più nel dettaglio di campo. Se c’è un attributo che Semplici è riuscito a dare alla propria squadra è l’equilibrio, garantito da una difesa a tre coperta benissimo dalla coppia di esterni, composta abitualmente da Fares e Lazzari, saggiamente plasmati in esterni a tutta fascia pur avendo un passato da ali. I 49 gol subiti quest’anno potrebbero non sembrare pochi, ma i numeri vanno contestualizzati: la Spal ha la 12ª miglior difesa, ma ha anche subito 1 solo gol in più del Cagliari e 2 gol in più di Roma e Sampdoria, che devono ancora giocare. Dunque, una difesa che si potrebbe collocare tranquillamente nella metà sinistra del campionato a fine stagione.

Il centrocampo unisce proprietà di palleggio (la Spal è 11ª per percentuale di possesso palla e 9ª per percentuale di passaggi riusciti) ma anche fisicità e capacità nel recupero palla, grazie anche e soprattutto a quegli elementi ibridi, come i già citati Missiroli e Kurtic. In un contesto simile i rifornimenti per gli attaccanti non mancano, perché sulle fasce si spinge molto (Spal 3ª per cross effettuati a partita) e in mezzo al campo non si difetta certo di qualità. Non è un caso che 24 dei 39 gol segnati dalla Spal arrivino dagli attaccanti in rosa: Petagna (14), Antenucci (5), Floccari (3) e Paloschi (2).


La Spal, insomma, è una realtà che ha tutto per potersi confermare negli anni a venire. Ha la disponibilità economica, le competenze, una squadra con dei valori tecnici e un tifo affezionatissimo che si può godere un impianto moderno. Una permanenza meritatissima.